martedì 28 giugno 2016
​Nel 2015 Pil in aumento dell'1%. Salita anche l'occupazione: +1,5%.
Il Sud torna a crescere dopo sette anni di crisi
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Il Mezzogiorno vede l’alba. Più che un gioco di parole è una realtà. Nel 2015 il Sud d’Italia è infatti tornato a crescere dopo sette anni registrando un aumento del Pil dell’1% e il maggior incremento percentuale in termini di occupazione. A documentarlo è l’Istat, rivelando che il Pil delle regioni meridionali lo scorso anno è cresciuto dello 0,2% in più rispetto al livello nazionale (+0,8%). E il confronto diventa ancora più netto se si guarda all’occupazione, aumentata dell’1,5% (dato medio 0,6%), con quasi 100 mila posti in più. E nel Nord Est l’indice segna addirittura un calo, mentre il Centro resta debole. Un bilancio tanto positivo quanto inedito. Mai prima d’ora il Meridione aveva fatto meglio del Nord o del Centro, almeno stando alle serie dell’Istat, avviate nel 2000. Una spinta per il Sud grazie al boom dell’agricoltura e a una buona performance del commercio, mentre l’industria arranca ancora.«È una conferma che nel 2015 l’economia e l’occupazione hanno ripreso a crescere dopo lunghi anni di crisi» commenta il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Novità che per Ernesto Carbone (Pd) hanno dato già «ottimi frutti», con «il Jobs act per primo e più in generale le misure destinate dall’esecutivo al Mezzogiorno». Dagli sgravi ai voucher, passando per il Masterplan.I sindacati riconoscono il passo in avanti, anche se la Uil, con Guglielmo Loy, tiene a sottolineare come «la strada da percorrere» sia «ancora molto lunga», visti i divari di partenza. D’altra parte l’ultimo dato sul Pil pro-capite relativo al 2014 vedeva per il Sud una cifra pari a circa la metà di quella del Nord. E sul lavoro i tassi di disoccupazione sono eloquenti: 20,1% contro una media del 12,1% a inizio anno. La Cisl tornare così a insistere sulla decontribuzione, chiedendo di «prolungare» l’incentivo «per i prossimi anni» su tutti i nuovi contratti siglati al Sud, chiarisce Giuseppe Farina. La segretaria confederale della Cgil, Gianna Fracassi, ritiene invece urgente «chiudere i patti» previsti nell’ambito del Masterplan: ad oggi, spiega, «mancano ancora importanti Regioni, come Puglia e Sicilia ed aree, stiamo parlando di Napoli». Sottoscrivere gli accordi significa «accelerare l’utilizzo di fondi europei ma poi aspettiamo un vero Masterplan, che rilanci l’industria del meridione, ancora in stallo».
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