mercoledì 9 maggio 2018
In prima fila gli Istituti tecnici e scuole. Il Cfmi: «Ma serve una cabina di regia»
Il manifesto della Moda per formare la filiera
COMMENTA E CONDIVIDI

Un Libro bianco, un Manifesto e la certezza che il Sistema moda italiano deve fare davvero rete se vuole conservare il suo primato. Qui alla Camera di commercio di Firenze – a due passi dal Lungarno e da Ponte Vecchio – in una delle culle del made in Italy e del lusso sono stati affrontati temi come: diversità nell’organizzazione dell’offerta formativa nei Paesi Ue; loro legami con il sistema industriale e con quello della comunicazione; opportunità locali e globali che si aprono per gli studenti; sistemi internazionali di ranking e di promozione.

Solo quello della moda rappresenta il 10% del mercato globale della Fashion Education, per un fatturato di 75 milioni di euro: negli ultimi quattro anni ha registrato una crescita del 9%. Qui a Firenze si è parlato soprattutto delle grandi sfide che la formazione di moda deve affrontare oggi in Italia, dei nuovi profili professionali imposti dai cambiamenti strutturali, delle difficoltà burocratiche che penalizzano l’attrattività all’estero del nostro sistema formativo (anche se il 50% degli iscritti alle 49 scuole pubbliche e private è di provenienza straniera) e delle nuove strategie per la promozione di questo importante settore. La formazione, infatti, è un tema centrale per la moda contemporanea e per il Sistema moda italiano, ma manca una cabina di regia che osservi e promuova il comparto in maniera sistematica.

Dall’incontro Moda. L’Italia fa scuola, organizzato dal Centro di Firenze per la moda italiana (Cfmi), al quale sono intervenuti imprenditori, stilisti e addetti ai lavori, studenti e docenti, è emersa soprattutto la volontà di valorizzare i percorsi formativi e legarli ancora di più alle esigenze delle aziende. «L’alta formazione – spiega Andrea Cavicchi, presidente di Cfmi – riflette le caratteristiche distintive e uniche del Sistema moda, svolge un ruolo che sarà sempre più fondamentale per l’identità e la proiezione internazionale del nostro Paese, ha grandi potenzialità. La 'mappa' della formazione nel campo moda in Italia non può prescindere da quella delle eccellenze manifatturiere. La possibilità che le scuole hanno di collegarsi direttamente al territorio e soprattutto ai distretti, lavorando a fianco degli operatori più qualificati, che spesso vantano esperienze pluridecennali, è un’occasione unica».

Il Manifesto – con i punti critici più rilevanti per chi fa formazione di moda oggi in Italia – approvato ieri al termine dei lavori fiorentini, ha l’obiettivo di sensibilizzare il futuro governo del Paese e l’opinione pubblica più attenta, ai temi centrali per il settore e sarà anche il punto di partenza per i prossimi eventi sulla formazione organizzati dal Cfmi. Le scuole, i corsi universitari e la filiera completa della Formazione Moda – di cui fanno parte gli Istituti tecnici e le scuole professionali e specializzate nei diversi settori d’attività artigianale e manifatturiera, oltre agli Its – devono sapere organizzare, valorizzare e promuovere al meglio questo ruolo che diventerà ancor più decisivo nel prossimo futuro per l’evoluzione del comparto, non solo in Italia.

Un tentativo di fare sistema è contenuto anche in Imparare la moda in Italia (Marsilio, 2017). La pubblicazione è il risultato del lavoro che la Commissione formazione, coordinata dal Cfmi, ha svolto all’interno del tavolo moda e accessorio, istituito nel gennaio 2016 presso il ministero dello Sviluppo economico.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: