domenica 4 gennaio 2009
Secondo le stime provvisorie dei prezzi il tasso al consumo è salito in media annua dello 0,8%. È il valore più basso dal 1959, quando si registrò un calo dello 0,4%. Nel 2008, complice la fiammata dei prezzi del petrolio, l'inflazione si era attestata a +3,3%.
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L'inflazione nel 2009 ha registrato la crescita minima degli ultimi 50 anni. Le stime preliminari dell’Istat l’hanno collocata in media a più 0,8%, in forte discesa (di 2 punti e mezzo) dal 2008 quando si attestò al 3,3%. Era appunto dal lontano 1959 che non si toccava un livello così basso. Anzi, per la verità allora l’indice dei prezzi scese addirittura in territorio negativo e segnò -0,4%. C’è da sperare che sia beneaugurante, visto che quello fu l’ultimo caso di deflazione annua registrato nel Paese, in coincidenza con l’avvio del boom economico. Secondo il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, i dati mostrano che «il potere d’acquisto dei cittadini non è stato penalizzato» dalla crisi, «anzi in molti casi è aumentato». Decisamente meno soddisfatti sono però i consumatori e la Cgil che, con Agostino Megale, denuncia una «crescita zero» dei salari nell’anno passato (perché anche le retribuzioni di fatto sono aumentate di uno 0,8%), provocando una nuova polemica con la Cisl la quale rivendica invece che «con il nuovo sistema contrattuale (non firmato dalla Cgil, ndr) i salari sono cresciuti più dell’inflazione». Il Codacons preferisce sottolineare che il tasso inflattivo «avrebbe dovuto essere addirittura negativo e non positivo», se si tiene conto del vistoso calo della domanda che c’è stato nel 2009 e «che ha riguardato anche beni necessari». Una considerazione, quest’ultima, ripresa dal centro studi Cerm che opera dei distinguo su questo primato storico di bassa inflazione. In primo luogo il Cerm ricorda che il dato non deve sorprendere, per il semplice motivo che il 2009 ha visto pure «la maggior contrazione del Pil da oltre 50 anni a questa parte»; soprattutto osserva però che «non è il risultato di pratiche di prezzo concorrenziali», ma «la sintesi di una dinamica dei prezzi che nel biennio 2008/09 è sempre stata in crescendo», anche in presenza «di una marcata correzione al ribasso dei prezzi alla produzione». In effetti, la stessa stima preliminare dell’Istat segnala che a dicembre l’inflazione è comunque salita dello 0,2% su novembre; su base tendenziale, cioè nell’anno (rispetto a dicembre 2008), l’aumento si conferma per il quinto mese consecutivo dopo luglio e arriva all’1%, per la spinta in particolare dei rincari di alcoolici e tabacchi (+4,4%) e trasporti (2,2%), bilanciati dal -2,3% dei costi per casa, acqua e combustibili. Sempre il Cerm sottolinea che fra dicembre 2008 e dicembre 2009 il Nic (che è l’indice dei prezzi per l’intera collettività) ha fatto segnare piccolissime variazioni mensili negative solo in 3 mesi su 13. Insomma, l’impressione di molti è che l’inflazione non sia poi così bassa come avrebbe dovuto essere in una fase di piena crisi. Tanto più che la tendenza sembra essere verso una ripresa della crescita. Lo dice l’Isae e anche il centro studi di Confcommercio, per il quale «difficilmente nei prossimi mesi si potrà tornare su dinamiche analoghe a quelle registrate nei mesi estivi del 2009». Le dinamiche dell’inflazione si riproducono, in piccolo, nel settore alimentare: Confcommercio segnala che il +0,4% tendenziale è un «valore che non si registrava dalla fine del 2005», mentre Coldiretti replica che il livello avrebbe dovuto essere più basso visto il crollo dei prezzi alla produzione (anche se poi festeggia l’incremento in quantità, sempre di 0,4%, dei consumi alimentari). Lo stesso dato tendenziale in salita di dicembre è visto dal ministro Scajola come «un indice di ripresa dei consumi e delle attività economiche». Scajola evidenzia poi l’importanza, «in questa fase di avvio della ripresa», di fare «controlli sui prezzi per evitare speculazioni» e ricorda in tal senso che il Garante per la sorveglianza sui prezzi ha convocato per il 19 gennaio i produttori di pasta: «E così faremo – conclude – anche per altri settori».
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