mercoledì 4 gennaio 2017
COMMENTA E CONDIVIDI

Pasta, parrocchia, solidarietà: è il motto del pastificio artigianale «Il Mulino di Gragnano». Bisognerebbe aggiungere anche 'tradizione'. Perché Alfredo, Luigi, Cristian, Agostino, Francesca e Raffaele, se hanno rinnovato con nuove tecnologie la loro azienda, aperta il 2 ottobre 2015, non hanno rinunciato alla storia di Gragnano che è fatta di farina, acqua e maccheroni. Ed è questa miscela che ha spinto i sei ragazzi, non ancora trentenni e cresciuti insieme nella parrocchia San Leone II di Gragnano, a scommettere sull’antica tradizione della loro città, capitale europea della pasta.

Disoccupati, nel 2011 sognano di fondare un pastificio. E non è un caso: i sei appartengono alle famiglie storiche dei pastai gragnanesi. Quattro di loro costituiscono un’associazione per valorizzare la pasta, mentre Francesca e Raffaele, universitari, lavorano su vari progetti inerenti al settore. Ma i sei giovani vogliono di più, e grazie al Progetto Policoro si confrontano sulla possibilità di trasformare l’idea in lavoro concreto. Per mettere su il pastificio è necessario un sostegno economico: 330mila euro. Una parte si mette insieme con i risparmi delle rispettive famiglie, mentre le banche, diffidenti, negano ogni supporto.

Nel 2013 don Alessandro Colasanto, vice parroco di San Leone, chiede alla gente di prestare almeno un euro per finanziare il progetto dei giovani. Nasce così «Gesti di fiducia solidale», garanti sono don Luigi Milano, il parroco, e don Alessandro, responsabile del Policoro in diocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia. Le famiglie della parrocchia mettono a disposizione la cifra che serviva e con don Luigi e don Alessandro concordano la restituzione, da gennaio 2016. La notizia giunge al vescovo, Francesco Alfano, che si mobilita fino ai coinvolgere i missionari italiani in Svizzera. Nei mesi che hanno preceduto l’apertura del Mulino di Gragnano i ragazzi hanno studiato a fondo la produzione della pasta facendo esperienze lavorative in pastifici locali rinomati.

«Abbiamo eseguito alla lettera la parola di papa Francesco: la Chiesa deve aprire le porte e interessarsi della carne sofferente che vive sul territorio. E i giovani ne costituiscono la parte più rilevante» spiega don Luigi. Il sogno oggi si chiama Mulino di Gragnano (www.ilmulinodigragnano. it) e nelle paste tipiche che esporta negli Usa.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: