giovedì 23 giugno 2016
​Confermato il trend in diminuzione, anche se restano ancora 26 casi da accertare, che farebbero salire i decessi a 720.
Nel 2015 ci sono stati 694 incidenti mortali
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Nel 2015 in Italia ci sono stati circa 700 morti sul lavoro. Una vera e propria «strage bianca». Non consola, ma è comunque un elemento da rilevare, il fatto che nella serie storica gli infortuni mortali siano in tendenziale riduzione. Nel 2011 ad esempio erano stati ben 906. Purtroppo questa discesa l’anno scorso potrebbe essersi interrotta: ai 694 decessi per causa di lavoro già accertati dall’Inail ne se potrebbero aggiungere altri 26 attualmente sotto istruttoria: il conto può salire così fino a 720, rispetto ai 708 del 2014. Inoltre sono aumentate anche le denunce d’infortunio con esito letale: 1.236 nel 2015, quasi cento più dell’anno prima.  Circa un quarto delle morti (177) è avvenuta in itinere, cioè durante gli spostamenti per raggiungere o lasciare il posto di lavoro. Mentre un altro 30% (205) è avvenuto durante il lavoro ma a bordo di un mezzo di trasporto. Le morti in fabbrica o in officina propriamente dette sono state 312, cioè praticamente una al giorno. Il quadro emerge dalla relazione annuale dell’Inail presentata ieri alla Camera. Il complesso degli infortuni è in leggera riduzione: lo scorso anno ne sono stati riconosciuti 416mila (il 6,6% in meno del 2014) dei quali il 18% avvenuti fuori azienda (cioè durante spostamenti di lavoro o in itinere). In calo del 4% anche le denunce di incidente. Al contrario l’andamento è in salita per quanto riguarda le malattie professionali. Le denunce di patologie legate al lavoro sono state 59mila, circa 1.500 in più del 2014 e ben il 24% più del 2011. La causa professionale è stata riconosciuta in oltre un terzo dei casi.Secondo il segretario confederale della Cisl, Giuseppe Farina, i numeri delle morti per infortunio «rimangono decisamente gravi e preoccupanti e smentiscono la valutazione iniziale circa l’andamento decrescente».Presentando il rapporto il presidente dell’Inail, Massimo De Felice, ha espresso preoccupazione per il progressivo invecchiamento del personale dell’Istituto a causa del blocco delle assunzioni nel pubblico impiego che si protrae da diversi anni. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha auspicato che il tema dello sblocco del turn over (al momento previsto per il 2019) venga messo all’ordine del giorno dal governo.Molto diffuse le irregolarità riscontrate dall’Inail durante i controlli effettuati. Nel corso del 2015 gli ispettori hanno visitato 21 mila aziende, nell’87 per cento dei casi sono state riscontrate anomalie: 61 mila lavoratori sono risultati non in regola e oltre 6.500 totalmente in nero. L’istruttoria, precisa l’istituto, viene aperta su aziende considerate a rischio e ciò spiega l’alta percentuale delle imputazioni riscontrate. Dal punto di vista economico, l’Inps ha registrato nel 2015 entrate di competenza per 9 miliardi e 634 milioni di euro (allo stesso livello del 2014) e uscite di competenza pari a 9 miliardi e 195 milioni. Lo si legge nella Relazione annuale dell’Istituto sulla base dei dati di preconsuntivo. Il risultato finanziario è stato pari così a 439 milioni (in diminuzione del 7,8% sul 2014 e del 43% sul 2011) mentre il risultato economico si attesta a 1.194 milioni (-21,5% rispetto al 2011). Sui conti Inail hanno inciso anche quest’anno – ha spiegato De Felice – le misure della Legge di Stabilità. «Ma il bilancio del 2015 – ha aggiunto – tiene ancora la solvibilità».
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