martedì 25 settembre 2018
Il crollo del ponte Morandi di Genova e la situazione dei braccianti in Puglia hanno fortemente pesato. In otto mesi oltre 400mila infortuni denunciati
Sagome per simboleggiare i morti sul lavoro

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Il crollo del ponte Morandi di Genova e la situazione dei braccianti in Puglia hanno fortemente pesato sull'aumento delle morti sul lavoro. Lo rende noti l'Inail, secondo cui soltanto ad agosto si è contato lo stesso numero di vittime (34) in incidenti plurimi - ovvero quegli eventi che causano in contemporanea la morte di due o più lavoratori - dell'intero periodo gennaio-agosto 2017.

L'Istituto entra nel dettaglio spiegando che nel confronto di periodo dei primi otto mesi, nel 2018 si sono verificati 15 incidenti plurimi che sono costati la vita a 60 lavoratori, rispetto agli 11 incidenti plurimi del 2017, quando le morti furono 34. Nell'agosto di quest'anno, in particolare, si è contato lo stesso numero di vittime (34) in incidenti plurimi dell'intero periodo gennaio-agosto 2017.

I dati rilevati al 31 agosto evidenziano, a livello nazionale, un incremento sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, che sono passati da 491 a 498 (+1,4%), sia di quelli occorsi in itinere, in aumento del 12,6% (da 191 a 215). Nei primi otto mesi di quest'anno si è registrato un incremento di 43 casi mortali (da 574 a 617) nella gestione Industria e servizi, mentre in Agricoltura i decessi denunciati sono stati due in meno (da 88 a 86) e nel Conto Stato 10 in meno (da 20 a 10).

L'analisi territoriale evidenzia un incremento di 32 casi mortali nel Nord-Ovest (da 163 a 195), di 11 decessi al Sud (da 140 a 151) e di tre casi nel Nord-Est (da 179 a 182). Diminuzioni si riscontrano, invece, al Centro (da 138 a 129) e nelle Isole (da 62 a 56). A livello regionale spiccano i 20 casi in più del Veneto (da 62 a 82) e i 15 in più della Lombardia (da 82 a 97). Cali significativi si registrano, invece, nelle Marche (da 28 a 12) e in Abruzzo (da 32 a 18).

L'aumento rilevato nel confronto tra i primi otto mesi del 2017 e del 2018 è legato prevalentemente alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono stati 28 in più (da 615 a 643), mentre quella femminile ha registrato tre decessi in più (da 67 a 70). L'incremento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani (da 574 a 589), sia quelle dei lavoratori extracomunitari (da 74 a 88) e comunitari (da 34 a 36).

Dall'analisi per classi di età emerge come quasi una morte su due abbia coinvolto lavoratori di età compresa tra i 50 e i 64 anni, con un incremento tra i due periodi di 45 casi (da 289 a 334). In aumento anche le denunce che hanno riguardato gli under 34 (da 113 a 132) e gli over 65 (da 49 a 52). In calo, invece, le morti dei lavoratori tra i 35 e i 49 anni (da 231 a 195).


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