giovedì 3 maggio 2018
Ict, elettrotecnico, servizi Btob e consulenza, metalmeccanico e farmaceutico i comparti assuntivi prevalenti
Quadri, tempi più veloci di ricollocamento
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Over 50? Non è sempre la fascia più in difficoltà a ritrovare lavoro. Parola di Intoo, la società di Gi Group che si occupa dei processi di sviluppo e transizione di carriera, che nel 2017 ha supportato complessivamente 2.455 persone in ricollocamento: 435 dirigenti, 505 quadri e 1.515 candidati tra impiegati e operai che hanno raggiunto una nuova occupazione in circa 6,5 mesi in media e con una percentuale di successo di oltre l’85%. Se per i dirigenti tale percentuale raggiunge il 92%, gli scostamenti più interessanti in positivo si rilevano per i quadri che si sono ricollocati in 6,1 mesi rispetto ai 6,8 del 2016, mentre i tempi si sono un po’ allungati per i dirigenti (da 6,6 mesi a 6,9), come per impiegati e operai (da 5,9 mesi a 6,2). Sei candidati su dieci provenivano da multinazionali, con la stessa percentuale hanno ritrovato lavoro in piccole-medie imprese. Quasi la metà dei candidati aveva tra i 40 e i 50 anni.

«Il mercato del lavoro, ripartito per effetto di una concomitanza di fattori, sta offrendo diverse opportunità soprattutto per i livelli intermedi, portatori di know-how tecnico e di capacità manageriali di interesse per la piccola-media impresa protesa con dinamismo a rispondere all’evoluzione incalzante – commenta Cetti Galante, amministratore delegato di Intoo –. Tuttavia, è da segnalare come, alla luce della generale transizione alla trasformazione digitale e persistendo anche in grandi realtà dinamiche di riorganizzazioni e centralizzazione di funzioni a livello di headquarter, per tutti, ma più puntualmente per alcune fasce è quanto mai cruciale il tema delle competenze. Dal nostro osservatorio rileviamo, infatti, mediamente più difficoltà per i quarantenni che per gli over 50 sulle cui competenze consolidate permane interesse. Sulle skill e il loro aggiornamento digitale, sarebbe molto importante poter lavorare con consapevolezza in ottica preventiva per restare spendibili prima di tutto all’interno dell’azienda, perché al di fuori è molto più difficile focalizzare da soli quelle su cui lavorare per ritrovare occupazione, considerando che si fatica ancora a valutare profili da ambiti differenti. Ecco perché è importante non trovarsi soli ed essere aiutati a ricominciare e, anche se oggi sono per lo più le grandi imprese a offrire il servizio di outplacement ai dipendenti in uscita, nulla vieta al singolo di provare a chiedere alla propria realtà un supporto di questo tipo in caso di necessità».

La ricollocazione come lavoro dipendente (a tempo determinato/indeterminato) è migliorata sia per impiegati/operai (dal 76% nel 2016 all’80% nel 2017) sia per i quadri (dal 67 al 73%); per i dirigenti sono aumentati anche i casi partita Iva (dal 17 al 21%), stabili al 26% i casi di microimprenditorialità. Sempre a livello medio di categoria, nel 30% dei casi sia per impiegati/operai che per i quadri le retribuzioni raggiunte sono state a pari livello; lo stipendio è stato mediamente inferiore per i dirigenti di circa il 10-15%.

«Si può ritrovare occupazione riuscendo a fare un importante lavoro su se stessi, identificando le competenze distintive, integrandole e aggiornandole dove necessario per riproporsi nel modo più mirato, indipendentemente dal livello gerarchico – conclude Cetti Galante –. Si chiama consapevolezza di mercato ed è una skill che aiuta anche ad adottare un nuovo paradigma in generale; le aziende sono sempre alla ricerca di efficienza e, pertanto, bisogna imparare a valutare bene l’intero pacchetto d’offerta che si riceve, non solo gli aspetti strettamente retributivi, ma anche l’ambiente di lavoro, le opportunità di crescita e i servizi erogati in altre modalità. Senza dimenticare che ciò che conta davvero è ridurre al minimo il tempo di inattività».

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