giovedì 17 febbraio 2022
Non passa l'emendamento al decreto Milleproroghe che prevedeva il loro utilizzo per la riconversione degli impianti. I sindacati esultano: tutelato il territorio
Ilva di Taranto, i fondi derivanti dai beni confiscati alla famiglia Riva destinati alle bonifiche

Ilva di Taranto, i fondi derivanti dai beni confiscati alla famiglia Riva destinati alle bonifiche - Ansa

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Il soldi dei Riva saranno utilizzati per le bonifiche ambientali del sito dell’ex Ilva di Taranto e non per i nuovi progetti di decarbonizzazione. Nel dibattito serrato sul decreto Milleproroghe in commissione andato avanti tutta la notte, con il governo che è finito in minoranza su diversi temi, è arrivata anche l’abrogazione dell’articolo 21 grazie alla convergenza di Pd, M5S, Italia Viva, Forza Italia mentre Fratelli d’Italia e la Lega hanno votato secondo le indicazioni del governo. I 575 milioni restano destinati destinati alle bonifiche per essere spesi dai commissari di Ilva in amministrazione nelle 18 aree, di cui tre sotto sequestro dalla magistratura, che sono state prese in carico da ArcelorMittal tre anni fa.

Soddisfatti i sindacati che rivendicano la tutela del territorio e dei lavoratori. «I fondi provenienti dai beni sequestrati alla famiglia Riva, tornano ad essere disponibili per gli interventi di bonifica del territorio di Taranto nelle zone più compromesse dall'inquinamento industriale, esterne allo stabilimento ex Ilva. Viene così restituito il maltolto» ha affermato Francesco Rizzo, coordinatore provinciale Usb Taranto, aggiungendo che «ora è opportuno che le risorse libere, vengano sfruttate per i lavoratori». Assurdo per i sindacati pensare di spendere quei soldi per la decarbonizzazione, visti gli importanti fondi comunitari destinati all’uscita dai carburanti fossili, che potrebbero essere richiesti dallo Stato. Nonostante il mercato dell'acciaio sia in netta ripresa, sottolinea ancora Rizzo «Acciaierie d'Italia, di cui è partner lo Stato tramite Invitalia, tiene gli impianti fermi (senza alcun investimento nella manutenzione), i lavoratori in cassa integrazione, con riflessi negativi gravi sulle famiglie, e continua a pagare le aziende dell'appalto con grandissimo ritardo». Esulta il Movimento 5 Stelle. «Abbiamo confermato le promesse fatte. Abbiamo difeso le bonifiche dell'area più inquinata d'Europa e salvaguardato la possibilità di riqualificare e reimpiegare gli oltre 1000 lavoratori di Ilva in As da anni in attesa di un lavoro. La proposta normativa era inaccettabile e offensiva, per una città che ha già sacrificato la vita di tanti cittadini e la sua storia» ha sottolineato il senatore tarantino Mario Turco, vicepresidente M5S.

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