martedì 4 febbraio 2014
Patrimonio in discesa da 7.468 milioni a fine 2013 a -4.529 milioni alla fine di quest'anno. Nuovi assegni: calo del 43%.
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Senza i trasferimenti dello Stato, l'Inps dovrebbe chiudere il 2014 con un disavanzo di 12 miliardi. È quanto emerge dalla "Relazione sul bilancio di previsione" per quest'anno. Il patrimonio netto sarebbe negativo per 4,5 miliardi. Il quadro previsionale non contiene gli effetti della manovra, la legge di Stabilità per il 2014. Da quest'anno, infatti, i fondi che il Tesoro ha erogato all'Inps per finanziare le pensioni dell'ex Inpdap si intendono "effettuate a titolo definitivo" e non come anticipazioni di tesoreria.L'ente calcola in 25,198 miliardi i trasferimenti concessi fino all'esercizio 2011. Grazie alla manovra, l'Inps stima che il risultato d'esercizio si trasformi in un attivo di 13,2 miliardi e il patrimonio netto diventi positivo per 20,7 miliardi. "I recenti interventi legislativi e le riforme previdenziali degli ultimi anni consentono di garantire la tenuta del sistema previdenziale italiano certificata anche dagli organismi e dalle istituzioni internazionali", scrive l'Inps in una nota che commenta la pubblicazione del documento.Le gestioni previdenziali complessivamente considerate dovrebbero mostrare nel 2014 un disavanzo di 11,349 miliardi: la "somma algebrica di 18,247 miliardi di risultati economici positivi e di 29,596 miliardi di risultati economici negativi".A pesare sui conti dell'istituto è soprattutto la gestione dei dipendenti pubblici (-11,489 miliardi). In particolare, presentano criticità due gestioni: la Cassa pensioni dei dipendenti dello Stato (Ctps) e la Cassa pensioni dei dipendenti degli enti locali (Cpdel).L'Inps spiega che "la problematica del disavanzo d'esercizio è avviata a risoluzione" per la prima cassa. "Permane lo squilibrio della Cpdel previsto nel 2014 in 7,6 miliardi".Un altro fattore di fragilità emerge dal "quadro di riferimento macroeconomico". L'Inps assume che il Pil italiano cresca nel 2014 dell'1%, come ha previsto il ministero dell'Economia nella Nota di aggiornamento al Def del 20 settembre scorso.La maggior parte dei previsori nazionali e internazionali converge ora nell'indicare un tasso di crescita di circa 0,7 punti. Nel 2014 l'Inps prevede un risultato di esercizio negativo per 11.997 milioni di euro, un dato che fa scendere il patrimonio (a 7.468 milioni a fine 2013) a -4.529 milioni alla fine di quest'anno. Il dato contenuto nel bilancio di previsione per il 2014 che sarà esaminato a breve dal Civ non tiene conto dell'intervento tecnico contabile contenuto nella legge di Stabilità per neutralizzare la pregressa passività patrimoniale ex-Inpdap, pari a circa 25,2 miliardi di euro.Nel documento si sottolinea che a fronte del trasferimento definitivo delle anticipazioni concesse dallo Stato fino all'esercizio 2011 pari a 25.198 milioni di euro di cui 21.698 per anticipazioni di bilancio e 3.500 per anticipazioni di tesoreria previsto dalla legge di stabilità il risultato economico di esercizio nel 2014 passa da un disavanzo di 11.997 milioni a un avanzo di esercizio di 13.201 milioni. Il patrimonio netto a fronte di questo cambiamento risalirebbe a quota 20.669 milioni.Nel 2013 sono stati state liquidate 649.621 nuove pensioni con un calo del 43% rispetto ai 1.146.340 di nuovi assegni liquidati nel 2012. E' quanto emerge dal confronto tra il bilancio preventivo Inps per il 2014 (nel quale sono contenuti i dati 2013 assestati che risentono della riforma Fornero) e il bilancio sociale dell'Istituto per il 2012.A fronte di 649.621 nuovi assegni liquidati nel 2013, secondo il bilancio di previsione per il 2014 a breve all'esame del Civ Inps - sono state eliminate 742.195 pensioni. Di fatto quindi le pensioni vigenti a fine 2013 sono quasi 100mila in meno di quelle vigenti a fine 2012 (18.518.301 nel 2013 e 18.607.422 a fine 2012). Il divario dovrebbe aumentare ancora nel 2014 con 596.556 nuove pensioni previste e 739.924 assegni che si prevede di eliminare. Tra il 2013 e il 2014 si prevede un crollo dei nuovi trattamenti di anzianità. Nel 2013 secondo i dati assestati sono stati nel complesso 170.604 (tra questi quasi 133.000 le pensioni di anzianità liquidate ai lavoratori dipendenti) mentre nel 2014 si stima che scendano a quota 80.457 (57.891 delle quali ai lavoratori dipendenti) con un calo del 52,8%. UIL: SEPARARE PREVIDENZA DA ASSISTENZA"Sono anni che la Uil si batte per fare chiarezza sui conti dell'Inps chiedendo innanzitutto la separazione della spesa previdenziale pura da quella assistenziale. Per questo, i rappresentanti della Uil nel Civ dell'Inps hanno ripetutamente votato contro l'approvazione del bilancio. Il dato che emerge dal documento di previsione 2014 dell'Inps è frutto di questa commistione, sulla quale bisogna far chiarezza attraverso un'operazione di trasparenza finanziaria". Lo dichiara il segretario confederale della Uil Domenico Proietti. "Sui conti dell'Inps - aggiunge Proietti - pesa anche l'altissimo livello di disoccupazione degli ultimi anni che, in un sistema a ripartizione, incide negativamente attraverso la diminuzione della contribuzione versata. Da questa situazione si esce attraverso una ripresa economica che favorisca la creazione di posti di lavoro e con una riforma della governance dell'Istituto che, introducendo un vero e proprio sistema duale, faccia dell'Inps un ente efficiente, trasparente e partecipato". CAZZOLA: RIFORMA FORNERO NECESSARIA"Le ragioni delle criticità evidenziate dal bilancio di previsione dell'Inps vanno ricercatenell'andamento dell'occupazione, nella dinamica delle retribuzioni e in quant'altro caratterizza il quadro macroeconomico di un Paese in crisi da anni". Lo affermaGiuliano Cazzola ex deputato ed esperto di previdenza. "I dati comunque dimostrano che la spesa pensionistica non era - come si diceva - sotto controllo e che la riforma del 2011 non è stata fatta solo "per fare cassa". La forte contrazione del numero delle pensioni  è la prova provata della validità  di quell'intervento, senza il quale il disavanzo sarebbe ancora più accentuato. Da tempo veniva segnalato, in risposta aifacili ottimismi, che la situazione era precaria perché il bilancio dell'Inps era sorretto solo dai robusti saldi attivi delle gestioni dei parasubordinati e delle prestazioni temporanee (ammortizzatori sociali, malattia, maternità e Famiglia). La crisi ha azzerato gli avanzi di quest'ultima gestione".
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