lunedì 30 luglio 2018
Del piano ambientale e occupazionale di Arcelor Mittal hanno discusso oggi associazioni, sindacati e azienda
Di Maio: miglioramenti ancora non soddisfacenti
COMMENTA E CONDIVIDI

«Ho chiesto ad Arcelor Mittal dei miglioramenti sul piano ambientale e occupazionale e per me non sono ancora soddisfacenti», ha detto il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, al termine del tavolo odierno sull'Ilva. Al tavolo i rappresentanti di 62 sigle, tra cui Arcelor Mittal, enti locali e associazioni ambientali e di cittadini. Arcelor Mittal si impegna a raggiungere, entro il 2023, «una riduzione delle emissioni di CO2 per tonnellata di acciaio liquido pari al 15% rispetto ai dati del 2017». È quanto si legge nell'addendum proposto da Arcelor Mittal e presentato al tavolo. Il piano prevede l'impegno, anche per il periodo successivo alla durata del Piano industriale, a mantenere la produzione dell'acciaieria a ciclo integrato a un livello non eccedente gli otto milioni di tonnellate di acciaio liquido annue. Oltre alla fine dei lavori di copertura parchi entro giugno 2020. In particolare la copertura dei parchi a carbone è ora prevista entro giugno 2020, quello dei parchi di minerale ferroso entro gennaio 2020.

Con l'incontro di oggi «si passa da un metodo in cui il mio predecessore firmava con Arcelor Mittal senza dirlo neanche ai sindacati al momento in cui tutti si possono confrontare direttamente», ha detto Di Maio al termine del tavolo Ilva. «È un cambio di passo nel metodo», ha aggiunto. Del piano ambientale e occupazionale di Arcelor Mittal per Ilva «hanno discusso oggi associazioni,
sindacati e azienda», ha precisato Di Maio. «Non impedirò mai alle organizzazioni sindacali di confrontarsi con Arcelor, anzi nelle prossime ore favoriremo questo confronto, ha affermato il ministro.


«Se il governo precedente ha sbagliato la gara, si prende una responsabilità che è senza precedenti. Mi auguro che tutto sia in regola», ha sostenuto Di Maio sulla gara per Ilva, precisando che «faremo subito, penso questa settimana, richiesta all'Avvocatura dello Stato che ci deve dire cosa si può fare e cosa no». «Io non aderisco a quell'idea politica - ha concluso il ministro - per cui bisogna fare tutto per liberarsene e allora il primo acquirente che passa gliela regaliamo. Voglio vederci chiaro fino alla fine. Mi sono letto 23mila pagine e avevo ragione perché ho trovato delle criticità».


Le polemiche sulla convocazione
«Convocare 62 realtà per due ore significa non discutere, ma costruire un palcoscenico a uso e consumo del vicepremier Di Maio. Così non si fa politica industriale», ha criticato il segretario del Pd Maurizio Martina definendo il tavolo «l'ennesima operazione propagandistica».

«Per Ilva Di Maio ha convocato 62 sigle. Una babele di voci e pareri che consente al ministro di fare ammuina e giustificare la sua incapacità di decidere, che mette a rischio la più grande acciaieria d'Europa e la vita di 14 mila lavoratori. Basta con questo governo gialloverde, nemico delle aziende e dei lavoratori», ha scritto su Twitter Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato.

«Le proposte di Arcelor Mittal sono un piccolo passo avanti assolutamente insufficiente a garantire la salute dei miei concittadini - ha affermato il governatore pugliese, Michele Emiliano -. Attendiamo una nuova reale proposta Arcelor Mittal o altrimenti non daremo il nostro assenso».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI