martedì 3 marzo 2020
È la fotografia che emerge da “Mai più invisibili. Indice 2020 sulla condizione di donne, bambini e bambine in Italia” realizzata da We World
Donne del Sud 2,5 volte più a rischio povertà
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Un Paese frammentato, con profonde diseguaglianze non solo tra donne, bambini e bambine da un lato e uomini dall’altro, ma anche tra le stesse regioni. È la fotografia che emerge da Mai più invisibili. Indice 2020 sulla condizione di donne, bambini e bambine in Italia, indagine realizzata da We World - organizzazione italiana che da 50 anni difende i diritti di donne e bambini in 29 Paesi del mondo, compresa l’Italia – per misurare l’inclusione di donne e popolazione under 18, monitorandola attraverso 38 indicatori per rilevare molteplici aspetti (economico ma anche educativo, sanitario, culturale, politico, civile) e considerando l’intreccio tra le condizioni di vita degli uni e delle altre.

Il rapporto rileva come alla ormai nota suddivisione tra Nord e Sud del Paese se ne sia aggiunta una seconda: tra Nord e Centro-Ovest da una parte, Centro-Est e Sud dall’altra. Donne e bambini/e vivono in condizioni di buona e sufficiente inclusione nei territori posti a Nord e nel Centro-Ovest, mentre sono in condizione di grave esclusione o di insufficiente inclusione al Sud, nelle isole e nella parte centro orientale del Paese.

La classifica finale vede al primo posto il Trentino Alto Adige (valore Index pari a 4,8), seguito da Lombardia (3,4), Valle d’Aosta (3,4), Emilia Romagna (3), Lazio e Friuli Venezia Giulia (2,1), Veneto (1,9), Toscana (1,6), Liguria (1,5), Piemonte (1), Marche (0). Nella parte bassa della classifica (Index in negativo) le regioni del Centro-est e Sud Italia: gli ultimi posti sono occupati da Sardegna (-2,6), Puglia (-3,5), Campania (-3,9), Sicilia (-4,3). Fanalino di coda è la Calabria (-4,5). Donne e bambini residenti in Calabria vivono uno svantaggio doppio rispetto a donne e bambini del Trentino Alto Adige, con un divario di ben 9,3 punti tra le due Regioni.

I divari tra territori sono particolarmente marcati nella dimensione educativa per i bambini e le bambine, con picchi di dispersione scolastica che sfiorano il 20% in alcune Regioni del Sud (contro il 10,6% della media europea) e in quella economica per le donne: in Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna circa due donne su dieci sono a rischio povertà ed esclusione sociale, mentre in Sicilia lo è una donna su due.

«Si conferma la difficoltà del nostro Paese a garantire i diritti di donne e bambini e bambine, soprattutto in alcune regioni. Dal 2015 a oggi l’Italia sta avendo un declino costante che è stato determinato in particolare dall’erosione della dimensione educativa riguardante i bambini/e, e dalla scarsa partecipazione alla vita economica e politica da parte delle donne - ha commentato Marco Chiesara, presidente di We World -. La povertà femminile incide sull’inclusione dei bambini/e sotto molteplici aspetti, in primis quello educativo. Povertà economica (ma non solo) delle donne e povertà educativa dei bambini/e sono intrecciate e si alimentano a vicenda, in un circolo vizioso che può essere spezzato solo con politiche e interventi ad hoc, che tengano conto anche delle specificità territoriali. Favorire l’accesso all’educazione, al lavoro, alla salute a tutti e tutte è essenziale per ridurre le diseguaglianze e fare in modo che tutti e tutte possano disporre delle stesse risorse, almeno in partenza».

«Abbiamo deciso di rafforzare la collaborazione con We World e di finanziare la pubblicazione del rapporto perché da subito abbiamo colto l’importanza di uno strumento di rendicontazione e monitoraggio del grado di inclusione di donne e bambini nel nostro paese – dice Adriano Turrini, presidente di Coop Alleanza 3.0 -. Il rapporto e i dati presentati identificano le povertà educative, l’abbandono scolastico, l’occupazione femminile, la povertà e l’esclusione sociale presenti nel nostro paese su base regionale, su cui pubblico e privato sono chiamati ad agire in termini di politiche ed azioni concrete. Per Coop Alleanza 3.0 si tratta di temi che sono parte della nostra stessa missione, richiamati anche negli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, su cui la cooperativa ha preso una serie di impegni concreti attraverso le azioni definite nel nostro nuovo Piano di Sostenibilità».

Questo indice ci restituisce la fotografia di un’Italia con grandi sacche di povertà, soprattutto nelle periferie più problematiche, proprio dove We World interviene con progetti a sostegno dei diritti di donne e bambini. Dove sono presenti gli Spazi Donna We World, nati nel 2014 per accogliere donne e bambini nelle periferie più dure e far emergere la violenza, ci scontriamo con contesti caratterizzati da povertà economica, disagio sociale, violenza domestica, povertà educativa e scarsa partecipazione femminile al lavoro. Un mix terribile che mina alle fondamenta le condizioni di vita delle donne, dei bambini e delle bambine, guasta le relazioni sociali, impoverisce le comunità, danneggia il Paese.

L’indice Mai più invisibili nasce con l’obiettivo di rendere disponibili e fruibili alcuni dati che raramente arrivano all’attenzione dell’opinione pubblica e di fornire un elemento utile a tutti gli attori pubblici, privati e del Terzo settore per costruire migliori e più consapevoli politiche e interventi che affrontino in modo congiunto i fattori di esclusione che perpetuano il divario generazionale e di genere. Affinché donne e bambini e bambine non siano più invisibili.


Condizione di bambini e bambine
- La povertà economica incide sulla povertà educativa. I bambini/e residenti nel Sud del paese hanno performance scolastiche peggiori di quelli del Nord, e abbandonano gli studi prematuramente in percentuali più elevate. I bambini residenti in Calabria e nelle Regioni del Sud godono di insufficiente capitale economico: la Calabria ha un Pil pro capite meno della metà di quello del Trentino Alto Adige, un tasso di disoccupazione e un indice di povertà regionale sette volte maggiore. La spesa dei Comuni per la cultura è pari al 49,6% in Trentino Alto Adige, al 4,9% in Calabria.
- Abbandono scolastico: i giovani che abbandonano prematuramente gli studi sono il 14,5% a livello nazionale, ma raggiungono il 20% e oltre in alcune regioni (Sicilia, Sardegna, Campania), contro una media EU del 10,6%; la quota di popolazione con al più l’istruzione secondaria inferiore è del 38,6% in Italia, del 21,9% in EU28, ma raggiunge percentuali di ca. 50% in Sicilia, Sardegna e Puglia.
- Asili nido: in Italia, in media, ancora troppo pochi bambini frequentano gli asili nido: solo l’11,9% dei bambini tra 0 e 2 anni. Si va dal 23,5% dell’Emilia-Romagna all’1,8% della Calabria. Sono le Regioni del Sud quelle in cui i bambini frequentano meno i nidi, sia per scelta delle famiglie, sia per mancanza di strutture. La frequenza al nido incide sugli apprendimenti futuri: non è così casuale, rileva We World, che gli studenti delle Regioni meridionali abbiano performance più basse, sia dal punto di vista linguistico che matematico.

Condizione delle donne
- Occupazione femminile: il tasso di occupazione femminile in Italia (20-64 anni) è tra i più bassi in Europa: 52,5% vs una media EU28 del 66,4%. Ma la quota di donne occupate in Italia settentrionale/centrale è il doppio di quella nel Sud: va dal 69,8% del Trentino-Alto Adige, seguito da Valle d’Aosta (68%) ed Emilia-Romagna (66,9%) al 31,5% della Sicilia.
- Povertà ed esclusione sociale: in Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna circa due donne su dieci sono a rischio povertà ed esclusione sociale, in Sicilia lo è 1 donna su 2; le giovani donne (15-29enni) fuori dal mercato del lavoro (le Neet) si attestano su percentuali vicine alla media europea nel Nord (anche se superiori alla media EU, 16% vs 15,4%), ma lontane più del doppio dalla media EU al Sud (circa 40% in Sicilia e Calabria).


L’Indice si inserisce nella campagna omonima #maipiùinvisibili di We World, dedicata alle donne vittime di violenza in Italia e nel mondo, in occasione dell’8 marzo. Dall’1 al 15 marzo è possibile sostenere We World e proteggere le donne e i loro bambini dalla violenza, donando due euro con sms al numero solidale 45597 dai cellulari personali Wind Tre, Tim, Vodafone, Iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali o 5 euro chiamando lo stesso numero da rete fissa Twt, Convergenze, PosteMobile 0 5 e 10 euro da rete fissa TIM, Vodafone, Wind Tre, Fastweb e Tiscali.

I fondi raccolti sosterranno il programma nazionale di We World contro la violenza sulle donne che comprende il presidio antiviolenza Sostegno Donna all’interno del Pronto Soccorso di un ospedale di Roma e gli Spazi Donna We World nelle periferie di Napoli (Scampia), Milano (Giambellino) e Roma (San Basilio), e quelli in apertura di Bologna e Cosenza, dove sono accolte ogni anno 1.000 donne vulnerabili, spesso con i loro figli.

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