venerdì 13 maggio 2016
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ROMA Una svolta quasi storica per Eni. L’azienda fondata da Enrico Mattei punta sull’Italia e sulle rinnovabili: nel piano 20162019 gli investimenti previsti sono pari a 8,4 miliardi di euro. Lo ha evidenziato l’ad, Claudio Descalzi, in occasione dell’assemblea degli azionisti. «Dal 2009 al 2015 abbiamo investito in Italia 17,2 miliardi di euro, di cui il 36% in sicurezza e ambiente – ha spiegato il manager –. La parte più importante degli investimenti, il 40%, sarà su ambiente, salute e bonifiche: l’Italia dove si dice che stiamo disinvestendo è il primo Paese dove investiamo». Eni ha individuato in via preliminare oltre 400 ettari di terreno disponibile distribuiti in sei regioni (Liguria, Sardegna, Sicilia, Calabria, Puglia e Basilicata). Il piano prevede due fasi: la prima è relativa allo sviluppo di cinque progetti, situati rispettivamente ad Assemini, Porto Torres, Manfredonia, Priolo e Augusta, per una potenza complessiva installata di circa 70 megawatt; la seconda fase è basata sullo sviluppo di altri progetti per un’ulteriore potenza installata di circa 150 megawatt. Buona parte delle iniziative sarà basata sul fotovoltaico, ma sarà considerato anche l’utilizzo di altre tecnologie, come quelle basate sulla biomassa e sul solare a concentrazione. Complessivamente, il Progetto Italia prevede l’installazione, da qui al 2022, di oltre 220 megawatt di nuova capacità, con un investimento tra i 200 e i 250 milioni di euro. A proposito dell’inchiesta in Basilicata, la presidente di Eni, Emma Marcegaglia, ha affermato che «i risultati delle verifiche tecniche ci consentono di affrontare con serenità questa vicenda, consapevoli della correttezza dell’operato della società». Riferendosi al Centro olio di Viggiano, ha ribadito che il gruppo chiederà «l’incidente probatorio» e che «sta svolgendo verifiche sui comportamenti dei propri dipendenti locali il cui rapporto lavoro è attualmente sospeso». © RIPRODUZIONE RISERVATA Claudio Descalzi
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