sabato 7 gennaio 2017
Nella classifica dei consulenti del lavoro in Alto Adige il tasso degli occupati supera il 71%, lo stesso di Bologna, prima tra le città, mentre Napoli (36%) è ultima
Occupazione: Bolzano al top, Vibo è maglia nera
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La provincia italiana con il tasso di occupazione più basso? È Vibo Valentia, con appena il 35,8% nella fascia d’età tra compresa tra i 15 e i 64 anni. Mentre l’Alto Adige, con Bolzano, si conferma al vertice della classifica con il tasso più alto (71,4%) di posti di lavoro coperti. La maggiore percentuale di residenti immigrati si trova invece nella provincia di Prato (20%). Ma è Crotone a registrare la più alta misura di disoccupazione in generale (32,2%, quasi il triplo della media italiana) con Cosenza che batte il record di quella giovanile femminile (84,4%). Sono alcuni dei risultati del Report della Fondazione studi dei consulenti del lavoro stilato elaborando dati Istat riferiti al 2015.
Ma il rapporto mette anche in evidenza che tra le grandi città, quella che ha il tasso di occupazione più alto è Bologna (70,9%) mentre Napoli ha la maglia nera della graduatoria con il 36,2% delle persone tra i 15 e i 64 anni che hanno un’occupazione. Nella speciale classica dell’efficienza del mercato del lavoro (a cui concorrono diversi fattori, tra cui le qualificazioni professionali e la quota dei contratti standard applicati) la prima posizione tra le province è di Milano, seguita da Bologna, Trieste, Monza e Brianza (Bolzano è quinta). In fondo c’è Agrigento (27,9%), preceduta da Barletta, Andria, Trani e, fanalino di coda, Crotone. I lavoratori più istruiti sono a Roma e Milano (il 29,9% e il 28,7% degli occupati ha una laurea nel cassetto) mentre quelli con il titolo più basso risiedono a Nuoro (oltre il 55% è arrivato al massimo alla licenza media contro il 22% in provincia di Roma)
Anche la Cgia di Mestre, in un’analisi sull’uso dei voucher, mostra un Paese spaccato in due dove l’incidenza delle ore lavorate utilizzando i “buoni” è nettamente inferiore alla media nazionale in Calabria (0,13%), Sicilia (0,12%), nel Lazio e in Campania (entrambe allo 0,11%).

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