sabato 30 maggio 2020
Saranno prodotte negli istituti penitenziari di Bollate (Milano), Rebibbia (Roma) e Salerno
Un detenuto all'opera

Un detenuto all'opera - Archivio

COMMENTA E CONDIVIDI

Parte #Ricuciamo, il progetto di inclusione lavorativa del ministero della Giustizia e del commissario straordinario per l'emergenza Covid-19 Domenico Arcuri. Nell’iniziativa sono coinvolti 320 detenuti nei tre istituti penitenziari di Bollate (Milano), Rebibbia (Roma) e Salerno. Le prime due macchine industriali delle otto - grazie alle quali i detenuti potranno produrre dispositivi di protezione individuale - sono arrivate presso la II Casa di Reclusione di Milano - Carcere di Bollate. Nella fase di avvio saranno prodotte 400mila mascherine chirurgiche al giorno che a pieno regime potranno arrivare a 800mila. I dispositivi prodotti nelle case circondariali saranno innanzitutto destinati ai detenuti e al personale carcerario, l’eccedenza verrà utilizzata dal commissario straordinario per la distribuzione sul territorio nazionale. Una risposta concreta al fabbisogno di dispositivi di protezione individuale di chi quotidianamente vive negli istituti penitenziari, con un’importante ricaduta sociale in termini di formazione e impiego dei detenuti, che diventano protagonisti di un progetto di inclusione lavorativa.

«Abbiamo sin dall’inizio fortemente creduto nella rilevanza simbolica e concreta di questo progetto, e abbiamo fortemente lavorato con tutti i partner per la sua realizzazione – spiega Ernesto Somma, responsabile riconversione industriale e incentivi della struttura commissariale – si tratta di trasformare l’emergenza in opportunità di recupero, di formazione e di riscatto. Nei tre Istituti penitenziari interessati realizzeremo vere e proprie unità produttive organizzate e gestite secondo i migliori standard di efficienza dell’industria».

«La sfida che tutti ci siamo trovati ad affrontare ha richiesto la virtuosa integrazione delle migliori capacità di pubblico e privato - commenta Stefano Cazzaniga, partner e director di Boston Consulting Group -. Un’unione che ha visto amalgamarsi competenze provenienti da diversi settori industriali, abilità di progettazione e pianificazione con la visione e l’orientamento all’azione necessarie per dare concretezza all’iniziativa».

«Anche in questo progetto – commenta Pietro Gorlier, coo della Regione Emea di Fca – abbiamo messo a disposizione le nostre eccellenze italiane sul fronte industriale. Fin dalle prime battute della pandemia, infatti, Fca e Comau si sono fortemente impegnate con molteplici iniziative su più fronti a sostegno del commissario straordinario e di altre organizzazioni italiane e internazionali. Siamo orgogliosi essere partecipi di questo progetto che ha una grande valenza sociale».

«È un onore per noi essere promotori di #Ricuciamo – afferma Fabrizio Sammarco, amministratore delegato della Società Italia Camp – progetto che si inserisce nel nostro impegno sull’economia carceraria e mette al centro la dignità della persona e delle sue relazioni sociali, generando nuovo valore per tutti coloro che la crisi sta isolando».

«Siamo orgogliosi di sostenere il progetto #Ricuciamo – conclude Riccardo Barberis, amministratore delegato di Manpower Group Italia -. Per questo progetto coniughiamo la nostra esperienza con i profili specializzati, in questo caso nel settore tessile, la nostra capacità e gli strumenti per individuare le soft skill delle figure di coordinamento del programma, con il supporto della Fondazione Human Age. Siamo di fronte ad un modello virtuoso in cui la formazione e la guida in un nuovo lavoro rivestono un ruolo cruciale nella funzione educativa della pena».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: