martedì 22 aprile 2014
Secondo l'Organizzazione internazionale del lavoro è possibile attuare il Piano contro la disoccupazione giovanile con un costo annuale compreso tra lo 0,5% e l'1,5% del Pil.
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L'Italia, come anche gli altri Paesi europei che hanno adottato Piani nazionali per la Garanzia giovani, non possono perdere questa opportunità. È imperativo assicurarsi che le misure messe in campo siano efficaci e rispondano ai bisogni reali dei giovani e del mercato del lavoro. Per questo sono necessari maggiori sforzi per monitorare l’applicazione e valutare l'impatto. È il monito che arriva dall'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo). Secondo le stime dell'Ilo è possibile attuare la Garanzia giovani con un costo annuale compreso tra lo 0,5% e l'1,5% del Pil.L'Ilo avvverte anche che, nonostante la Garanzia giovani possa attenuare gli effetti negativi della disoccupazione di lunga durata e l'allontanamento dei giovani dal mercato del lavoro, le soluzioni strutturali di lungo termine alla crisi dell'occupazione giovanile richiedono un insieme di interventi a sostegno della domanda aggregata, a livello sia macroeconomico che microeconomico, come indicato nella Risoluzione dell'Ilo adottata nel 2012 all'unanimità dai rappresentanti di governi e parti sociali dei 185 Paesi membri.Secondo l'ultimo Rapporto dell'Ilo sulle tendenze globali dell'occupazione, nel 2013 erano circa 74,5 milioni i giovani disoccupati al di sotto dei 25 anni nel mondo, quasi un milione in più rispetto all'anno precedente. Il tasso di disoccupazione giovanile ha superato il 13%, ovvero quasi tre volte tanto il tasso di disoccupazione degli adulti. Il tasso di attività globale della forza lavoro giovanile, al 47,4% nel 2013, rimane di oltre due punti percentuali al di sotto dei livelli pre-crisi. E sono sempre di più i giovani che, frustrati dalla mancanza di prospettive, continuano ad uscire dal mercato del lavoro.Secondo i dati più recenti, il tasso di disoccupazione giovanile nell'Ue a 28 avrebbe raggiunto quota 23,4%. In Italia, il dato balza alla cifra allarmante del 42,4% per la fascia d'età 15-24, e la situazione al Sud è particolarmente drammatica con Regioni, come Sicilia e Calabria, dove quasi un giovane su due disoccupato. A questi si aggiungono quei giovani che hanno perso la speranza di trovare un lavoro. I giovani disoccupati e quelli scoraggiati fanno parte dei Neet, ovvero quei giovani che non lavorano, non studiano e non sono in formazione. Secondo Eurostat, nel 2011, erano 7,5 milioni i giovani europei tra i 15 e i 24 anni e altri 6,5 milioni tra i 25 e i 29 anni completamente esclusi dal mercato del lavoro e da qualsiasi percorso formativo.Se non si interviene rapidamente e in maniera strutturata, afferma l'Ilo nel suo Rapporto sulle tendenze globali dell'occupazione giovanile 2013, un'intera generazione è a rischio esclusione. Proprio per far fronte a questa emergenza il Consiglio europeo, ricorda l'Ilo, ha adottato nell'aprile 2013 l'iniziativa Garanzia giovani, un programma concreto che sollecita gli Stati membri ad attuare rapidamente misure che assicurino ai giovani fino ai 25 anni, entro il quarto mese di disoccupazione, di ricevere un'offerta di lavoro qualitativamente valida, di formazione, apprendistato o tirocinio. Per garantire l'efficacia di queste misure, l'Ilo e la Commissione europea collaborano attivamente e assistono gli Stati membri nello sviluppo dei Piani di Garanzia giovani, in particolare, nella fase di monitoraggio e integrazione con altre misure di promozione dell'occupazione giovanile.In proposito, Azita Berar Awad, direttore del dipartimento Ilo politiche per l'occupazione, ha affermato che, "pur comprendendo le difficoltà di bilancio che gli Stati membri Ue si tovano ad affrontare in questo momento, è importante ricordare che i costi causati dalla disoccupazione giovanile e dalla inattività degli individui sarebbero nel lungo termine di gran lunga superiori all'investimento richiesto dalla Garanzia giovani".Da parte sua, Rebecca Taylor, vicepresidente dell'Intergruppo Giovani del Parlamento europeo, ha sottolineato come "la Garanzia giovani rappresenta un'innovazione importante nelle iniziative europee di sostegno alle politiche giovanili e siamo convinti della necessità di attuarla tempestivamente in tutti gli Stati membri, puntando sulla qualità delle opportunità offerte ai giovani e al potenziamento del sistema dei centri per l'impiego". "Allo stesso tempo - ha aggiunto - è indispensabile che alla 'Garanzia giovani' si accompagnino politiche importanti per la creazione di occupazione, senza le quali qualsiasi politica attiva finirebbe nel vuoto".La presidente dell'Intergruppo giovani del Parlamento italiano, Anna Ascani, è convinta che "la soluzione del dramma europeo della disoccupazione giovanile può essere la dichiarazione Schuman della nostra generazione, come atto fondativo di un'Europa delle opportunità, di un'Europa che cresce scommettendo sul talento dei suoi ragazzi, i quali hanno pagato più di tutti il prezzo della crisi economica. La Garanzia giovani è, in questo senso, un ottimo strumento: non è la bacchetta magica, ma un segnale di attenzione straordinario che, non a caso, viene proprio dalle istituzioni europee. Noi, che nelle istituzioni abbiamo l'onore e l'onere di rappresentare quella che più commentatori hanno definito 'lost generation', dobbiamo superare i posizionanti di parte e lavorare insieme per monitorare le modalità di attuazione del programma, partecipare alla promozione e aiutare il governo e le regioni a fare di esso uno strumento efficace".
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