venerdì 23 settembre 2022
La crescita si è concentrata esclusivamente nel Centro Nord; si è interrotta nel Mezzogiorno
La ricerca del lavoro resta una priorità per molti

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Da gennaio ad agosto sono stati creati 300mila posti di lavoro. Tuttavia l'occupazione ha rallentato nei mesi estivi. Lo si legge nel rapporto Il mercato del lavoro: dati e analisi, redatto congiuntamente dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, dalla Banca d'Italia e dall'Anpal-Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro. A luglio e agosto la domanda di lavoro si è indebolita nei comparti industriali a maggiore intensità energetica e si è quasi arrestata nelle costruzioni: 10mila a luglio e 23mila ad agosto (sono stati meno della metà di quelli registrati nel bimestre maggio-giugno). Dopo la forte espansione dei mesi primaverili, anche commercio e turismo hanno mostrato segnali di rallentamento. Nei due mesi estivi sono diminuiti i posti di lavoro a termine, mentre è proseguito l'aumento di quelli a tempo indeterminato, sostenuti anche dal numero di trasformazioni di posizioni temporanee in permanenti. La crescita si è concentrata esclusivamente nel Centro Nord; si è interrotta nel Mezzogiorno. In estate è proseguita la diminuzione del numero dei disoccupati. Nei primi sette mesi del 2022 le uscite dalla disoccupazione sono lievemente aumentate tra le donne, mentre sono diminuite tra gli uomini, presumibilmente anche a causa della flessione della domanda di lavoro nelle costruzioni, settore tipicamente a prevalenza maschile. Nella manifattura si è osservata un'ampia eterogeneità, determinata anche dai differenti effetti settoriali dei rincari dell'energia. Nel 2022 i dieci comparti a maggiore intensità energetica, individuati sulla base del rapporto tra consumo di energia e valore aggiunto, hanno mostrato un significativo rallentamento; in estate ha decelerato soprattutto il settore alimentare, penalizzato tra l'altro dalle difficoltà negli approvvigionamenti delle materie prime. La domanda di lavoro ha rallentato marcatamente anche nelle costruzioni, confermando i dati dell'Istat circa la riduzione del tasso di posti vacanti in atto dal secondo trimestre del 2022. Nell'ultimo bimestre i servizi hanno risentito invece dell'attenuazione della dinamica del commercio e del turismo, che ha seguito la forte espansione dei mesi primaverili. I contratti a tempo determinato, che sono maggiormente sensibili alle condizioni cicliche, hanno registrato da giugno un saldo negativo; dall'inizio del 2022 hanno contribuito solo per un quinto all'aumento dell'occupazione regolare, rispetto al 70% nei primi otto mesi del 2021. Al contrario, è proseguita la crescita dell'occupazione a tempo indeterminato, che ha beneficiato anche delle numerose trasformazioni di contratti già in essere. È rimasto negativo il contributo dell'apprendistato.

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