giovedì 19 dicembre 2019
Aumentano del 19,5% su ottobre e del 37,6% su un anno. A dicembre 306.281 domande di disoccupazione. In dieci anni perse oltre 60mila imprese. Giù i contratti a termine
A novembre 30,9 milioni ore di cassa integrazione
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A novembre l'Inps ha autorizzato alle aziende quasi 30,9 milioni di ore di cassa integrazione con un aumento del 19,5% su ottobre e del 37,6% su novembre 2018. Lo rileva l'Inps spiegando che la crescita è dovuta soprattutto alle richieste di cassa integrazione ordinaria (+60,1% sull'anno). Nei primi 11 mesi del 2019 sono stati chiesti 243,3 milioni di ore di cassa con una crescita del 20,45% sullo stesso periodo del 2018, dato trainato dalle richieste di cig straordinaria (+33,39%). È probabile che l'anno si chiuda con
la prima inversione di tendenza dopo i cali continui dal 2013.

Mentre a dicembre sono arrivate all'Inps 306.281 domande di disoccupazione tra Naspi, mobilità e Discoll, sostanzialmente in linea con lo stesso mese del 2018 (-0,8%). Nei primi dieci mesi dell'anno sono arrivate all'Inps 1,71 milioni di domande di sussidio con un aumento del 5,8% sullo stesso periodo del 2018.

Inoltre, tra il 2009 ed il 2018 si sono "perse" 60.966 imprese anche se un leggero recupero dello 0,22% si è registrato tra il 2017 e il 2018. È quanto si legge nel Rapporto Inps che osserva l'andamento delle imprese nel settore non agricolo. Nell'anno 2018, infatti, le imprese del settore privato che sono risultate attive sono state 1.655.982 rispetto al 1.716.948 del 2009, 60.966 in meno dunque mentre nel 2017 sono state pari a 1.652.285, in aumento dello 0,22%.

Complessivamente comunque, e al netto delle cessazioni, si legge nell'Osservatorio Inps, le assunzioni, riferite ai soli datori di lavoro privati, nei primi dieci mesi del 2019 sono state 6.154.000. Rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente sono aumentate quelle contratti a tempo indeterminato, di apprendistato, stagionali e intermittenti; risultano invece in contrazione le assunzioni con contratti a tempo determinato e in somministrazione. Tra gennaio-ottobre scorsi, rispetto allo stesso periodo 2018 vi è stato un netto incremento delle trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato, passate da 416mila a 603mila (+187mila, +44,9%); in crescita risultano anche le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo (sono passate da 54.700 a 68.100: +24,5%). Le cessazioni nel complesso sono state 5.654.000, in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente: la riduzione ha riguardato le cessazioni di contratti in somministrazione e di rapporti a termine; in crescita risultano invece le cessazioni di rapporti con contratto intermittente, stagionale, in apprendistato e a
tempo indeterminato.

Tra gennaio e ottobre, infine, sono stati 91.536 i rapporti di lavoro (49.600 assunzioni e 41.936 trasformazioni a tempo indeterminato) ad aver usufruito dei benefici previsti dall'esonero triennale strutturale per le attivazioni di contratti a tempo indeterminato di giovani fino a 35 anni. Per quel che riguarda il lavoro occasionale, la consistenza dei lavoratori impiegati con questo tipo di contratto si attesta a ottobre scorso intorno alle 19mila unità (in linea rispetto allo stesso mese del 2018); l'importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 233 euro. Per i lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia (Lf), invece, ottobre registra un aumento: risultano essere circa 9mila (in lieve aumento rispetto a ottobre 2018) per un importo medio mensile lordo pari a 193 euro.



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