mercoledì 14 marzo 2012
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​Se non ora, quando? Di Tobin tax si discute da quarant’anni, ma mai come ora il fronte dei suoi sostenitori è stato tanto vicino al traguardo. Forse perché la questione è sì tecnica, cioè interessa in primo luogo i mercati e gli investitori. Ma non solo. «Ha a che fare con motivi di equità e precauzione: abbiamo regole di sicurezza un po’ in ogni campo, ma in quello della finanza, dove rischi e possibili danni sono enormi, siamo andati nella direzione opposta. Si tratta di rimettere regole di sicurezza». Così dichiara il professor Leonardo Becchetti, ordinario di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata, uno degli economisti che ha analizzato più a fondo i "pro" e i "contro" della Tobin tax.Perché si chiede l’introduzione di questa tassa? Può davvero frenare la speculazione?Si stima che la crisi sia costata 5-10mila miliardi di euro: l’idea è che una parte di questi costi venga sostenuta anche dai mercati finanziari. Una tassa sulle transazioni finanziarie sicuramente ridurrà o comunque renderà meno conveniente il trading ad alta frequenza. Un altro effetto importante è quello di disincentivare banche e fondi pensione ad effettuare <+corsivo>trading<+tondo> aggressivo: oggi una banca può trovare più conveniente quel tipo di attività rispetto al prestare soldi ai clienti, cioè a fare attività bancaria tradizionale. Per alcuni la tassa può anche ridurre la probabilità che si verifichino nuove crisi.Da decenni le principali obiezioni sono: la Tobin tax rischia di far fuggire i capitali verso i Paesi che non la applicano ed è di difficile applicazione tecnica, per cui si dovrebbe imporla in tutto il mondo. Come rispondere?Queste obiezioni non reggono. È risaputo che moltissimi Paesi applicano la Tobin tax, tra cui la Gran Bretagna che vi ricava ogni anno 3-5 miliardi di sterline, più recentemente India e Brasile. La Gran Bretagna non la vuole, ma sui derivati. Un recente studio delle Nazioni Unite ha valutato l’applicazione della Tobin tax ai Paesi del G20, calcolando che in Italia potrebbe dare un gettito di 7 miliardi di euro, probabilmente inferiore se fosse applicato in un numero più ristretto di Paesi o solo da noi. Quanto alle difficoltà tecniche, non ci sono: basta un prelievo alla fonte sulle piattaforme di trading.C’è anche chi dice che produrrebbe una contrazione del Pil...<+tondo>Invece è il livello di finanziarizzazione troppo elevato che influisce negativamente sulla crescita, come hanno dimostrato gli studi sul rapporto tra finanza e crescita negli ultimi 10-15 anni. Questa tassa riduce la convenienza relativa, per le banche, a fare attività che non sia quella tradizionale di prestito. Per cui in realtà l’effetto sull’economia reale può essere positivo.Che posizione esprime, riguardo alla Tobin tax, la recente Nota del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace per la riforma del sistema finanziario, a cui lei ha collaborato?È a favore della tassa, ma sottolinea come siano importanti anche altre regole per ristabilire una scala di valori corretta tra politica, economia e finanza: ad esempio i limiti all’indebitamento eccessivo delle banche (leva finanziaria, ndr e il divieto per le banche commerciali di fare trading usando i depositi dei clienti.Il premier Monti ha detto ieri che l’introduzione della Tobin tax va valutato per l’impatto che potrebbe avere sulle famiglie: in che senso ciò potrebbe avvenire?Poiché l’aliquota della tassa è molto piccola, il costo diventa molto alto per chi fa <+corsivo>trading<+tondo> di frequente, con tantissime operazioni che producono piccoli guadagni, fino a diventare proibitivo. E se le banche hanno potere di mercato, ovvero se c’è poca concorrenza tra le banche, possono trasferire questi costi ai clienti.Anche se la Ue sembra ormai orientata all’introduzione della tassa, quali ostacoli potrebbero ancora frapporsi?Ci sono resistenze molto forti delle lobby che potrebbero avere dei costi dall’introduzione della tassa. L’Ue ha valutato costi e benefici: il rischio è che si valuti il provvedimento solo dal punto di vista dell’efficienza, invece occorre chiedersi che effetti ha, come dicevo, in termini di equità e precauzione.

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