giovedì 9 giugno 2016
​Convegno dell’Anspc con manager e protagonisti della società civile. Giancarlo Abete (nella foto il presidente dell'Ucid): la chiave è mettere al centro la persona.
Imprese consapevoli del loro ruolo sociale
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Perché la crescita economica sia autentica, cioè sostenuta e sostenibile, le imprese devono essere consapevoli del loro ruolo, che non è solo economico-produttivo ma soprattutto sociale. «Va coniugata l’efficienza e l’intraprendenza con la solidarietà, di modo che le imprese siano leve di crescita economica e civile, di coesione sociale, di partecipazione, in un contesto equilibrato ed inclusivo» ha spiegato Ercole Pellicanò, presidente dell’Associazione nazionale per lo studio dei problemi del credito (Anspc), che ha radunato a Perugia imprenditori, manager ed esponenti della società civile per discutere del ruolo delle aziende nella nostra società.Una questione che la crisi ha reso ancora più attuale. Come ha notato Paolo Giulietti, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve, «in una società civile indebolita dalla cultura individualistica la sussidiarietà, ossia l’intervento a sostegno del bene comune, chiede un’alleanza tra gli attori». Un’alleanza che non può non avere al centro l’uomo, ha ricordato Giancarlo Abete, presidente dell’Ucid, riprendendo la Dottrina Sociale della Chiesa: il modello di impresa «con al centro persona, sarà “sostenibile” ed avrà alla base dei valori che saranno in grado di indirizzare il processo di sviluppo. Attraverso la crescita dell’impresa si creano le condizioni per una società coesa, più giusta e a misura d’uomo».L’alleanza tra imprese e altre società deve coinvolgere anche i mezzi di comunicazione, ha aggiunto Paolo Messa, consigliere di Amministrazione della Rai, riallacciandosi ad alcuni concetti chiave esposti in precedenza da Enzo Moavero Milanesi, ex ministro oggi professore al College of Europa di Bruges che ha sviluppato il tema del rapporto tra cultura d’impresa e valori sociali. «È necessaria – ha detto Messa – un’alleanza tra il mondo delle imprese e il mondo dei media, in particolare quelli radio televisivi, al fine di condividere uno stesso modello per il processo evolutivo della società». Mentre Domenico De Angelis, condirettore generale del Banco Popolare, ha confermato che anche le banche possono fare la loro parte, combinando la crescita di dimensione con la presenza forte sul territorio in cui sono radicate.
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