martedì 23 ottobre 2012
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Cattive notizie per i pensionati ex Inpdap con altri redditi. A partire da novembre riceveranno una pensione più magra, per effetto delle consuete operazioni di verifica che l’Inps effettua ogni anno sulla cumulabilità dei redditi con le prestazioni pensionistiche (vecchia operazione Red). Gli ultimi controlli appena terminati sono relativi al 2010 e l’Inps ha già disposto il recupero degli importi non spettanti a partire appunto sulle rate di pensione del prossimo mese di novembre (massimo 60 rate). La verifica ha riguardato il diritto alle pensioni ai superstiti e alla somma aggiuntiva (la cosiddetta quattordicesima) erogati nel corso dell’anno 2011, con riferimento ai redditi (diversi dalla pensione) percepiti l’anno precedente. Si tratta della consueta verifica reddituale, che una volta era richiesta direttamente ai pensionati (il vecchio modello Red), finalizzata ad accertare la sussistenza del diritto alle prestazioni cosiddette collegate al reddito, quelle prestazioni cioè il cui diritto e la cui misura dipendono dal reddito del pensionato. Una volta, come accennato, la verifica veniva condotta sulla base di dichiarazione rese dagli stessi pensionati; la legge n. 102/2009 ha cancellato tale obbligo e ha incaricato gli istituti di previdenza di recuperare le informazioni relative ai dati fiscali tramite collegamento telematico con l’amministrazione finanziaria. Quando dalla verifica risulta che sono stati erogati ai pensionati prestazioni per importi superiori rispetto a quelli spettanti a titolo di pensione ai superstiti, il debito così accertato è posto in recupero sulla rata di pensione in erogazione. Parimenti nel caso in cui la somma aggiuntiva dovesse risultare d’importo superiore a quello spettante sulla base della verifica reddituali: con la rata pensione l’Inps procede al recupero dell’importo eccedente. Questi controlli l’Inps li ha svolti in merito alle prestazioni erogate nell’anno 2011, con riferimento ai redditi relativi all’anno 2010, e gli indebiti saranno recuperati dalla rata di pensione di novembre. Ai pensionati interessati è stata spedita una lettera informativa in cui è comunicato, tra l’altro, l’importo del debito le modalità di recupero. La trattenuta operata dall’Inps sarà pari a un quinto (1/5) dell’importo complessivo della pensione, al netto delle ritenute Irpef, con recupero in un massimo di 60 rate. Nei casi in cui la rateizzazione massima non fosse sufficiente a estinguere il debito l’importo residuo sarà recuperato sulla pensione diretta (quella principale). Qualora, nonostante il recupero sulla pensione diretta, dovesse ancora residuare un ulteriore debito, l’Inps provvederà a convocare il pensionato per concordare le modalità di restituzione di quanto non recuperato con le trattenute sulle pensioni.Il pensionato, entro 30 giorni dalla ricezione della lettera-comunicazione relativa alla verifica fatta sulla sua situazione reddituale, può recarsi presso la sede dell’Inps che ha in carico la gestione della relativa pensione per presentare eventuale documentazione che ritenga utile al chiarimento della propria posizione accertata dall’istituto di previdenza.Vale la pena ricordare che, sulla questione dei “conguagli” dei pensionati, è intervenuto anche il Presidente dell’Inps per annunciare che, tra pensionati pubblici (ex Inpdap) e pensionati privati (Inps), l’istituto di previdenza si appresta a recuperare circa 80 milioni di euro a titolo di “somme aggiuntive” non dovute (le famose quattordicesime), a carico di circa 200 mila pensionati (l’anno scorso furono circa 180 mila). Il Presidente dell’Inps ha rassicurato che il recupero delle somme avverrà nel modo “più indolore” possibile e ha precisato che il recupero non deriva da errori da parte dell’Inps, ma degli stessi cittadini che hanno dichiarato redditi più bassi di quelli percepiti.
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