venerdì 7 settembre 2012
Diversi i motivi: legati alla professionalità (68%), al disagio relazionale (27%). Ma il 93% dei dipendenti non è propenso a cambiare azienda in quanto poco fiducioso sulla propria professionalità e spaventato dall’attuale mercato del lavoro.
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​Nelle aziende italiane sono presenti quasi il 10% di impiegati con performance insoddisfacenti da almeno tre anni (low performer). Queste risorse sono presenti in tutti i settori, ma soprattutto nel mondo dei servizi, nella grande distribuzione e nel settore bancario/assicurativo. I dati si riferiscono ad aziende con un sistema interno di valutazione delle performance. Le risorse sono critiche per diversi motivi: è legato alla professionalità (68%), ossia non più in grado di rispondere alle necessità dell’organizzazione aziendale con conseguente demotivazione per gli scarsi risultati; al disagio relazionale (27%), ovvero impiegati che hanno difficoltà ad interagire con i loro colleghi e superiori perdendo poi la motivazione al lavoro; non valutabili (5%), in quanto impossibile valutare la performance.È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio di Spinlight Group, società che opera nella consulenza di carriera, specializzata nello sviluppare l’employability, ovvero l'insieme delle abilità legate alla capacità di ottenere opportunità professionali. Il  campione di questa ricerca è di circa 200 aziende medio-grandi. Inoltre, questi dati evidenziano che alcune aziende intervengono con una formazione sulle competenze di base, raramente sulla motivazione e sui comportamenti. Il 93% di queste risorse critiche non è propenso a cambiare azienda in quanto poco fiducioso sulla propria professionalità e spaventato dall’attuale mercato del lavoro.Spinlight Counseling, società di outplacement che fa parte di Spinlight Group, organizza percorsi formativi rivolti alle risorse critiche con l’obiettivo di recuperare tali risorse a performance adeguate operando sulla valorizzazione delle competenze professionali delle persone, sulla motivazione e soprattutto sui comportamenti virtuosi in azienda. Destinatari del progetto sono persone con lunga esperienza lavorativa e livello di inquadramento impiegatizio/quadro/dirigente, impegnate in diverse aree di attività aziendali. Nei confronti di queste persone si intende svolgere un ciclo di incontri individuali che consentano di far emergere le potenzialità e le propensioni personali inespresse. L'obiettivo è quello di attivare nei candidati un processo di consapevolezza dei punti di forza e degli obiettivi di sviluppo e, coerentemente con le strategie aziendali, individuare posizioni professionali che ne consentano la valorizzazione e che attivino un canale motivazionale efficace e quindi motivare i dipendenti a riproporsi all’azienda impegnandosi a raggiungere i risultati attesi. Il percorso parte dunque dall’identificazione e bilancio delle competenze e delle capacità della risorsa critica. Questa fase permette di fare il punto sul proprio sviluppo professionale e di verificare l’evoluzione nel tempo delle competenze acquisite. Permette quindi di valutare le competenze “spendibili” nel lavoro, identifica inoltre le capacità personali possedute relative all’area relazionale: si individua un profilo delle effettive capacità e competenze possedute dal dipendente, così la persona disporrà di un impianto sistematico e trasparente dei suoi contenuti professionali e lo potrà proporre come punto di forza sul lavoro, in sintesi una valutazione del “valore” della persona. Si effettua poi un’identificazione dei gap tra le coperture della persona e quelle richieste dalla posizione lavorativa.Successivamente si effettuano incontri di coaching sulle capacità e competenze individuate: il primo colloquio di feedback  consente di analizzare quanto emerso dalla fase precedente andando a identificare gli obiettivi dell’attività di coaching. Gli incontri sono orientati a rafforzare e rassicurare la persona rispetto alle proprie capacità e competenze e a darle la tranquillità personale per “mettersi in gioco” in un processo di riallineamento. Segue un colloquio di feedback con la persona relativo ai gap identificati, attività di coaching per valorizzare l’esperienza in azienda e per gestire il proprio autosviluppo, una sorta di “piano di sviluppo” individuale gestito direttamente: è uno stimolo motivazionale indirizzato al rafforzamento e valorizzazione dell’esperienza professionale orientato al riposizionamento nell’azienda.
Infine, si arriva alla valorizzazione delle competenze: l’utilizzo delle competenze come crescita professionale, analisi delle prospettive di sviluppo nelle realtà organizzative: analisi delle prospettive dell’azienda, l’approccio per “rimettersi in gioco” e i vantaggi dell’employability, ovvero l'insieme delle abilità legate alla capacità di costruirsi opportunità professionali in azienda.
 
 
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