domenica 9 agosto 2020
Bonus "bruciati" in una settimana. Il governo rimodula i contributi, ma tutto è fermo fino all’entrata in vigore del Decreto Agosto
Incentivi auto già esauriti, ora il rifinanziamento per fasce di emissioni
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Sono stati bruciati in appena una settimana i fondi destinati a incentivare l’acquisto di automobili nuove con emissioni di anidride carbonica comprese tra 61 e 110 g/km. La corsa al bonus per le vetture più appetibili del mercato, e sopratttutto alimentate a benzina e gasolio, ha superato le previsioni del governo, un po’ azzardate per la verità, secondo cui i 50 milioni di euro messi a disposizione sarebbero bastati per il mese di agosto. Invece in appena sette giorni lavorativi sono andati esauriti. Ciò significa che fino a quando non entrerà in vigore il cosiddetto “decreto agosto”, che rifinanzia il fondo con altri 250 milioni (150 nella fascia di emissioni 61-90 g/km e 100 nella nuova fascia 91-110 g/km) non sarà possibile ottenere il contributo, che comunque, sarà disponibile, soprattutto per questa seconda fascia, per un numero relativamente limitato di vetture e dovrebbe anche in questo caso esaurirsi rapidamente.

Restano invece ancora ampiamente disponibili i fondi per l’acquisto incentivato di auto a bassissime (0-20) e basse (21-60) emissioni, cioè tutte le elettriche e moltissime delle plug-in, rifinanziato proprio con il cosiddetto Decreto Rilancio, entrato in vigore il 17 luglio scorso.

Nuove regole meno efficaci. Il rifinanziamento per fasce di emissioni così come è stato rimodulato in realtà non favorisce del tutto lo svecchiamento del parco auto italiano, o lo fa comunque meno rispetto alla versione entrata in vigore il 1 agosto. Il testo del provvedimento del governo non è ancora ufficiale. Pare confermato però il leggero aumento del contributo statale per le vetture con emissioni da 61 a 90 g/km, che si vedrebbero riconoscere 250 euro in più rispetto a quanto disposto dal Decreto Rilancio: in assenza di rottamazione, è dunque previsto il contributo di 1.000 euro da parte dello stato, al quale se ne aggiungono altrettanti garantiti dal venditore; con la rottamazione di una vettura di almeno dieci anni, invece, i contributi salgono rispettivamente a 1.750 euro (Stato) e 2.000 euro (concessionaria).

Fino a 2 mila euro in più per le elettriche. Per il resto il provvedimento rifinanzia, anche per il 2021, il vecchio ecobonus già in vigore da marzo 2019 per le auto fino a 60 g/km (nelle due fasce 0-20 e 21-60 g/km) e lo migliora ancora, prevedendo un'iniezione di 50 milioni per il cosiddetto super-ecobonus: in sostanza, con rottamazione sono garantiti un ulteriore contributo di 2.000 mila euro dello stato e 2.000 del venditore, i quali si dimezzano in assenza di rottamazione. Ma solo fino al 31 dicembre 2020.

Lo schema dei contributi. In definitiva, salvo sorprese in extremis, lo schema dei "nuovi" incentivi, fino al 31 dicembre, dovrebbe essere il seguente (i dati sono quelli indicati da “Quattroruote”):
- 0-20 g/km: 8.000 euro con rottamazione (+2.000 euro di contributo del concessionario), 5 mila euro senza rottamazione (+1.000 euro di contributo del concessionario);
- 21-60 g/km: 4.500 euro con rottamazione (+2.000 euro di contributo del concessionario), 2.500 euro senza rottamazione (+1.000 euro di contributo del concessionario);
- 61-90 g/km: 1.750 euro con rottamazione (+2.000 euro di contributo del concessionario), 1.000 euro senza rottamazione (+1.000 euro di contributo del concessionario);
- 91-110 g/km: 1.500 euro con rottamazione (+2.000 euro di contributo del concessionario), 750 euro senza rottamazione (+1.000 di contributo del concessionario).

C’è un limite di prezzo. Nulla cambia, invece, per le soglie di prezzo delle vetture che potranno beneficiare dell’ecobonus: 40 mila euro (compresi gli accessori ma al netto dell’Iva, escluse Ipt e messa su strada) per le auto da 61 a 110 g/km; 50 mila euro (compresi gli accessori ma al netto dell’Iva, escluse Ipt e messa su strada) per quelle da 0 a 60 g/km.

Il bonus deve essere richiesto dal concessionario. Come sempre, l’accesso agli incentivi è subordinato alla disponibilità di fondi: se e quando saranno disponibili, il concessionario prenoterà il contributo sul portale e lo detrarrà dal prezzo finale chiavi in mano della vettura (il contributo del venditore, invece, dovrà essere detratto dal prezzo imponibile). Il bonus statale sarà rimborsato alla concessionaria dalla Casa, che lo recupererà sotto forma di credito d’imposta. L’unico vincolo è l’immatricolazione dell’auto, che deve avvenire entro 180 giorni dall’acquisto.

La norma non sarà retroattiva. Tutte queste novità non saranno retroattive ed entreranno in vigore solo con la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale, cosa che probabilmente avverrà tra pochi giorni: i contributi varranno, dunque, solo per le auto acquistate successivamente.

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