mercoledì 26 giugno 2013
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La Presidenza del Consiglio comunica che:

Il Consiglio dei ministri si è riunito oggi alle ore 9.10 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Enrico Letta. Segretario il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Filippo Patroni Griffi.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato la norma che sposta al 1° ottobre 2013 il termine a partire dal quale viene applicato l’aumento dell’aliquota ordinaria dell’IVA dal 21 al 22 per cento previsto dal comma 1-ter del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, termine attualmente fissato al 1° luglio 2013.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato su proposta dei ministri del Lavoro, Enrico Giovannini, dell’Economia e Finanze, Fabrizio Saccomanni, e della Coesione Territoriale, Carlo Trigilia, un decreto legge per migliorare il funzionamento del mercato del lavoro, aumentare l’occupazione, soprattutto quella giovanile, sostenere le famiglie in difficoltà.

Gli obiettivi perseguiti dal Governo attraverso gli interventi previsti dal decreto-legge mirano ad aumentare il contenuto occupazionale della ripresa accelerando la creazione di posti di lavoro, soprattutto a tempo indeterminato; creando nuove opportunità di lavoro e di formazione per i giovani, per ridurre la disoccupazione e l’inattività, favorendo l’alternanza scuola-lavoro; sostenendo il reinserimento lavorativo di chi fruisce di ammortizzatori sociali; incentivando le assunzioni di categorie deboli della società, come le persone con disabilità (sarà previsto un programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità). Si interviene inoltre per potenziare il sistema delle politiche attive del lavoro, per aumentare le tutele dei lavoratori, migliorare la trasparenza e l’efficienza dei meccanismi di conciliazione in caso di licenziamento. Infine, il decreto, che vuole dare risposte concrete alle Raccomandazioni rivolte all’Italia dalla Commissione europea il 29 maggio 2013 nel quadro della procedura di coordinamento delle riforme economiche per la competitività (“semestre europeo”), prevede un forte intervento per sostenere il reddito delle persone maggiormente in difficoltà, specialmente nel Mezzogiorno, cioè l’area caratterizzata da tassi di povertà più elevati. Gli interventi previsti dal decreto legge rappresentano solo il primo passo della strategia del Governo per aumentare l’occupazione, specialmente giovanile, ridurre l’inattività e attenuare il disagio sociale. Un secondo gruppo di misure verrà definito non appena le istituzioni europee avranno approvato le regole per l’utilizzo dei fondi strutturali relativi al periodo 2014-2020 e di quelli per la “Garanzia giovani”.

Incentivi per nuove assunzioni a tempo indeterminato Vengono stanziati 794 milioni di euro nel quadriennio 2013-2016 (500 milioni per le regioni del Mezzogiorno, 294 milioni per le restanti) per incentivare l’assunzione di lavoratori in età compresa tra i 18 e i 29 anni e che godano di almeno una di queste condizioni: a) Siano privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; b) Siano privi di un diploma di scuola media superiore o professionale; c) Siano lavoratori che vivono da soli con una o più persone a carico.

L’incentivo per il datore di lavoro è pari a un terzo della retribuzione lorda imponibile ai fini previdenziali complessiva per un periodo di 18 mesi e non può superare i 650 euro per lavoratore. Se, invece, il datore di lavoro trasforma un contratto in essere da determinato a “indeterminato” il periodo di incentivazione è di 12 mesi. Alla trasformazione deve comunque corrispondere un’ulteriore assunzione di lavoratore.

Un apprendistato che abbia valore In una logica di una disciplina maggiormente omogenea sull’intero territorio nazionale, entro il 30 settembre 2013 la conferenza Stato-Regioni dovrà adottare le linee guida che disciplinino il contratto di apprendistato professionalizzante che le piccole e medie imprese e le microimprese dovranno adottare entro il 31 dicembre 2015.

Favorire i tirocini formativi- Fino al 31 dicembre 2015 è istituito presso il Ministero del lavoro un fondo di 2 milioni di euro annui per permettere alle amministrazioni che non abbiano a tal fine risorse proprie di corrispondere le indennità per la partecipazione ai tirocini formativi. - È anche autorizzata la spesa di 15 milioni di euro per promuovere l’alternanza tra studio e lavoro e quindi l’attività di tirocinio curriculare per gli studenti iscritti ai corsi di laurea nell’anno 2013-2014. - Per creare nuove opportunità di lavoro e di formazione per i giovani, per ridurre la disoccupazione e l’inattività. Il provvedimento prevede il finanziamento di un ampio programma di tirocini formativi per giovani residenti nel Mezzogiorno che non lavorano, non studiano e non partecipano ad alcuna attività di formazione, di età compresa fra i 18 e i 29 anni; un incentivo alle università che sottoscriveranno un protocollo standard definito dal Ministero dell’università e della ricerca per il finanziamento delle attività di tirocinio curriculare presso enti pubblici e privati per gli studenti universitari più meritevoli e in difficoltà economiche; un coordinamento più stretto con la formazione realizzata dagli istituti tecnici. Viene poi istituita presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali un’apposita struttura di missione, in vista dell’avvio della “Garanzia giovani”.

Un aiuto al Mezzogiorno- In considerazione della grave situazione occupazionale che interessa i giovani residenti nelle aree del Mezzogiorno si è deciso di rifinanziare: a) con 80 milioni di euro, delle misure per l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità; b) con 80 milioni di euro il Piano di Azione Coesione rivolta a enti e organizzazioni del privato sociale che coinvolgano giovani in progetti di valorizzazione dei beni pubblici e per l’inclusione sociale; c) con 168 milioni di euro, borse di tirocinio formativo per giovani disoccupati, che non studiano, che non partecipano ad alcuna attività di formazione. - Per ridurre la povertà e per sostenere le famiglie del Mezzogiorno in difficoltà, viene avviato il programma “Promozione dell’inclusione sociale, finanziato con 167 milioni di euro.

Migliorare il funzionamento del mercato del lavoro Si prevede una serie di interventi, in particolare relativi alla legge 92/2012 volti a chiarire la natura dei contratti e di semplificazione. In particolare sui contratti a termine e di somministrazione (come l’abrogazione del divieto di proroga del contratto “acausale”), contratti di lavoro intermittente, lavoro a progetto e lavoro accessorio.

Rafforzare le tutele per i lavoratori e migliorare la trasparenza In particolare, in caso di tentativo di conciliazione la mancata presentazione di una delle parti sarà valutata dal giudice nella sua decisione finale; estensione anche ai co.co.pro. delle norme contro le cosiddette “dimissioni in bianco”; rivalutazione del 9.6% delle ammende con rivalutazione della metà del flusso che ne deriva al rafforzamento di misure di vigilanza e prevenzione in materia di sicurezza sul luogo del lavoro; il monitoraggio dei contratti aziendali con deposito obbligatorio presso le direzioni territoriali del lavoro; comunicazioni obbligatorie relative all’assunzione, cessazione, trasformazione e proroga dei contratti valgono a tutti gli effetti.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta del ministro della giustizia Annamaria Cancellieri, un decreto legge contenente disposizioni tese a fornire una prima risposta al problema del sovraffollamento penitenziario. Questo fenomeno comporta costi altissimi sotto il profilo umano e sociale, causati dalla lesione dei diritti fondamentali di decine di migliaia di persone detenute. Il provvedimento mira a sanare una situazione che espone il nostro Pease alle reiterate condanne da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo. Il Ministero della Giustizia ha elaborato una proposta che, pur senza stravolgere l’attuale ordinamento, intende realizzare un significativo alleggerimento del nostro sistema penitenziario. L’intervento riformatore si muove nell’ottica di favorire l’adozione di efficaci meccanismi di decarcerizzazione (alcuni dei quali peraltro già in vigore prima della legge n. 251 del 2005, c.d. legge ex Cirielli) unicamente in relazione a soggetti di non elevata pericolosità; ferma restando, al contrario, la necessità dell’ingresso in carcere dei condannati a pena definitiva che abbiano commesso reati di particolare allarme sociale.

Una doppia linea di intervento. Sul versante della deflazione carceraria la proposta si articola su due fronti:

A. la previsione di misure dirette ad incidere strutturalmente sui flussi carcerari, agendo in una duplice direzione: quella degli ingressi in carcere e quella delle uscite dalla detenzione.

B. il rafforzamento delle opportunità trattamentali per i detenuti meno pericolosi, che costituiscono la maggior parte degli attuali ristretti.

