venerdì 30 giugno 2017
Ubi, Anfass e Cgm lanciano uno strumento multibeneficiario
Il primo Trust per il «Dopo di noi»
COMMENTA E CONDIVIDI

Un aiuto concreto per le famiglie che guardano con timore e apprensione al futuro dei figli con gravi disabilità viene dal primo trust multibeneficiario ideato da un istituto di credito italiano in attuazione della legge sul Dopo di Noi, 'Trust in Life'. È stato, infatti, siglato un protocollo d’intesa fra Ubi Banca, Anffas, associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale e Gruppo Cooperativo Cgm per realizzare progetti in questa direzione, grazie alla partnership 'Durante e dopo di noi'. Sono 127mi- la le persone potenzialmente interessate e destinatarie della legge, i cui bisogni vanno dal supporto economico-finanziario al sostegno socio-sanitario. La legge 112 del 22 giugno 2016 sul Dopo di Noi si propone di favorire il benessere e la piena inclusione sociale e l’autonomia delle persone con 'disabilità grave' in base alla legge 104/1992. 'Trust in Life' è costruito su due pilastri. Il primo è il 'Progetto di Vita', programma a sostegno delle persone con disabilità realizzato da Anffas e Cgm al termine di un percorso di co-progettazione tra i beneficiari, le famiglie e gli operatori del Terzo Settore. Il secondo è il trust predisposto da Ubi Trustee per gestire le risorse economico-finanziarie ed immobiliari integrandole con i patrimoni familiari/ personali, con il supporto di Ubi Comunità.

A sostegno di 'Trust in Life' è stato aperto un bando per un ristretto numero di iniziative candidate da soggetti del Terzo Settore appartenenti alla rete Anffas e Cgm, in linea con la legge 112/2016. I cinque progetti selezionati saranno sostenuti da Ubi Banca che rinuncerà a parte dei ricavi relativi alla nuova carta di credito Hybrid. «In un contesto sociale ed economico caratterizzato dal progressivo aumento delle disuguaglianze in ambito sanitario e sociosanitario, anche a causa delle difficoltà del settore pubblico di far fronte al crescente fabbisogno, diventa rilevante passare dal welfare state a un sistema di welfare comunitario sostenibile grazie alla collaborazione di una pluralità di attori dei settori pubblico, no profit e imprese private », ha dichiarato Letizia Moratti, presidente del Consiglio di Gestione di Ubi Banca. Per Roberto Speziale, presidente nazionale di Anffas Onlus, «la norma dà un grande opportunità ed è una scommessa che non possiamo perdere ». Dello stesso avviso Stefano Granata presidente di Cgm: «La legge è un buon dispositivo, ma perché soddisfi le aspettative sarà necessaria una reazione efficace della società civile». La strada è tracciata, ora altre banche possono seguire questo esempio virtuoso e altre Regioni imitare la Lombardia che ha già messo a punto un programma operativo.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: