martedì 17 luglio 2018
Giugno è stato l'ultimo mese per il quale i datori di lavoro hanno potuto erogare l'anticipo del Tfr in busta paga
Addio alla quota integrativa di retribuzione
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Addio Quir. L’Inps mette la parola fine sulla quota integrativa di retribuzione. Giugno, infatti, è stato l’ultimo mese per il quale i datori di lavoro hanno potuto erogare l’anticipo del Tfr in busta paga (era il fine della Quir), in base all’operazione avviata a marzo del 2015 dall’allora governo Renzi. Dal corrente mese di luglio, pertanto, la situazione va ripristinata all’assetto previgente alla Quir per ciò che concerne la destinazione del trattamento di fine rapporto, Tfr: accantonamento in azienda oppure versamento in un fondo pensione. A spiegarlo è lo stesso Inps con il messaggio n. 2791/2018. L’operazione chiude con un bilancio piuttosto magro, considerato che i dipendenti interessati sono stati 387.524 su una platea di circa 15 milioni di aventi diritto (dunque soltanto il 2,5% vi ha fatto ricorso); il picco massimo mensile, per circa 217 mila dipendenti (1,3%), c’è stato a febbraio 2018.

Introdotta dalla legge di stabilità 2015 (legge n. 190/2014), la misura, in via sperimentale e per i periodi di paga da marzo 2015 a giugno 2018, ha dato la possibilità ai lavoratori dipendenti del settore privato, eccezion fatta per domestici e agricoli, di ricevere dal datore di lavoro la liquidazione della quota maturanda del trattamento di fine rapporto lavoro (Tfr) sotto forma d’integrazione della retribuzione mensile, erogata mensilmente in busta paga alla voce “Quir”. A favore dei datori di lavoro con meno di 50 addetti l’erogazione della Quir è stata agevolata dalla possibilità di accesso a uno specifico finanziamento agevolato. Non essendoci state né proroga né reiterazione della misura, spiega l’Inps, dal periodo di paga di questo mese di luglio i datori di lavoro non sono più tenuti a erogare in busta paga la Quir ai dipendenti che ne hanno avevano richiesta.

In base ai dati forniti dall’Inps l’operazione Quir chiude con un bilancio magro. Nei tre anni di operatività sono stati al massimo poco più di 217mila i dipendenti interessati in uno stesso mese (il dato è relativo a febbraio 2018), cioè l’1,3% della platea potenziale di circa 15 milioni di dipendenti. Particolarità del dato statistico è la sua crescita nel tempo: da 110mila adesioni iniziali, nel 2016, cresce fino ad arrivare a superare quota 200mila a giugno 2017; in termini di Tfr mensile anticipato (cioè di Quir) significa un importo iniziale di 15 milioni di euro e uno finale di circa 30 milioni.

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