giovedì 1 marzo 2018
Terra ricca di opportunità per i giovani, con un sistema scolastico e universitario qualificante e un contesto che alimenta e sostiene la propensione ad avviare un’attività imprenditoriale
In Lombardia scuola e lavoro si incontrano
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La Lombardia è una terra ricca di opportunità per i giovani, con un sistema scolastico e universitario qualificante e un contesto che alimenta e sostiene la propensione ad avviare un’attività imprenditoriale. Così si sono espressi i giovani lombardi secondo una recente indagine svolta da Swg ed Eupolis Lombardia (dicembre 2017) con i dati elaborati per Lombardia Speciale. Innanzitutto una valutazione decisamente positiva sulle scuole superiori frequentate: il 72% dei giovani intervistati esprime la propria soddisfazione, dato che tende ad aumentare tra chi ha frequentato il liceo mentre risulta fa più moderato tra gli ex alunni degli istituti professionali. A questo si accompagna anche un alto livello di soddisfazione rispetto ai corsi universitari frequentati: il 75% esprime un giudizio dichiaratamente positivo, con un punteggio medio di 7,4 che risulta più elevato rispetto alla media italiana.

In secondo luogo va sottolineata la percezione della Lombardia come un contesto favorevole per quasi il 60% dei giovani, che la ritengono un territorio che offre buone opportunità di studio e di lavoro. In questo scenario, nel quale i giovani sono propensi a guardare al futuro con fiducia, è importante rilevare anche la spinta ad avviare una propria attività imprenditoriale, con il 42% del campione che sposa un ideale lavorativo basato sul lavoro autonomo o sull’avvio di un’azienda e il 70% che non esclude a priori la possibilità di intraprendere una propria attività.

«Quando un giovane sceglie un percorso di studio di secondo grado - spiega il direttore centrale per Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia, Giovanni Bocchieri - è interessato al fatto che al termine del proprio periodo formativo avrà acquisito oltre che un bagaglio di conoscenze teoriche, delle competenze spendibili nel mercato del lavoro che possano tradursi in opportunità concrete. L’elevato grado di soddisfazione che i giovani lombardi mostrano rispetto all’esperienza maturata nel percorso scolastico di secondo ciclo, presenta però una flessione tra gli studenti degli istituti professionali. Bisogna tenere ben presente che la tematica dell’istruzione professionale non si esaurisce nel sistema scolastico di durata quinquennale, ma a questa concorre il sistema regionale di istruzione e formazione».

A tal proposito, nel corso degli anni, si è creato un sistema di Istruzione e Formazione Professionale che presenta un’offerta formativa articolata, in grado di costituire un effettivo raccordo tra percorso di studio e mondo del lavoro. Negli ultimi cinque anni, le azioni di Regione Lombardia si sono focalizzate nell’impostazione di un modello di apprendimento duale, basato sulla connessione ancor più forte tra formazione e lavoro. «In particolare - continua il dirigente - il nostro impegno è stato volto a garantire ai giovani la possibilità di frequentare i percorsi di istruzione superiore e di istruzione e formazione professionale regionali, affiancando alla formazione teorica la formazione sul campo ancor prima di entrare ufficialmente nel mondo del lavoro, attraverso esperienze di alternanza scuola-lavoro in azienda e il contratto di lavoro di apprendistato formativo di primo livello». Questa scelta è stata possibile anche perché in Lombardia è stata strutturata una rete formativa capillare, composta da oltre 100 istituzioni formative diffuse sul territorio, che forniscono un’offerta formativa diversificata, in grado di rispondere alle diverse inclinazioni e aspirazioni dei giovani, e che hanno saputo instaurare e consolidare nel tempo un legame forte con il tessuto imprenditoriale del territorio, realizzando così una formazione realmente protesa al fabbisogno professionale delle imprese. La proattività delle Istituzioni scolastiche e formative e delle imprese lombarde, unitamente a scelte di programmazione lungimiranti, hanno permesso di costruire un sistema di formazione professionalizzante con un’identità distintiva, riconosciuta e apprezzata, come dimostra il numero in costante aumento di allievi che scelgono i percorsi di istruzione e formazione professionale regionali: dal 2013 sono 257mila i giovani che hanno frequentato un corso triennale o di quarto anno per conseguire il titolo di Qualifica o di Diploma professionale regionale. Un valore che è corroborato anche dai livelli di soddisfazione che si registrano tra i giovani lombardi per l’esperienza maturata nei corsi di studio delle scuole superiori.


