sabato 14 maggio 2016
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MILANO Sulle polizze auto c’è una forte pressione al ribasso mentre i tassi bassi riducono i guadagni dell’attività di investimento. «Ci piace dire le cose come stanno ai nostri azionisti. Per il settore assicurativo saranno anni complicati, non è un periodo da ostriche e champagne» ammette Carlo Cimbi, amministratore delegato di Unipol e presidente di Unipol-Sai presentando il piano industria 2016-2018. Un piano che è stato accolto male dalla Borsa (i titoli Unipol e Unipolsai hanno chiuso con ribassi del 2,9 e del 3%) perché gli investitori si sarebbero aspettati promesse più impegnative. «L’andamento del titolo non mi sorprende. Siamo perfettamente consapevoli che veniamo da un triennio di grandi risultati, anche sopra le attese » ha detto Cimbri, che comunque ha promesso al mercato per UnipolSai utili netti cumulati nei tre anni tra gli 1,4 e gli 1,6 miliardi di euro e dividendi da 1 miliardo e per la controllante Unipol utili tra gli 1,5 e gli 1,7 miliardi e 400 milioni di dividendi. È però un piano che il manager ha definito ripetutamente «solido e concreto» e che mostra quanto sia difficile, di questi tempi, occuparsi di polizze e assicurazioni. Per esempio, spiega Cimbri, oggi Unipol ha 37 miliardi di euro investiti in titoli di Stato e dato che i tassi medi rispetto a quattro anni fa oggi sono sotto di 3 punti percentuali nei conti della finanziaria bolognese questo significa più o meno un miliardo di reddito in meno all’anno. Il mercato della Rc Auto si è fatto nel frattempo più competitivo e difficile: i prezzi medi dei premi sono in calo dal 2013 (il calo medio è stato del 16% negli ultimi quattro anni) e l’anno scorso il numero di sinistri è tornato a crescere. Chi ha nelle polizze 'auto' e in quelle 'vita' il centro della sua attività in questo contesto fatica ad aumentare la redditività. La strategia del gruppo è basata su quattro linee di intervento: innovazione nell’attività assicurativa (con l’obiettivo di conquistare mezzo milione di clienti in più nella sola Rc Auto); semplificazione dell’esperienza dei clienti sfruttando molto il Web; un migliore impiego della rete di vendita, che conta oggi 8.300 agenzie e 5mila agenti; efficienze operative da 110 milioni raggiungibili anche con 150 milioni di investimenti in information technology. Il tutto tenendo alta l’attenzione sui profili patrimoniali. Il coefficiente 'Solvency 2' consolidato per Unipolsai è stimato tra 150 e 200% e per Unipol tra 120 e 160%. I piani al 2018 per Unipol prevedono una crescita della raccolta nel ramo Danni da 7,9 a 8,3 miliardi di euro e un calo da 8,6 a 7,3 miliardi nel ramo Vita. UnipolBanca fa parte del piano, anche se è considerata non strategica e quindi si sta cercando di venderla. «La banca è nel gruppo ma siamo attenti a vedere quello accade che attorno a noi per vedere se questo asset importante può trovare una via che porti a un’altra operazione. Al momento però non ce ne sono e noi la inseriamo nel piano industriale» ha detto il manager. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL MANAGER. Carlo Cimbri
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