mercoledì 19 dicembre 2018
Page Executive svela i comportamenti chiave per arrivare ad affrontare il colloquio con successo
Trovare lavoro con l'head hunter
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Quali sono gli aspetti chiave che non possono essere sottovalutati quando un professionista cerca un nuovo lavoro? Max Redolfi, senior partner di Page Executive, divisione boutique di Page Group specializzata nella ricerca e selezione di top manager, rivela i consigli per creare una buona relazione con gli head hunter e superare i colloqui con successo. Ecco il decalogo:

1. Scegliere professionisti specializzati. Ogni società di recruitment è strutturata in maniera differente, in funzione di precise nicchie di specializzazione, settori di riferimento, funzioni e seniority. Occorre capire quali società seguono il mercato e il segmento di carriera in linea con le proprie ambizioni.

2. No alle candidature “a pioggia”. Evitare di rispondere ad inserzioni non in linea per “tentare la sorte” o come scorciatoia per entrare in contatto col recruiter. La candidatura in risposta ad una inserzione, deve essere effettuata in modo mirato e solo quando effettivamente si corrisponde alle caratteristiche richieste. Ogni candidatura fuori perimetro rischia di svalutare il profilo del candidato.

3. Gestire al meglio la modalità di contatto. Tra i modi meno efficaci c’è la candidatura spontanea non a fronte di alcuno spunto specifico. Nel momento del contatto segnalare quindi le opportunità di mercato a cui si è interessati o le capacità individuali che vi distinguono, in relazione alle posizioni aperte sul sito, che avrete precedentemente esaminato.

4. Creare un rapporto collaborativo, oltre la specifica candidatura. Se venite contattati da un head hunter è conveniente non rifiutare mai un incontro conoscitivo, anche se non siete interessati alla posizione specifica proposta, ma è bene affrontare perlomeno una chiacchierata conoscitiva per chiarire desidera ed eventuali futuri spunti professionali. Se si desidera mantenere la propria candidatura fresca nella memoria dei consulenti dopo che è trascorso un certo periodo da un incontro può essere utile seguire il loro profilo Linkedin o condividere informazioni di mercato interessanti e utili al loro aggiornamento.

5. Essere coerenti con la propria immagine social. La fase di selezione non si articola solo durante i colloqui. È molto importante per i manager essere attivi sui canali social considerati di rilievo (LinkedIn e Twitter). È un valore aggiunto far vedere che si comprende l’utilità dei canali e che li si usi al meglio pubblicando argomenti dedicati al proprio settore con una opinione personale. Se si è degli utilizzatori “passivi” delle community è meglio dichiararlo apertamente, motivando le ragioni per cui è stata fatta tale scelta.

6. Fare una buona attività di intelligence pre colloquio. È necessario fare in modo di sapere il più possibile sull’azienda che propone la posizione. È importante comprendere se i valori dell’azienda sono in linea con i propri, informarsi sulla struttura interna, sugli obiettivi a lungo termine e sulla filosofia aziendale. Oltre al sito web, ai social e alle newsletter aziendali è fondamentale, anche per le professioni non finance, consultare i report annuali. Se il nome dell’azienda non è disponibile la preparazione si focalizzerà sulla job description. In base a come si presenta l’annuncio di lavoro, è possibile capire quali domande saranno rivolte in sede di colloquio e se l’ambiente lavorativo che si incontrerà è in linea ai nostri desiderata.

7. Puntualità, accuratezza e trasparenza. Anche nella fase del colloquio è necessario rispettare tutte le caratteristiche richieste a un manager nel quotidiano: presentarsi con la massima puntualità, curare la correttezza e accuratezza delle informazioni fornite, non trascurare mai la chiarezza. Un comportamento poco trasparente, confuso, o poco lineare durante il corso dell’intero processo di una ricerca può portare a compromettere un rapporto con grande velocità e a precludersi opportunità professionali, anche future.

8. Mostrare le competenze specifiche, ma non dimenticare di trasferire il carisma manageriale. Durante l’incontro è importante non concentrarsi solo sugli aspetti specifici del proprio ruolo ma mostrare di avere skills critiche di management. È fondamentale per fare colpo con il selezionatore descrivere come si applichino nel quotidiano attitudini come il problem-solving, la leadership, il saper motivare gli altri e saper valutare le performance in base a specifici obiettivi.

9. Non “andare a braccio”. Il colloquio è un momento di tensione anche per i professionisti abituati all’interazione con figure di management e a lavorare in condizioni di stress. La preparazione è sempre una componente fondamentale per un colloquio di successo, ad ogni livello. Per esempio già, esaminando la job description, potrebbero venire in mente delle domande da fare. Avanzate in fase di colloquio qualsiasi dubbio, perplessità circa la posizione, considerate il consulente un partner di carriera con cui discutere qualsiasi aspetto. Il recruiter sarà contento di dipanare ogni aspetto in questa fase di valutazione e brainstorming piuttosto che di fronte al cliente in fase di firma di contratto.


10. Non essere insistenti. È importante che sia chiaro che le società di recruitment lavorano per le loro aziende clienti, e sono quest’ultime a prendere la decisione finale. Dunque non ha alcuna utilità mostrarsi offesi o insoddisfatti se non si viene considerati nel gruppo di candidati finali, o se si viene scartati, anche se in fase di selezione avanzata o già avviata. Soprattutto è controproducente insistere nell’esigere che la propria candidatura venga presa in considerazione. Discutete piuttosto le motivazioni che hanno portato all’essere scartati, di modo da comprendere eventuali errori da evitare in futuro.


«Per un manager è fondamentale comprendere innanzitutto il modo di operare delle società di recruiting, e capire al meglio il posizionamento di ciascuna di esse, al fine di evitare incomprensioni, essere disattesi sulle proprie aspettative, evitare perdite di tempo, e soprattutto evitare di rischiare di svendere la propria professionalità nel mondo del lavoro. Tutto ciò, stabilendo e massimizzando nel tempo una serie di piacevoli relazioni con i cacciatori di teste, che possono sfociare nel corso del tempo in collaborazioni reciprocamente molto utili e proficue - spiega Redolfi -. Inoltre i manager devono essere consapevoli del fatto che a volte non è sufficiente avere una eccellente relazione con un head hunter e un profilo professionale di tutto rispetto, ma è necessario che si vengano a verificare una serie di altre coincidenze affinché quella relazione si concretizzi in una reale opportunità di carriera nel brevissimo termine. È tuttavia molto più probabile che nel tempo si possa riuscire a valorizzare concretamente una relazione se gestita nel migliore dei modi».




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