venerdì 15 marzo 2019
Oggi la protesta delle costruzioni. Turri (Filca Cisl): «Settore a rischio scomparsa. Il governo istituisca una cabina di regia e riapra i cantieri con politiche mirate»
In piazza l'edilizia in crisi
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È stato proclamato per oggi lo sciopero generale degli edili (oltre un milione di addetti tra edilizia, cemento, legno, laterizi, lapidei). A Roma, in piazza del Popolo, manifestano oltre 10mila lavoratori per chiedere il rilancio di un comparto in forte sofferenza. A loro fianco Franco Turri, segretario generale della Filca Cisl.

Perché questo sciopero?
Non esagero se affermo che il settore delle costruzioni rischia davvero di scomparire. Dall’inizio della crisi sono andati in fumo 620mila posti di lavoro e 120mila aziende hanno chiuso i battenti. L’edilizia valeva l’11,5% del Pil, oggi solo l’8%. Tutta la filiera delle costruzioni rappresentava il 29% del Pil, oggi quella fetta si è ridotta al 17%. Il governo deve capire che la priorità della sua agenda deve essere una politica industriale in grado di rilanciare l’intera filiera delle costruzioni. L’edilizia è un settore anticiclico, in grado di muovere un indotto vastissimo, composto da altri 35 settori, e capace davvero di rilanciare l’intera economia.

Cosa proponete per uscire dalla crisi?
Abbiamo chiesto un tavolo a Palazzo Chigi dove affrontare questa crisi, la più grave dal dopoguerra a oggi. Al governo chiediamo l’istituzione di una cabina di regia, con il coinvolgimento di tutti i soggetti, con l’obiettivo di riaprire i cantieri attraverso politiche mirate, con un sistema che non sia legato all’emergenza, ma che diventi strutturato. Ma attenzione: non ci sono soltanto le grandi opere. Quelle fanno notizia, come l’incredibile balletto sulla Tav, fatto sulla pelle dei lavoratori e sul futuro del Paese. In tutta Italia, però, ci sono centinaia di cantieri da sbloccare o mai avviati: se ripartissero l’impatto sull’occupazione sarebbe fortissimo, si stima che i posti di lavoro prodotti sarebbero 380mila. Tra l’altro sono opere attese dalle comunità, come la realizzazione o la manutenzione di ospedali, scuole, ponti, viadotti, strade, la messa in sicurezza del territorio. La stessa riqualificazione del patrimonio immobiliare, da incentivare strutturando i bonus e rendendoli più allettanti, va incontro alle esigenze dei cittadini, delle famiglie.

Cosa vi aspettate dal Codice degli appalti?
Le indiscrezioni che circolano sul decreto che dovrà sbloccare i cantieri e sulle modifiche da apportare al Codice degli appalti non ci tranquillizzano. Mi chiedo che impatto potrà mai avere la liberalizzazione del subappalto sulla velocità nel riaprire i cantieri. Piuttosto avrà ripercussioni nefaste sulla regolarità, sulla sicurezza e sulla trasparenza. Non mi convince neanche la proposta di una minore rigidità nel valutare le offerte anomale.

Come prevenire lavoro nero e infortuni?

Per la regolarità nei cantieri, oltre a tutti gli strumenti già utilizzati e da potenziare, come il Durc, chiediamo la congruità, in grado di calcolare l’incidenza della manodopera in rapporto all’entità del lavoro svolto. Un grande lavoro preventivo è svolto dai nostri rappresentanti negli Enti bilaterali, ma senza un supporto degli Ispettorati del lavoro, sempre più a corto di uomini e mezzi, è una sfida difficile da vincere. Un’altra battaglia è contro il cosiddetto 'lavoro grigio', cioè il ricorso a contratti diversi come il metalmeccanico, il florovivaistico o il multiservizi. Si calcola che i lavoratori edili interessati siano circa 150mila. Abbiamo presentato una proposta di legge per combattere questo fenomeno, aspettiamo una risposta dal governo. Le malattie professionali e gli infortuni, purtroppo, restano una piaga: nel 2018 ci sono state 1.133 vittime sui luoghi di lavoro e si stima che il 20% di queste fosse un lavoratore edile.

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