lunedì 22 novembre 2010
Il governo irlandese chiede l'aiuto internazionale e, con una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri, mette a punto il piano per la riduzione del deficit dal 32 al 3%. E l'Europa corre in soccorso: i ministri dell'Unione europea, riuniti in teleconferenza, danno il loro via libera all'intervento per sostenere Dublino.
- Risale il rischio debito in Portogallo e Spagna
COMMENTA E CONDIVIDI
Il governo irlandese chiede l'aiuto internazionale e, con una riunione straordinaria del Consiglio dei Ministri, mette a punto il piano per la riduzione del deficit dal 32 al 3%. E l'Europa corre in soccorso: i ministri Ue, riuniti in teleconferenza, danno il loro via libera all'intervento per sostenere l'Irlanda.L'intervento sarà comunque intorno ai 90 miliardi di euro e utilizzerà per la prima volta il Fondo salva-Stati deciso nel maggio scorso; il piano avrà durata triennale. L'importo però non è ancora definito nel dettaglio, tanto che la Germania, come già è accaduto per la Grecia, tira il freno. Il ministro dell'economia tedesco, Wolfgang Schauble spiega che «non è stata decisa alcuna cifra» e che gli aiuti non sono automatici. «La domanda non è stata formalmente avanzata ma sta per esserlo - ha spiegato - il meccanismo sul quale ci siamo accordati va fatto scattare. Noi analizzeremo se la stabilità dell'euro nel suo insieme è realmente minacciata».  I tempi sono comunque sono stretti. I ministri dell'Ue hanno concordato il meccanismo da seguire, che coinvolgerà anche Paesi fuori dall'euro; alla base dell'intervento, l'obiettivo di «salvaguardare la stabilità finanziaria della Ue e dell'Eurozona». Sono stati anche ascoltati i ministri finanziari del G7. Il primo passo spetta però al governo di Dublino. Il piano di austerity mirato a far risparmiare al governo, che sarà reso noto nei prossimi giorni, ammonterebbe a 15 miliardi di euro e avrebbe la durata di quattro anni. I 2/3 della manovra sarebbe rappresentata da tagli, anche al Welfare (il 5% il primo anno, fino all'11% del 2014) e a 20mila dipendenti pubblici, con un piano di esodi volontari. La rimanente quota invece arriverebbe da aumenti fiscali. Modifiche dell'attuale tassa sulle imprese non sono tuttavia una condizione per gli aiuti e sono fuori discussione, ha spiegato il ministro irlandese Lenihan, in quanto ostacolerebbero la crescita economica del Paese.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: