mercoledì 24 settembre 2014
In Italia il 7% di chi cerca un posto o lo trova grazie ai nuovi strumenti, mentre un selezionatore su quattro dichiara di aver escluso potenziali candidati sulla base dei loro profili in rete.
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Il Gruppo Adecco, leader mondiale e italiano nella gestione delle Risorse Umane, pubblica la quarta edizione della ricerca Il lavoro ai tempi del #SocialRecruiting, condotta per la prima volta a livello mondiale. I risultati emersi dalla ricerca evidenziano che i social media sono, e saranno sempre di più, il nuovo mercato del lavoro, ma gli effetti di questa rivoluzione non sono ancora del tutto chiari sia per chi cerca sia per chi offre lavoro. Lo studio condotto da Adecco, in collaborazione con l'Università Cattolica di Milano, è attualmente il più completo in questo campo. La ricerca ha coinvolto 1.500 recruiter provenienti da 24 Paesi e oltre 17mila persone in cerca di lavoro. I dati coprono, in particolare, l'uso dei social media per scopi professionali e la loro efficacia nel trovare un impiego, così come la reputazione sul web e l’impatto che può avere sulla selezione. A livello globale, i risultati mettono in evidenza che i social media giocheranno sempre di più un ruolo chiave nel processo di ricerca e selezione. Secondo la ricerca, infatti, nel 2013 più della metà delle attività di selezione è avvenuta su Internet (53%) e nel 2014 si prevede che il trend continui a crescere fino 61%. In Italia la ricerca è stata condotta su 7.597 candidati e 269 selezionatori. Il 67% dei candidati intervistati ha confermato di usare i social network per cercare lavoro (erano il 53% nel 2013). Linkedin è il canale più utilizzato con il 41%, seguito da Facebook con il 23%. Sempre nell’ultimo anno, il 56% degli intervistati ha diffuso il proprio CV attraverso i social media e il 7% ha trovato lavoro grazie ai social (erano rispettivamente il 30% e il 2% nel 2013). Contrariamente alle aspettative, la selezione sui social media non è più una prerogativa di candidati altamente qualificati; infatti, la maggior parte dei profili ricercati sono quelli non manageriali. Tra i settori più social emergono le vendite (che seleziona sul web il 54,2% dei profili), l’amministrazione e finanza (45,8%) e il marketing (40,8%).  Lo studio conferma l’importanza della reputazione dei candidati sui social media e come i recruiter ricorrano ai social network per valutarla. Nella ricerca attraverso i profili dei potenziali candidati, i selezionatori controllano in primo luogo le precedenti esperienze di lavoro, ma anche riconoscimenti professionali e successi, nonostante queste sezioni siano spesso trascurate nei profili di chi cerca lavoro. I recruiter cercano anche informazioni sulla personalità dei candidati. Infatti, un quarto degli intervistati (25,5%) ammette di aver rifiutato un candidato a causa dei contenuti o delle foto pubblicate sul suo profilo. Particolare attenzione è anche rivolta ai commenti postati, soprattutto quelli che possono violare i regolamenti universitari o del posto di lavoro. Tuttavia, la maggioranza dei candidati in cerca di occupazione spesso sottovaluta la rilevanza professionale dei profili personali. Un altro aspetto significativo è l’importanza che le relazioni online ricoprono nella selezione e nella ricerca di lavoro. Chi ha una rete più “ricca” ottiene risultati migliori in termini di contatti con i recruiter e maggiori possibilità di assunzione. Infatti, i candidati con una buona rete online hanno maggiore successo rispetto a quelli con una buona rete offline. "Su questi aspetti la ricerca Adecco può essere d’aiuto - spiega Silvia Zanella, global social media & on line marketing director del Gruppo Adecco -. L’importanza della selezione attraverso i social media è oggi un aspetto molto importante e continuerà ad esserlo in futuro. Adecco può aiutare coloro che stanno cercando un lavoro ad ottenere il massimo attraverso un uso corretto dei social network e di fornire ai recruiter gli strumenti migliori per svolgere le loro ricerche sui social media”.
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