sabato 9 giugno 2018
Aumenta la richiesta di export manager, ma alle aziende serve soprattutto formazione e aggiornamento costante
Imballaggi in legno, cresce l'esportazione responsabile
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«Più che nuove figure, la nostre aziende hanno bisogno soprattutto di maggiore formazione - come corsi per tecnico imballatore - e l'aggiornamento costante del personale sulle strategie di logistica e sulle normative sanitarie del Paese di destinazione dei nostri prodotti ». Lo sostiene Alessandro Corso, responsabile Area Tecnica Fitok. Nel settore degli imballaggi in legno, il trend positivo ha portato a un aumento delle imprese consorziate, che nell’ultimo anno sono cresciute del 3%, raggiungendo la soglia delle 1.500 licenziatarie del marchio Fitok, complice anche il crescente desiderio degli imprenditori di allinearsi agli standard internazionali per operare efficacemente nei mercati globali.


Con 693.171 metri cubi di legno trattato nel primo trimestre del 2018 e una crescita del 12% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, la qualità degli imballaggi in legno rispondenti allo standard Ispm n.15 continua a essere premiata e apprezzata in tutto il mondo rappresentando un vantaggio competitivo imprescindibile per l’export oltreoceano. Ad affermarlo non sono solo i dati forniti dal Comitato Tecnico Fitok gestito da Conlegno, ma anche le dichiarazioni di numerosi esperti del settore intervenuti sul tema del superamento dei controlli alle dogane in un momento estremamente delicato dal punto di vista economico e ambientale.

«Il potenziamento della ricerca e della prevenzione, la costante formazione degli operatori sulle norme vigenti e l’intensificarsi dei controlli hanno permesso di prevenire, o quantomeno ridurre al minimo, la diffusione di parassiti sviluppando un atteggiamento corretto e consapevole a tutela dell’ambiente e del sistema produttivo – spiega Corso -. Il risultato: una crescita del 14% di imballaggi in legno sottoposti a trattamento termico a opera dei soggetti 7.1, pari a 444.333 metri cubi, e un aumento del 10% degli imballaggi in legno prodotti dai soggetti 7.2, pari a 248.838 metri cubi, utilizzando semilavorato precedentemente trattato, per un totale di 693.171 metri cubi di materiale conforme allo standard Ispm n.15 nel primo trimestre del 2018 e una crescita del 12% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Bisogna inoltre tener conto che la specializzazione e l'innovazione sono importanti per le nostre imprese, che contano una decina di addetti ad azienda e sono concentrate in Trentino, Lombardia e Veneto. Con eccellenze anche in Calabria e Campania. In questo momento cresce la richiesta di export manager. Ci sarebbe spazio anche per i laureati in Scienze agrarie e forestali e per gli ingegneri, in particolare ambientali e gestionali».

Numeri estremamente importanti per Conlegno che, sotto la sorveglianza del Servizio Fitosanitario Nazionale, ricopre dal 2005 il ruolo di Soggetto Gestore in Italia del Marchio Ippc/Fao per l’Ispm n. 15. Attraverso il Comitato Tecnico Fitok, infatti, il Consorzio organizza e controlla la filiera produttiva relativa agli imballaggi in legno per garantire il corretto trattamento fitosanitario, riducendo il rischio di utilizzo delle barriere fitosanitarie da parte dei Paesi importatori e, di conseguenza, contribuendo ad abbattere gli ostacoli che quotidianamente i prodotti devono superare.

In particolare, a causa dell’invasione delle specie aliene che negli ultimi anni stanno tormentando l’Italia, generando ingenti danni economici e ambientali, sono aumentate oltreoceano le misure di biosicurezza per le merci marittime in partenza dal Bel Paese e dagli Usa. È il caso dell’Australia e della Nuova Zelanda che, dopo aver riscontrato un numero cospicuo di Bmsb (Halymorpha halys o Cimice asiatica) su merci in arrivo dall'Italia, hanno sviluppato nuove misure di sicurezza per la stagione 2018-19 che va dall’1 settembre al 30 aprile. Si tratta infatti del periodo maggiormente esposto al rischio di esportazione dei parassiti a causa delle basse temperature nazionali che spingono le cimici asiatiche a rifugiarsi nei containers e nelle cabine di automezzi diretti verso mete lontane, sopravvivendo all’inverno in stato di ibernazione.

Quali azioni intraprendere allora per operare nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità? Secondo il responsabile dell'Area Tecnica Fitok, «il primo step consiste nel verificare la conformità dell’imballaggio in legno allo standard Ispm n. 15 attraverso la presenza del marchio Ippc/Fao e la documentazione allegata dal fornitore autorizzato. Bisogna inoltre ispezionare a campione gli imballaggi in legno al momento della consegna e accertare l’assenza di organismi nocivi o segni di infestazioni quali fori, gallerie e rosura». Seguono poi la gestione efficiente delle aree di stoccaggio degli imballi e della merce, la preparazione attenta e puntuale del carico e l’addestramento continuo del personale.

La stessa attenzione riservata all’imballo va posta anche sul container che si prepara ad accogliere la merce da esportare. «La consegna al caricatore di una Ctu pulita è doverosa – continua Corso -. Infatti, se subisce una ri-contaminazione durante la movimentazione nella supply chain diventano inutili tutti gli accorgimenti adottati fino a quel momento». E se tutti gli imballaggi destinati a esportazioni extra-Ue devono uscire dall’Italia con il marchio Ippc/Fao-Fitok, fondamentale è anche rafforzare l’operatività nella verifica della conformità degli imballaggi in legno in importazione da Paesi terzi. «Per il perseguimento di tale scopo è nato, dalla collaborazione tra il Servizio Fitosanitario Centrale e l’ufficio controlli dogane dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, il Progetto Pallet per la tutela dell’ambiente – conclude -. Avviato nel 2017 in fase sperimentale per un periodo di tre mesi, dal 1° settembre al 30 novembre, il progetto prevedeva la verifica da parte degli uffici doganali della presenza del marchio Fao Ispm n.15 sugli eventuali imballaggi in legno e la verifica da parte del Servizio Fitosanitario Nazionale della conformità del marchio e dell’assenza di organismi nocivi. Con due porti e due aeroporti sotto la lente di ingrandimento, 90 spedizioni verificate da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e sei interventi da parte del Servizio fitosanitario, l’operazione si è conclusa con tre non conformità rilevate». Un progetto estremamente importante per l’economia nazionale e internazionale che verrà replicato per un periodo di quattro mesi, dal 1° giugno 2018 al 30 settembre 2018, coinvolgendo una decina di porti e aeroporti sparsi sul territorio nazionale e considerati nodo cruciale dell’importazione da paesi terzi.

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