martedì 21 dicembre 2010
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Guardando all’aggregato, come dicono gli economisti, alla fotografia d’insieme, Bankitalia descrive una situazione «complessivamente solida e robusta». Per il basso indebitamento delle famiglie rispetto agli altri Paesi e per la ricchezza lorda, che ci vede fra i primi al mondo. Ma se si entra nel merito dei numeri e delle tabelle, come fa Luigi Campiglio, ordinario di Politica economica all’Università Cattolica, emergono almeno due aspetti preoccupanti: l’aumento della ricchezza è stato per larga parte determinato negli ultimi anni dall’aumento dei prezzi degli immobili e non da una crescita dei metri quadri posseduti dagli italiani. «Il fatto che le case costino di più – sottolinea Campiglio – può essere considerato un aumento della ricchezza?». Secondo: per la prima volta, con l’ultima grande crisi, molte famiglie hanno iniziato a erodere i risparmi per far fronte alle spese correnti. In altre parole: aumenta la ricchezza «sulla carta» ma scende la capacità di risparmiare. E questo, per le nuove generazioni, è un gran brutto segnale.Se non prendiamo quindi in considerazione la ricchezza lorda ma ci soffermiamo sul risparmio netto delle famiglie, che cosa ci dice il Bollettino di Bankitalia?Che la dinamica del risparmio netto, quello che consente alla ricchezza di accumularsi nel tempo, è in calo. Nel 1996 era al 3% della ricchezza, nel 2009 all’1%. Non è una piccola diminuzione.Come si traduce questa dinamica dei risparmi sulla ricchezza netta delle famiglie?Nel fatto che per la prima volta negli ultimi 15 anni, quelli considerati nell’analisi di Bankitalia, la ricchezza netta delle famiglie è calata fra il 2007 e il 2008, l’anno della crisi, e la diminuzione è proseguita nel 2009. È questo il dato fondamentale: qualsiasi definizione di crescita sostenibile è formulato come possibilità di trasmettere alle generazioni successive una ricchezza che non diminuisce. Qui c’è uno dei problemi del nostro Paese.Esplicitiamolo.Abbiamo iniziato a mangiarci un po’ di capitale accumulato dalle famiglie nel corso degli anni.Anche se la ricchezza complessiva rimane fra le più alte al mondo?Torniamo al punto da cui eravamo partiti: negli ultimi anni questa ricchezza è aumentata "sulla carta" in buona parte perché sono aumentati i prezzi degli immobili, diminuiti nel frattempo in molti altri Paesi. Dietro all’incapacità di aumentare la ricchezza netta con l’aumento dei redditi ci sono invece la perdita dei posti di lavoro, l’aumento della disoccupazione, gli stipendi fermi.A essere colpiti, quindi, sono soprattutto i giovani a cui dovrebbe essere "trasmessa" la ricchezza delle generazioni precedenti in un’ottica di crescita sostenibile...Un esempio può chiarire concretamente quanto sta accadendo: comprare una casa con un reddito medio è sempre più difficile. Ci vogliono più anni di mutuo. Per i giovani aumenta quindi l’indebitamento e diminuisce la capacità di risparmio che in molti casi diventa negativa. Questo intacca quel "patrimonio reale" accumulato negli anni al quale abbiamo fatto riferimento.Quanto meno nella distribuzione della ricchezza non figuriamo fra i Paesi in cui la sperequazione è maggiore. Anzi...Anche in questo caso sarei molto cauto. Prima dell’ultima crisi, i redditi più elevati sono aumentati fortemente e quelli mediani sono rimasti quasi fermi.
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