giovedì 21 aprile 2016
Per la giornata del Primo maggio, festa del lavoro, il messaggio della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace: l’Italia non continui a sprecare il talento dei suoi giovani. LEGGI IL MESSAGGIO
«Lavoro, c'è spreco di giovani e di Sud»
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“Oggi più che mai” c’è “bisogno di educare al lavoro e la situazione è tale da richiedere una riscoperta delle relazioni fondamentali dell’uomo. Il lavoro deve tornare a essere luogo umanizzante”. È il cuore del messaggio redatto dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, per la giornata del Primo maggio, dal titolo “Il lavoro: libertà e dignità dell’uomo in tempo di crisi economica e sociale”. Il lavoro “in Italia manca”, osservano i vescovi, e questa scarsità “porta sempre più persone, impaurite dalla prospettiva di perderlo o di non trovarlo, a condividere l’idea che nulla sia più come è stato finora: dignità, diritti, salute finiscono così in secondo piano”. Non meno rilevanti sono i temi dell'alternanza scuola-lavoro, delle disuguaglianze geografiche che vedono un Paese disgiunto tra Nord e Sud e ancora della necessità di prevedere uno strumento di contrasto alla poverà che poggi su basi universalistiche e supporti le persone che hanno perso il lavoro. Tra i vari temi toccati nel messaggio per il primo maggio diffuso dalla Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, vi è anche l'appello a tutto il Paese: «L’Italia - si legge - non può continuare a sprecare l’intelligenza, il talento e la creatività dei suoi giovani, che emigrano nella speranza di essere accolti altrove. Occorre creare per loro spazi di sperimentazione».
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