mercoledì 22 marzo 2017
Stanziati 200 milioni di euro per le assunzioni a tempo determinato e indeterminato effettuate tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2017
Misure a sostegno dell'occupazione
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Stanziati 200 milioni di euro per le assunzioni a tempo determinato e indeterminato effettuate tra il 1° gennaio 2017 e il 31 dicembre 2017 su tutto il territorio nazionale (a esclusione della Provincia autonoma di Bolzano). Con le circolari Inps n. 40 e n. 41, vengono definiti i parametri e fornite le istruzioni operative per poter accedere all’Incentivo Occupazione Giovani.

Sono interessate le aziende che hanno una prospettiva di miglioramento della condizione di mercato, quelle che in realtà probabilmente avrebbero assunto comunque, a prescindere dagli incentivi; le aziende che hanno invece maggiore necessità di investire per superare o invertire il trend negativo molto spesso non sono nella condizione di poter trarre benefici da questa opportunità.

Ma non esiste il rischio di "drogare" il mercato del lavoro? Lorenzo Miazzo - è uno dei consulenti del lavoro che ha anche partecipato, nel corso degli ultimi anni, a tavoli tecnici per la definizione della politica del lavoro a livello nazionale e gestisce una società che si occupa di paghe e welfare del Nord Ovest - «ritiene che il mercato del lavoro non sia in alcun modo drogato dagli incentivi ma che questi interventi siano necessari per sostenere la crescita e lo sviluppo di alcuni settori merceologici che fanno da traino alla crescita del Paese. Anche se la questione meridionale ha bisogno di un piano quinquennale di interventi programmati a sostegno della iniziativa privata, fiscalizzando il costo del lavoro e riconoscendo crediti di imposta per gli interventi strutturali delle aziende private. Lo sviluppo del progetto di azienda 4.0 deve trovare proprio nel Sud la risposta alla necessità di sviluppo delle reti informatiche».

Miazzo credo anche che «l’utilizzo in modo diffuso dell’apprendistato, anche per i disoccupati, e l’alternanza scuola-lavoro debbano diventare modalità istituzionali per l’ingresso nel mondo del lavoro. Resta prioritaria la necessità di ridurre il cuneo fiscale in modo generalizzato».

Anche l'uso distorto dei buoni lavoro ha finito per rendere inutile questo istituto. «L'idea di Biagi - sottolinea il consulente del lavoro - era innovativa. Purtroppo in Italia l'etica del lavoro non è ancora diffusa. I voucher dovevano essere destinati ai lavori occasionali e debellare il sommerso, a cominciare dall'agricoltura. Invece sono stati estesi a tutti i comparti e l'abuso ha portato alla loro inutilità. Anche il Jobs act ha tentato di mettere ordine in un settore in cui vi sono troppi soggetti che si occupano di lavoro ed esistono troppe tipologie contrattuali. Visto tutti questi fenomeni, il mercato del lavoro italiano avrebbe bisogno di un superammortamento per il capitale umano».

In molti casi un imprenditore si trova di fronte al dilemma se sia meglio assumere un giovane superistruito e senza esperienza o un 50enne con esperienza e licenziato. «In questo momento di passaggio all’economia digitale - spiega il consulente del lavoro - certamente diventa indispensabile l’inserimento di giovani con competenze e nuove professionalità utilizzando l’apprendistato di alta formazione. Il personale con esperienza è portatore dei valori di cultura del lavoro e di senso di responsabilità, ma deve essere supportato da percorsi formativi: nella migliore delle ipotesi, infatti, dovrà lavorare ancora 15/20 anni prima di raggiungere la pensione, pena ritornare a essere negli anni successivi un disoccupato».

Da esperto, per dare un vero scossone al mondo del lavoro, Miazzo parte dalla considerazione oggettiva che il nostro mondo del lavoro ha perso in termini di produttività rispetto alle realtà concorrenti di altri Paesi manufatturieri: «Ritengo che questa situazione sia originata da un appiattimento dei livelli salariali che non hanno in nessun modo tenuto in alcuna considerazione la “meritocrazia”. La pesante incidenza del cuneo fiscale fa si che a fronte di 1.000 euro l’impresa debba sostenere un costo di 2.200 euro. Vista la crisi economica e la conseguente riduzione di reddittività delle aziende, diventa estremamente difficile fare una politica aziendale di miglioramento dei salari legati alla produttività e alle competenze distintive, senza prevedere una riduzione del cuneo fiscale».


Su questa strada le leggi di Bilancio 2016 e 2017 hanno previsto incentivi fiscali che riguardano i premi collettivi di produttività e la possibilità d’incrementare la retribuzione netta attraverso l’uso del welfare aziendale. Su questo percorso intrapreso è necessario avere più risorse disponibili e aprire agli incentivi della meritocrazia sulla singola risorsa aziendale. Per Miazzo, infine, «sono da prevedere in modo strutturale l’utilizzo dei lavoratori in cassa integrazione con inserimento in altre aziende che dovranno prevedere un piano formativo con un vantaggio economico: corrispondere la differenza di retribuzione persa dal lavoratore con una tassazione agevolata del 10%. In questo modo si darebbe un senso all’inclusione lavorativa, senza costi aggiuntivi per la collettività».






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