martedì 3 maggio 2016
​In un videomessaggio l'intenzione di preghiera di Francesco per il mese di maggio. «Abbiamo fatto molto poco – riconosce il Papa – per le donne che si trovano in situazioni molto difficili, disprezzate, emarginate, e perfino ridotte in schiavitù».
«Donne discriminate sul lavoro»
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​“È innegabile il contributo delle donne in tutti gli ambiti dell’attività umana, iniziando dalla famiglia. Ma soltanto riconoscerlo... È sufficiente?”. È la domanda che Papa Francesco si pone all’inizio del suo videomessaggio dedicato all’intenzione universale del mese di maggio dell’Apostolato della preghiera.
“Abbiamo fatto molto poco – riconosce il Papa – per le donne che si trovano in situazioni molto difficli, disprezzate, emarginate, e perfino ridotte in schiavitù”. “Dobbiamo condannare – soggiunge – la violenza sessuale che soffrono le donne ed eliminare gli ostacoli che impediscono il loro pieno inserimento nella vita sociale, politica ed economica”.
“Se pensi che questo è giusto – conclude Francesco – fa conoscere questa petizione con me. È una preghiera: perché in tutti i Paesi del mondo le donne siano onorate e rispettate, e sia valorizzato il loro imprescindibile contributo sociale”.
Durante il videomessaggio compare in sovraimpressione una serie di affermazioni sul tema della tutela del lavoro femminile: “Il mio lavoro vale tanto quanto quello di un uomo. Non sarò mai una schiavaNo alla violenza di genere. Basta con la discriminazione nel lavoroUomini e donne siamo figli di Dio”.
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