venerdì 25 maggio 2018
Le nuove generazioni rimangono svantaggiate sia sul fronte del reddito che su quello del mercato del lavoro
Il "doppio fardello" sulle spalle dei giovani
COMMENTA E CONDIVIDI

Dal 2013 i mercati del lavoro dell’Unione Europea sono in ripresa, in concomitanza con l’accelerazione della crescita economica. Tuttavia, le giovani generazioni di oggi rimangono svantaggiate sia sul fronte del reddito, che su quello del mercato del lavoro. Questo è preoccupante in quanto sono proprio tali fasce (i giovani di oggi e le future generazioni) quelle di cui ci sarà bisogno per incrementare la crescita della produttività. A ciò si aggiunge il fatto che i giovani di oggi dovranno sopportare il peso del cambiamento demografico due volte: oltre a pagare al sistema previdenziale contributi più alti rispetto a chi è attualmente occupato, il livello della loro pensione sarà più basso rispetto a quello dei pensionati di oggi. Finora si sono compiuti molti progressi nel campo delle riforme del sistema pensionistico, anche se è necessario uno sforzo maggiore per bilanciare il peso tra generazioni. Proprio il legame tra impatto demografico e lavoro apre una serie di questioni sulla materia delle riforme pensionistiche, delle nuove competenze dei lavoratori e di come accogliere le sfide della digitalizzazione del lavoro.

Questo il cuore del seminario che si è tenuto questa mattina a Roma, nell'Auditorium dell'Inapp (Istituto
nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche) sulla presentazione del Rapporto della Commissione Europea in materia di Occupazione e Sviluppi sociali in Europa sul patto intergenerazionale e i costi dell'invecchiamento della popolazione. Di questo ha parlato Loukas Stemitsiotis, capo Unità della Direzione generale degli affari sociali della Commissione Ue, aprendo i lavori di questa mattina di studio e confronto, promossa da Inapp e Adepp (Associazione degli enti previdenziali privati). Il rappresentante della Commissione Ue ha sottolineato che «servono politiche del lavoro dirette ad incrementare l’occupazione investendo sulle competenze dei lavoratori e invogliando quelli più anziani a restare sul mercato del lavoro più a lungo».

Mentre il presidente dell'Inapp, Stefano Sacchi, ha precisato che «il rapporto sugli sviluppi sociali e occupazionali in Europa porta alla nostra attenzione l'impatto che grandi cambiamenti demografici e tecnologici avranno non solo sul lavoro, ma anche sul welfare». «Occorrono analisi serie e approfondite - ha aggiunto - per prevenire gli effetti negativi e per sfruttare le opportunità di questi cambiamenti. E occorre anche considerare questi scenari nel progettare le eventuali riforme del lavoro e del welfare». Tra questi, il fatto che i giovani di oggi dovranno sopportare un "doppio fardello": oltre a pagare contributi più alti rispetto agli attuali occupati, percepiranno una pensione più bassa rispetto ai pensionati di oggi. Inoltre «mostra come l'Italia debba continuare a promuovere l'occupazione anche nelle fasce di età più elevate, eventualmente con strumenti come il part-time agevolato».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: