giovedì 12 maggio 2011
I percorsi triennali di Istruzione e Formazione Professionale si confermano un buon canale di ingresso nel mercato del lavoro. Un terzo dei giovani prosegue poi negli studi
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La formazione professionale si conferma un buon canale di istruzione e di ingresso nel mondo del lavoro. Nel caso dei percorsi triennali di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP), infatti, già a 3 mesi dal conseguimento della qualifica un giovane su due ha trovato il suo primo impiego e dopo tre anni la quota degli occupati sale al 59%.E’ quanto emerge da un’indagine dell’Isfol, avviata nel luglio 2010 e terminata a febbraio di quest’anno. Lo studio ha analizzato la situazione lavorativa di un ampio campione di giovani, intervistati a 3 anni dall’acquisizione della qualifica. Dall'indagine emerge anche l’IeFP è pure un valido strumento per stimolare la prosecuzione degli studi. Al termine del percorso, infatti, un terzo dei partecipanti decide di svolgere un’altra esperienza formativa e dopo 3 anni un giovane su dieci sta ancora studiando.

Coloro che si iscrivono all’istruzione e formazione professionale, provengono soprattutto da famiglie di estrazione operaia (55%). I loro genitori hanno solitamente un titolo di studio che non supera la licenza media (61%). “L’IeFP ricopre quindi un ruolo fondamentale nel favorire l’occupazione dei giovani – ha dichiarato il presidente dell’Isfol Sergio Trevisanato – e ha anche, ma non solo, una rilevante funzione di recupero per i ragazzi con carriere scolastiche non lineari, demotivati e con una condizione socio-culturale caratterizzata spesso da disagio e a forte rischio di esclusione sociale. A questi giovani viene facilitata una professionalizzazione mirata ad un buon inserimento professionale che non esclude una rimotivazione verso l’apprendimento”.

Tra coloro che risultano occupati al momento dell’intervista (il 64% dei maschi e il 52% delle femmine) ben il 60% dichiara di svolgere un’occupazione perfettamente coerente con il proprio percorso formativo. Si tratta, inoltre, in gran parte di lavoro dipendente (87%), mentre solo l’8% è autonomo e il 5% ha un contratto di collaborazione.Tra i lavoratori dipendenti il contratto più diffuso è quello di apprendistato (36%), segue il contratto a tempo indeterminato (33%) e a tempo determinato (25%). Per quanto riguarda la distribuzione per aree geografiche, il tipo di contratto più diffuso nelle Regioni del Nord e del Centro è l’apprendistato, nel Sud invece è il contratto a tempo indeterminato.

Tra chi ha proseguito gli studi subito dopo la qualifica,  il 68% ha scelto il IV anno dei percorsi IeFP, il 9% corsi post-diploma o post-qualifica e il 18,5% la scuola superiore.

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