martedì 18 febbraio 2014
​Più donazioni al non profit: il 45% delle associazioni ha migliorato la raccolta. Patriarca (Iid): ora azioni legislative pregnanti.
Le donazioni oltre la crisi? di M. Calvi
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​Generosi persino nella crisi, anche se diffidenti sulle donazioni online. E, soprattutto a Natale, gli italiani hanno aperto cuore e portafoglio per offrire parte dei propri risparmi a una buona causa. Tanto che quello appena trascorso è stato il migliore degli ultimi quattro anni: il 45% di associazioni con donazioni in salita: il 23% in più rispetto all’anno precedente. Sono una ventata di ottimismo per il no profit, i numeri delle raccolte fondi nel 2013, pubblicati dall’Istituto italiano della donazione (Iid) in collaborazione con l’Associazione italiana fundraiser. Anche le previsioni per l’anno appena cominciato, inoltre, continuano sulla scia del "penso positivo": quasi 6 enti su 10 nel 2014 prevedono di migliorare ancora la propria performance e appena il 10% stima un segno meno.Le nubi si diradano all’orizzonte, insomma. Ma la solidarietà dimostrata dai cittadini in recessione, «va accompagnata da azioni legislative che la premino». Edoardo Patriarca, presidente dell’Iid, pensa soprattutto ad «una soluzione in tempi brevi sul 5 per mille», affinché venga previsto «definitivamente e eliminato il tetto massimo». Ma il secondo fronte d’intervento è sul piano fiscale. «Le agevolazioni concesse a chi dona ai partiti - dice alla fine - siano le stesse date al Terzo settore, perché non è accettabile avere due percorsi fiscali diversi».Non è la deducibilità del gesto che interessa ai cittadini, ma è il messaggio che s’invierebbe alle famiglie la vera rivoluzione. Dal canto loro, i privati hanno sposato la cultura del dono. Ed è soprattutto nel confronto con i bilanci 2012 delle onp che si vede il trend positivo. Se infatti si mettono sotto la lente le entrate totali dell’anno scorso, pur con la metà degli enti ferma a cifre in linea con il 2012, vi è una diminuzione del 10% delle realtà che peggiorano, oggi al 27%. Tuttavia non è tutto in discesa, anzi. Quel che manca in Italia è la fiducia nelle potenzialità della rete per raccogliere fondi, che invece «all’estero sta dando risultati incoraggianti» ricorda Cinzia Di Stasio, segretario generale Iid.

Gli italiani, difatti, continuano a prediligere i metodi tradizionali del dono (46%), cioè tutte quelle modalità che prevedono una "stretta di mano" con le organizzazioni no profit (eventi, banchetti, Airect mailing cartaceo). Puntano perciò poco sul contatto virtuale (16%); così le donazioni online spuntano un misero +4%, mentre vengono quasi azzerati strumenti come l’sms solidale e il crowdfunding. Comunque sono anche le stesse associazioni ad utilizzare internet più per comunicare (80%) che per raccogliere denaro (2%), e quelle poche che si sono affacciate sulle piattaforme di crowfounding (20%) solo nel 17% dei casi hanno raggiunto l’obiettivo.

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