venerdì 18 ottobre 2019
Una nota ufficiale comunica il ritiro dell'Ipo
Investitori poco convinti, Ferretti non va in Borsa
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E' una delle 'Ferrari' del mare che rendono il mondo dei produttori di yacht nostrano probabilmente unico sul pianeta. Siamo i numeri uno e puntiamo a crescere, al di là delle beghe interne – la separazione tra Ucina e Nautica Italiana – e di qualche concorrente estero. La crescita passa anche dalla quotazione in Borsa. E questo percorso lo aveva, sino a ieri, scelto Ferretti. Sino ai ieri, perché a sorpresa il gruppo ha annunciato di rinunciare alla quotazione. Con una nota ufficiale la comunicazione del ritiro dell’Ipo, il cui processo martedì sera aveva visto l’abbassamento del prezzo di collocamento alla forchetta 2-2,5 euro dai 3,7 iniziali. Il gruppo ha lavorato con gli advisor nei giorni scorsi per sbarcare in Borsa il 21 ottobre, con una raccolta di 200 milioni. Ma ieri ha preso il sopravvento la cautela. Le attese erano per una chiusura del parterre degli investitori sin da martedì scorso, il 15 ottobre, dopo una prima proroga (il primo termine era il 10 ottobre) e un abbassamento del prezzo. Tra le cause del dietro front la convinzione del socio di riferimento Weichai Group, che controlla l’86% del capitale, che il prezzo a 2 euro non rispecchi il valore del gruppo. La nota sottolinea «di aver preso la decisione d’interrompere l’offerta nonostante l’apprezzamento manifestato dagli investito-È ri, in particolare italiani ed asiatici che hanno sostenuto e creduto nell’azienda». Ciò perchè «il deterioramento delle condizioni dei mercati finanziari non consente di valorizzare correttamente la società». «La cosa più bella dell’Ipo è stato il sostegno degli investitori italiani» ha commentato l’ad Alberto Galassi, precisando che «ci hanno dato in particolare il loro sostegno Generali, Mediolanum, Fideuram e Kairos. In particolare Mediolanum e Generali rientrano tra i primi sei investitori che hanno aderito all’Ipo» Peraltro Ferretti «continuerà a perseguire i propri obiettivi di sviluppo e di crescita considerate le ottime condizioni patrimoniali, di liquidità e di successo commerciale che sono tali da consentire all’azienda l’esecuzione del proprio piano industriale già totalmente finanziato dagli azionisti e dal sistema creditizio verso il quale l’azienda vanta una posizione di debito nullo». E valuterà in futuro una 'scalata' in Borsa. Il Gruppo Ferretti è una multinazionale (di Piero Lardi Ferrari e Weichai Group – impresa statale cinese che lavora nei settori motori e veicoli, propulsori, yacht di lusso e parti automobilistiche) proprietaria di 8 marchi attivi nella progettazione, produzione e commercializzazione di panfili, brand notissimi tra i quali Riva, Custom Line, Wally, CRN, Zago e Pershing. Con sede a Forlì e circa 1.500 dipendenti, ha chiuso il 2018 con un fatturato di 623 milioni di euro ed è guidata dal ceo Alberto Galassi. Proprio con l’avvento di Galassi, nel maggio 2014, il marchio ha ripreso forza e vigore dopo anni di crisi. Vigore messo in evidenza dai dati resi noti al salone di Cannes: nei primi 6 mesi 2019 il valore della produzione ha toccato 358 milioni, in crescita del 6,5% rispetto ai primi sei mesi 2018. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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