sabato 21 settembre 2019
100 miliardi per favorire lo sviluppo delle aziende: export, sostenibilità e innovazione i focus
Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e il responsabile Banca dei Territori Intesa Sanpaolo Stefano Barrese durante l'evento 'Imprese Vincenti' a Matera (Ansa)

Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e il responsabile Banca dei Territori Intesa Sanpaolo Stefano Barrese durante l'evento 'Imprese Vincenti' a Matera (Ansa)

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Una partnership nata nel 2009, all’alba della Grande Crisi e ai tempi della stretta del credit crunch, e che prosegue oggi con un budget più ricco e obiettivi diversi rispetto a quelli di allora, quando la liquidità serviva a un’azienda quasi esclusivamente per evitare di abbassare la saracinesca. A distanza di dieci anni dalla firma del primo accordo, Intesa Sanpaolo e Confindustria confermano la loro collaborazione e festeggiano l’anniversario aumentando da 90 a 100 miliardi il plafond destinato alle Piccole e medie imprese nell’ultimo piano 2016-2019. Due attori fondamentali del sistema economico nazionale, la banca e l’industria, dimostrano dunque con i fatti che solo giocando di squadra si contribuisce allo sviluppo del Paese. «Il risultato più importante di questi dieci anni insieme è stato il cambiamento radicale della relazione tra istituto di credito e impresa», è il messaggio che lanciano i vertici di Confindustria e Intesa Sanpaolo da Matera, capitale europea della cultura 2019 e città simbolo di un Sud ricco di potenzialità.

Certo, si decide di proseguire nel percorso comune anche alla luce dei numeri positivi. In dieci anni da Intesa Sanpaolo sono stati erogati oltre 210 miliardi di euro a favore delle Pmi, sottoscritti circa 660 contratti di filiera e più di 33mila clienti hanno beneficiato nell’accesso al credito del nuovo modello di rating corporate. Aldilà delle cifre sono i focus a essere cambiati via via che si avvicinava l’uscita dalla crisi. Nel 2009 furono concordate misure tempestive per dare ossigeno a realtà produttive in apnea, a cominciare dal rinvio delle rate di mutuo e di leasing fino all’attivazione di interventi sul capitale circolante e sulla patrimonializzazione. Con il tempo si è alzata l’asticella delle ambizioni e si è ampliata la sfera d’azione degli interventi: dal rafforzamento dimensionale all’internazionalizzazione, dall’innovazione alla finanza per la crescita, dalla cultura d’impresa alla sostenibilità in tutte le sue forme (economica, ambientale e sociale).Stefano Barrese, responsabile della divisione Banca dei territori di Intesa Sanpaolo spiega come «il gruppo resta il motore dello sviluppo dell’impresa italiana» e nel frattempo la banca viene vista come «un fornitore strategico». «Non eroghiamo solo liquidità, ma diamo soluzioni. Tanto che la banca viene concepita come un vero e proprio partner». Sulla sinergia tra banche e industria si concentra anche Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria: «Non esiste crescita con banche solide e imprese deboli né viceversa può esserci sviluppo con istituti di credito in difficoltà e un’industria in buona salute». Il leader degli industriali manda un messaggio chiaro anche al governo: «All’Italia serve una politica anticiclica che dia priorità a cuneo fiscale, giovani e infrastrutture».

L’intensità e la velocità della ripresa economica passano anche dalle Pmi, che svolgono un ruolo decisivo nel tessuto produttivo nazionale. Non a caso il 50% dell’export manifatturiero si ottiene grazie ad aziende con meno di 250 addetti, come sottolinea il chief economist di Intesa Sanpaolo Gregorio De Felice. Anche se le realtà più piccole sono chiamate ad aggregarsi. «Bisogna aiutare quel 60% di imprese italiane in fase di transizione a fare il salto dimensionale e competitivo», sostiene il presidente della Piccola Industria di Confindustria Carlo Robiglio.Tra gli obiettivi della partnership c’è anche quello di contribuire al rilancio del Mezzogiorno. «Il 20% del plafond va alle Pmi del Sud, a testimonianza di una vitalità significativa che c’è in quest’area del Paese - afferma Barrese -. Ma prima ancora dei finanziamenti il Meridione ha un bisogno assoluto di semplificazione, perché solo attraverso una sburocratizzazione dei processi si può creare un terreno fertile per gli investimenti». La questione meridionale sarà uno dei temi centrali anche del nuovo accordo a cui Intesa Sanpaolo e Confindustria stanno già lavorando e che firmeranno tra pochi mesi. Nel prossimo piano non mancheranno, infine, attenzioni specifiche al green e al sociale. «Le imprese vincenti hanno la consapevolezza che la loro crescita passa attraverso investimenti sostenibili - sostiene Barrese -. Si tratta di aspetti e criteri che verranno tenuti sempre più in considerazione sia per il credito sia per il rating qualitativo».

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