«Il rapporto tra mondo della scuola e mondo del lavoro - sottolinea Bocchieri - è incentrato sulla relazione tra tre attori, che sono i veri protagonisti di questo innesto virtuoso: la scuola, le imprese e i giovani. Migliorare il dialogo tra il mondo della scuola e il mondo del lavoro vuol dire innanzitutto promuovere il libero incontro tra la persona e le opportunità educative. Offrire ad un giovane la possibilità di scegliere tra un’offerta formativa ampia che gli permetta di ottenere un titolo immediatamente spendibile nel mercato del lavoro dovrebbe rappresentare il primo obiettivo di ogni sistema educativo. Naturalmente questa relazione può ancora migliorare attraverso un rafforzamento del dialogo tra questi due mondi, che permetta da un lato alle istituzioni formative di sviluppare la consapevolezza del ruolo di connettore con le imprese, realizzando un vero e proprio “ponte” per i giovani tra la scuola e il lavoro, dall’altro che consenta alle aziende di farsi parte sempre più attiva nella didattica, partecipando concretamente alla co-progettazione e alla realizzazione della formazione dei giovani. L’evoluzione del rapporto scuole-imprese sulla base di queste direttrici permetterebbe di mettere a punto percorsi in grado di essere sempre più rispondenti alle esigenze manifestate dalle imprese e di incrementare il livello di inserimento lavorativo dei giovani in uscita dai percorsi di studio. Il sistema complessivo trarrebbe importanti benefici da un dialogo rafforzato, aumentando la competitività per rispondere e adattarsi tempestivamente alle nuove prospettive e alle nuove richieste che pone un sistema economico globalizzato in continua evoluzione».

In questo senso si punta molto anche sugli Its (Istituti tecnici superiori). In Lombardia sono presenti 22 delle 97 Fondazioni Its costituite a livello nazionale, specializzate soprattutto nel comparto del made in Italy, che abbraccia le filiere di punta del sistema produttivo lombardo: la meccatronica, il tessile, il sistema casa. Dal 2013 le Fondazioni lombarde hanno attivato 286 corsi formando 6.528 tecnici. Inoltre è apprezzato l’apprendistato di terzo livello, che consente al giovane di specializzarsi avendo già un contratto di assunzione. «I percorsi formativi degli Its - precisa il dirigente - sono percorsi biennali finalizzati al conseguimento del titolo di “diploma tecnico superiore”, di livello terziario. Formano super tecnici specializzati in tutti i settori del made in Italy con importanti quote del percorso formativo in azienda. Sono caratterizzati da una importante flessibilità nell’organizzazione del percorso e dalla co-progettazione con il tessuto imprenditoriale. Infatti, gli Its sono costituiti in Fondazioni di partecipazione composte da Istituti Tecnici o Professionali, Istituzioni Formative regionali, Università, Enti locali ed imprese, le quali prendono parte alla definizione del percorso e mettono a disposizione il proprio capitale umano per le attività di docenza (almeno il 50% dei docenti degli Its proviene dal mondo dell’impresa). L’obiettivo è di cogestire fin dall’origine, mediante un nesso strutturale, l’integrazione tra scuola e mondo del lavoro. In prospettiva evolutiva, l’incremento progressivo dello stanziamento sugli Its fino a 35 milioni dal 2020 potrà dare un impulso significativo allo sviluppo dell’offerta formativa professionalizzante di livello terziario. Tuttavia, l’aumento delle risorse non è sufficiente a garantire un adeguato sviluppo del sistema Its. Ritengo che sia necessario innanzitutto riordinare la normativa che disciplina il sistema Its con l’obiettivo di creare un quadro normativo certo che ne rafforzi anche l’autonomia. Inoltre bisognerebbe semplificare l’attuale governance delle Fondazioni per dare slancio alla loro attività e configurarle quali Smart Academy connesse con la trasformazione digitale delle imprese in tutti gli ambiti del tessuto economico. Questi punti consentirebbero di rilanciare anche sul piano ordinamentale un segmento e una modalità formativa di cui il nostro Paese, soprattutto dopo la pervasività della rivoluzione digitale che sta intervenendo nell’agricoltura, nell’industria e nei servizi, ha assoluto e urgente bisogno per ritrovare vigore».

