martedì 13 ottobre 2020
Secondo un report di T&E non sforeranno i limiti di C02 evitando multe pesantissime. Fiat-Chrysler però solo grazie ai crediti verdi di Tesla
Volvo, Psa, Bmw e Fca: emissioni ok, ma a caro prezzo
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Nonostante la pandemia, le vendite di auto elettrificate in Europa sono aumentate in maniera esponenziale a partire dal 1 gennaio 2020, non a caso da quando sono entrate in vigore le normative Ue sulle emissioni. Nel secondo trimestre dell'anno, sommando le immatricolazioni di elettriche pure e ibride Plug-In, le immatricolazioni di questo tipo di vetture hanno raggiunto il 7,2% del totale e, secondo le previsioni di alcuni analisti, toccheranno almeno il 10% a fine 2020 e il 15% nel 2021.

Grazie a questo cambiamento nel mercato continentale, ma anche per effetto di strategie di conformità (come l'acquisto di "crediti verdi") i Gruppi Bmw, Fca, Psa e Volvo hanno già raggiunto dopo la prima metà dell'anno l'obiettivo fissato per il 2020 e non pagheranno multe per eccesso di emissioni medie. È quanto si legge in un report realizzato dall'organizzazione no profit Transport & Environments (T&E) che da 30 anni si occupa di temi ambientali. Per crediti verdi si intende le quote oltre il necessario che i costruttori che producono solo auto elettriche hanno a disposizione e che possono (lecitamente) vendere a marchi meno virtuosi per consentire loro di rientrare nei limiti imposti. Nei primi tre mesi del 2020 Tesla ha guadagnato 354 milioni di dollari provenienti da questi crediti, una cifra cresciuta del 64% rispetto al primo trimestre 2019, quando erano 216.

Rientrare nei limiti per tutti marchi automobilistici significa investire un fiume di denaro sull'elettrificazione, ben sapendo che questo tipo di mercato non ha ricavi immediati: un problema in più in una fase storica drammatica per l'auto, settore che ha pagato un prezzo pesantissimo alla pandemia.

Tornando al rapporto di T&E, l'analisi mostra che Psa, Volvo, Fca e Bmw non hanno sforato i 95 g/km fissato per le emissioni di CO2 delle auto di nuova produzione, sulla base dei dati di vendita per la prima metà del 2020. In particolare i crediti verdi di Tesla, nell'ambito di una operazione di pool del valore di circa 1,8 miliardi di euro, compenseranno l'80% della CO2 emessa dalla flotta di Fca, quota che dovrebbe scendere a circa il 15% con l'arrivo delle prime vetture elettrificate, mentre nei piani dei Fiat-Chrysler dal 2023 non dovrebbe essere più necessario alcun aiuto esterno.

Renault, Nissan, il Gruppo Toyota-Mazda e Ford devono invece ancora coprire un piccolo gap di 2 g/km di CO2 per km, ma
la situazione potrebbe cambiare entro fine anno. La conformità di Renault potrebbe essere garantita dalle vendite della BEV Zoe
che "rimuoveranno" 15 g/km di CO2 dal computo del marchio francese. Più indietro il Gruppo Volkswagen (con una differenza
di 6 g/km), Hyundai-Kia (rispettivamente 7 e 3 g/km), Daimler (9 g/km) e Jaguar-Land Rover (13 g/km). Anche per queste aziende i risultati a fine anno potrebbero consentire di raggiungere l'obiettivo attraverso maggiori vendite di modelli plug-in, ma anche acquistando crediti da altre società. T&E prevede ad esempio che Daimler colmerà gran parte del suo divario grazie al successo commerciale delle versioni PHEV di Classe E, Classe C, Classe A e GLC.

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