sabato 10 febbraio 2018
Nuovi posti soprattutto per ristoranti e abbigliamento. Dopo i 150 miliardi di euro di ricavi nel 2017, Confimprese prevede l'anno della svolta: mille nuove aperture
In arrivo 10mila assunzioni
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Mille aperture sul territorio, accompagnate da 10mila assunzioni. L’abbigliamento e la ristorazione sono i due pilastri su cui si fonda il commercio italiano retail, nell’era dell’avanzata senza sosta dell’ecommerce. Convivere con un colosso come Amazon si può, a patto di avere in mano le carte giuste. Le previsioni di Confimprese (associazione che comprendere 300 marchi commerciali con un fatturato pari al 16% del totale del settore, che fa 900 miliardi) per l’anno appena iniziato sono buone, merito del miglioramento delle condizioni economiche ma soprattutto del clima di fiducia che serpeggia, per la prima volta dopo dieci anni, tra i consumatori. Il 2017 è stato un anno molto positivo, con 506 aperture e una discreta crescita di alcuni settori come ottica, arredo-casa e cultura).

«Nel 2018 - sottolinea Mario Resca, presidente Confimprese - apriremo 1.000 nuovi punti vendita con circa 10mila addetti. Abbiamo chiuso il 2017 con una crescita del giro d’affari del 3,2% a parità di perimetro e del 5,2% considerando le nuove aperture con ricavi pari a 150 miliardi. Questo risultato conferisce lustro al retail italiano ed evidenzia un buon livello di maturità manageriale e di sofisticazione gestionale, che non ha nulla da invidiare alle realtà dei Paesi più avanzati come Usa, Uk, Francia e Germania».

Il 2018 sembra essere, sulla carta, l’anno della svolta. Merito del franchising che si conferma come una soluzione trasversale, valida per molti settori, e a costi contenuti (il 31% delle aperture richiede un investimento tra i 20 e i 50mila euro). Il commercio online non fa più paura anzi da un certo punto di vista è diventato un alleato: visto che anche nei punti vendita reali si tenta di offrire un’integrazione con le tecnologie digitali. Quanto alle location i punti vendita delle catene aprono nei centri storici, dove negli ultimi anni si è assistito alla progressiva scomparsa dei negozi tradizionali, ma si assiste anche ad un rinnovato interesse verso per i centri commerciali e gli outlet. Lo street food si conferma la nuova tendenza del terzo millennio: il 52% degli italiani lo acquista, e la metà lo fa almeno una volta alla settimana. Le stime parlano di 92 aperture. Saranno invece ben 296 quelle della ristorazione tradizionale con 5843 nuovi addetti. Il gruppo friulano Cigierre (Old Wild West) reduce dalla recente acquisizione del marchio America Graffiti prevede l’apertura di 50 punti vendita e l’assunzione di 1250 persone. Il gruppo Cremonini mette in agenda 900 assunzioni. L’azienda napoletana Sebeto (Rossopomodoro e altri marchi) si limita a 130. In crescita anche il fastfood con Kfc che aprirà 70 ristoranti con almeno 700 assunzioni e la Piadineria che aprirà 40 punti vendita. Il mondo della moda ha una previsione di 240 negozi. In cima alla lista il gruppo Pianoforte Holding che ha in programma 68 aperture tra il marchio Yamamay e Carpisa Go. Piazza Italia aprirà 10 negozi, il gruppo pugliese Primadonna 50 punti vendita soprattutto in Lombardia e Lazio. Nelle calzature spiccano i piani di Pittarosso con 25 aperture su tutto il territorio nazionale. Sul fronte dell’ottica continua l’espansione del gruppo varesino Nau!, per i casalinghi continua la crescita della Thun con 30 punti vendita e di Kasanova con 40 aperture e 320 assunzioni. Da segnalare infine l’apertura di 205 agenzie Tecnocasa a testimonianza della ripresa del settore immobiliare.

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