Per quanto riguarda l’alternanza scuola-lavoro, rappresenta uno degli strumenti centrali per la realizzazione del modello di apprendimento duale. In questo modo la scuola e l’impresa ospitante elaborano insieme un progetto formativo, che prevede che lo studente frequenti una parte delle ore di formazione a scuola e la restante parte di ore di formazione in azienda. Lo studente è affiancato da due tutor, un tutor formativo individuato dalla scuola e un tutor aziendale nominato dal datore di lavoro, che accompagnano il giovane nel percorso di formazione, garantendo l’integrazione tra i momenti formativi in aula e “on the job”. «In Lombardia - aggiunge Bocchieri - la quota di alternanza scuola-lavoro nei percorsi di Iefp (Istruzione e formazione professionale) è stata rafforzata fino a raggiungere, nel sistema duale, una quota minima del 50% della durata oraria del loro percorso formativo, che viene realizzata in azienda. L’alternanza scuola-lavoro è anche un modo per contrastare la dispersione scolastica e formativa, stimolando il giovane a completare il percorso di studio perché gratificato anche da un’esperienza lavorativa, oltre che dal confronto in classe con i docenti e i compagni. Inoltre, abbiamo fatto di più. Per rendere davvero strutturale il rapporto tra formazione e lavoro con la legge Aprea (n. 30/2015) sulla qualità e l’innovazione nei sistemi di istruzione, formazione e lavoro è stato introdotto l’obbligo di attivazione di un contratto di apprendistato per almeno il 5% degli allievi iscritti al terzo e quarto anno dei percorsi di IeFP regionali. Questo significa che a partire dai 15 anni tutti i giovani hanno la possibilità di acquisire un titolo di Qualifica o di Diploma professionale regionale attraverso una vera e propria assunzione con il contratto di apprendistato di primo livello. Dal 2013 al 2017 gli studenti formati con un contratto di lavoro di apprendistato per la qualifica e il diploma professionale sono stati 4.035».

E non mancano le opportunità per attivare l'autoimprenditorialità. I canali messi a disposizione di quei giovani che vogliono intraprendere un’attività in proprio sono diversi. Innanzitutto nell’ambito del Programma Garanzia Giovani, la cui Fase 1 si è conclusa il 28 aprile 2017, sono stati investiti sette milioni di euro per sostenere l’avvio di iniziative imprenditoriali da parte di giovani Neet, disoccupati e non impegnati in un percorso di studio, tra i 18 e i 29 anni. I giovani che hanno effettuato l’iscrizione a Garanzia Giovani in Lombardia e che hanno scelto la strada dell’autoimprenditorialità hanno avuto accesso a un percorso personalizzato di accompagnamento all’autoimpiego da parte della rete delle Camere di Commercio lombarde. Il supporto ha riguardato sia la fase propedeutica all’avvio dell’impresa con servizi di formazione e di coaching mirati alla definizione del progetto imprenditoriale, sia nel post-start-up attraverso un’attività di mentoring continuativa. Inoltre, tramite il Fondo Nazionale Selfi Employment gestito da Invitalia, i giovani imprenditori lombardi hanno potuto beneficiare di finanziamenti da 5mila euro fino a 50mila euro a tasso zero e con altre condizioni particolarmente vantaggiose (per esempio con l'inizio della restituzione del prestito posticipata rispetto alla sottoscrizione del finanziamento). «Un’altra iniziativa promossa da Regione Lombardia per sostenere le start-up giovanili ha riguardato il Progetto “Intraprendo”, avviato nel 2016 - conclude il direttore centrale per Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia -. Tale progetto permette ad aspiranti e neocostituiti imprenditori e liberi professionisti di accedere a contributi economici a fondo perduto e a finanziamenti agevolati fino a un importo di 65mila euro, che possono essere investiti per l’acquisto di beni strumentali, attrezzature tecnologiche e servizi di consulenza specialistici. Il finanziamento può coprire fino al 60% del progetto imprenditoriale. Tuttavia l’entità del contributo può raggiungere il 65% per imprese individuali o società guidate da under 35, da disoccupati con oltre 50 anni o per progetti caratterizzati da particolare qualità, innovatività e sostenibilità. Infine il bando “Innodriver 2017”, su cui sono stati investiti 11 milioni di euro, per stimolare l’innovazione tecnologica e sostenere i processi di brevettazione da parte di micro, piccole e medie imprese lombarde. Tre sono le linee di intervento: la prima dedicata al finanziamento di progetti di innovazione di processo/di prodotto in collaborazione con centri di ricerca accreditati; la seconda rivolta a progetti che si contraddistinguono per l’elevata qualità e innovazione; la terza linea di intervento destinata ad assicurare un supporto ai processi di brevettazione europei o internazionali. L’entità del finanziamento è differenziata sulla base della linea di intervento e può raggiungere un importo per ciascuna proposta progettuale di 30mila euro».


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