mercoledì 30 settembre 2009
 prezzi al consumo italiani nel mese di settembre hanno mostrato una leggera discesa rispetto ad agosto, frenati soprattutto dal calo della componente energetica. A livello tendenziale prosegue invece il trend di graduale ripresa dai minimi di luglio - seppur marginalmente inferiore alle attese - che dovrebbe accelerare il passo nei mesi successivi.
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I prezzi al consumo italiani nel mese di settembre hanno mostrato una leggera discesa rispetto ad agosto, frenati soprattutto dal calo della componente energetica. A livello tendenziale prosegue invece il trend di graduale ripresa dai minimi di luglio - seppur marginalmente inferiore alle attese - che dovrebbe accelerare il passo nei mesi successivi.Le stime provvisorie di Istat mostrano per settembre un indice Nic in calo dello 0,2% su mese e in crescita dello 0,2% su anno. Ad agosto l'indice era salito dello 0,3% in termini congiunturali e dello 0,1% su base annua, dopo la lettura invariata di luglio. La mediana delle previsioni degli economisti raccolte da Reuters indicava una variazione di -0,1% su mese e +0,3% su anno.L'indice armonizzato Ipca ha segnato una variazione di +0,6% su mese e +0,3% su anno (dal +0,2%, +0,1% del mese precedente), in linea con le attese. A livello mensile il dato risente del paragone con agosto, mese in cui erano ancora in corso i saldi estivi che non sono invece considerati nell'indice nazionale.Su discesa prezzi pesa componente energia. "È la componente energetica nel suo complesso, data dalla somma dei consumi domestici e della componente trasporti (che insieme pesano per circa il 25% di tutto il paniere) a influenzare maggiormente il dato odierno", commenta Antonio Cesarano di Mps Capital Services. "La discesa su base mensile è imputabile a una componente stagionale molto forte sulla voce 'leisure and culturè e alla voce dei trasporti (-1,5% su mese), dove hanno agito al ribasso sia una discesa del costo della benzina sia una prevedibile discesa delle tariffe aeree", fa eco Marco Valli di Unicredit Mib.Sul fronte opposto si segnala l'aumento mensile dello 0,3% messo a segno dall'abbigliamento (che pesa per circa il 9% del paniere), riconducibile a un effetto 'nuove collezionì legatoal cambio di stagione, sottolinea Cesarano. È comunque la componente energetica a essere additata, anche nel resto d'Europa, come la principale responsabile del raffreddamento dell'inflazione, complice l'effetto base rispetto al 2008, quando i prezzi del petrolio viaggiavano su livelli decisamente più alti."Il contributo negativo dell'energia sta frenando la dinamica dell'inflazione più del previsto, data anche la frenata delle benzine in particolare negli ultimi dieci giorni. È una dinamica già vista in Germania", osserva Anna Maria Grimaldi di Intesa Sanpaolo. I prezzi al consumo tedeschi preliminari, diffusi lunedì, hanno mostrato una flessione dello 0,4% su mese e dello 0,3% su anno mentre a livello di zona euro la stima flash pubblicata oggi evidenzia una discesa su base annua dello 0,3%. Ripresa inflazione in ultimi mesi anno. Il trend di graduale ripresa dell'inflazione tendenzialedovrebbe proseguire, secondo gli economisti, anche nei mesi successivi, con un'accelerazione - seppur ancora moderata - tra novembre e dicembre. "L'inflazione dovrebbe tornare comunque attorno alla media europea, in positivo, nel momento in cui verrà a mancare l'effetto base positivo di energia e alimentari. Questo dovrebbe avvenire negli ultimi mesi dell'anno", sottolinea Grimaldi. Valli prevede un'inflazione a fine anno intorno o appena sopra all'1%. "Si continuerà a salire in maniera più graduale a ottobre e un pò più brusca tra novembre e dicembre". Anche per la zona euro è prevista una ripresa ma almeno per qualche tempo l'inflazione dovrebbe rimanere sotto il target del 2% fissato dalla Banca centrale europea. Istat renderà noto il dato definitivo sull'inflazione di settembre il 15 ottobre alle 10,00. Lo stesso giorno alle 11,00 saranno pubblicate anche le statistiche definitive relative alla zona euro.
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