venerdì 13 settembre 2019
È la richiesta del presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi. Tra i nodi da sciogliere: riduzione del costo del lavoro, lotta alla concorrenza e sleale e al sommerso
Massimo Stronati, presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi

Massimo Stronati, presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi

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«Mi aspetto tante cose dal nuovo governo. Dalla riprogrammazione delle attività al sostegno ai consorzi che intendono partecipare alle gare; dalla riduzione del costo del lavoro alla lotta alla concorrenza sleale e al sommerso». Massimo Stronati, presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi, spera che Palazzo Chigi convochi al più presto un tavolo per sbloccare i cantieri.

Non è bastato il decreto?

Il decreto non ha avuto tutta questa energia e forza per far partire le opere. Eppure l’Italia ha un gran bisogno di sbloccare gli appalti. Possono dare un forte impulso al prodotto interno lordo e slancio alle imprese e al lavoro. Lo studio Ambrosetti ha stimato un +0,7% di Pil solo se venissero sbloccati i cantieri per i quali già esiste copertura.

Si attendeva di più dall’Anac?

Ho un grande rispetto per Cantone e per l’Autorità, ma non sono stati messi in condizione di lavorare. Forse dovevano essere più strutturati. Comunque c’è bisogno di semplificazione e legalità. Invece ci sono stati troppi ricorsi al Tar su bandi ancora da pubblicare o prima delle gare.

Un danno soprattutto per le vere cooperative...

Siamo vittime del mercato condizionato dal dumping selvaggio e dalla concorrenza sleale. Oltre che dai forti ribassi. Eppure le nostre 5mila imprese contano 220mila soci e occupano 170mila persone. Bisognerebbe monitorare tutte le gare e fissare una soglia al massimo ribasso. Ma soprattutto è necessario premiare il merito e chi offre il buon lavoro. Servono più controlli, visto che anche l’Istat certifica che sono 3,3 milioni i lavoratori in nero o irregolari, con un danno contributivo e fiscale di 108 miliardi di euro l’anno.

Cosa ne pensa del Public Procurement?
L’acquisto diretto di beni e servizi da parte dello Stato va esteso a più ambiti. Potrebbe essere uno strumento utile per sostenere crescita e sviluppo poiché interviene sia sulla domanda che sull’offerta. Se ben gestito può diventare una delle principali leve di politica industriale.

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