A) Flussi carcerari. Si è ritenuto ormai indifferibile rimuovere alcuni automatismi, ancorati ad astratte presunzioni di pericolosità, che, in maniera scarsamente selettiva e spesso indiscriminata, hanno condotto in carcere, negli ultimi anni, un numero assai elevato di persone, impedendo loro di accedere alle misure alternative alla detenzione subito dopo il passaggio in giudicato della condanna.

A1) La modifica dell’art. 656 c.p.p. L’intervento intende riservare l’immediata incarcerazione ai soli condannati in via definitiva nei cui confronti vi sia una particolare necessità del ricorso alla più grave forma detentiva. Tra questi, oltre ai condannati per reati contemplati dall’art. 4 bis dell’ordinamento penitenziario, sono stati inseriti i delitto di maltrattamenti in famiglia commesso in presenza di minori di quattordici anni. Nei confronti degli altri condannati si è intervenuti sulla cosiddetta “liberazione anticipata”, istituto che premia con una riduzione di pena, pari a 45 giorni per ciascun semestre, il detenuto che tiene una condotta regolare in carcere e partecipa fattivamente al trattamento rieducativo (v. art. 54 ord. pen). Sarà il pubblico ministero, prima di emettere l’ordine di carcerazione, a verificare se vi siano le condizioni per concedere la liberazione anticipata e investa, in caso di valutazione positiva, il giudice competente della relativa decisione. In questo modo, il condannato potrà attendere “da libero” la decisione del tribunale di sorveglianza sulla sua richiesta di misura alternativa. Inoltre, per le donne madri ed i soggetti portatori di gravi patologie viene ora data l’opportunità di accedere alla detenzione domiciliare nei casi in cui debba essere espiata una pena non superiore ai quattro anni.

A2) Il lavoro di pubblica utilità Viene, altresì, ampliata la possibilità per il giudice di ricorrere, al momento della condanna, ad una soluzione alternativa al carcere, costituita dal lavoro di pubblica utilità. Tale misura, prevista per i soggetti dipendenti dall’alcol o dagli stupefacenti, potrà essere disposta per tutti reati commessi da tale categoria di soggetti, salvo che si tratti delle violazioni più gravi della legge penale previste dall’art.407, comma 2, lett. a), del codice di procedura penale (si veda l’art. 73, comma 5 ter D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309).

A3) L’intervento sulle misure alternative (ovvero sui flussi di ingresso e di uscita). Nella duplice prospettiva di ridurre i flussi in entrata ma anche di incrementare le possibilità di uscita dal carcere, si collocano infine le modifiche che prevedono l’estensione degli spazi di applicabilità di alcune misure alternative per determinate categorie di soggetti, che in passato erano invece esclusi, come i recidivi per piccoli reati.

B) Le misure incidenti sul trattamento rieducativo. Al fine di alleggerire le tensioni che, in specie nel periodo estivo, possono più facilmente innescarsi sia tra i detenuti che nei confronti del personale penitenziario, il provvedimento estende la possibilità di accesso ai permessi premio per i soggetti recidivi e prevede l’estensione dell’istituto del c.d. lavoro all’esterno (art. 21 dell’ordinamento penitenziario) anche al lavoro di pubblica utilità (v. comma 4 ter del citato art. 21).

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto presidenziale recante disposizioni per il riordino delle scuole militari e degli istituti militari di formazione. Il provvedimento mira ad attuare: l’eliminazione di sovrapposizioni e duplicazioni delle strutture e funzioni coincidenti o analoghe; la precisa individuazione e la disciplina delle missioni e dei compiti di ciascuna struttura, l’ottimizzazione dei locali adibiti alla formazione, favorendo l’uso gratuito da parte di altre strutture formative pubbliche.

Il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza per le alluvioni del Piemonte del 27 aprile e del 19 maggio 2013 e per l’evento sismico verificatosi nelle province di Lucca e Massa Carrara il 21 giugno scorso. Il Consiglio del Ministri ha inoltre esteso ad alcuni comuni della provincia di Pisa la dichiarazione di stato d’emergenza per le avversità atmosferiche del marzo scorso.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo s chema di Decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive riguardanti il controllo dell’acquisizione e della detenzione di armi. L’intervento è finalizzato ad adeguare la normativa di riferimento alle modifiche che hanno portato alla sospensione del Catalogo nazionale delle armi e all’attribuzione del Banco nazionale di prova di competenze prima riconducibili al Catalogo. Inoltre colma i vuoti normativi e facilita l’applicazione pratica di alcune disposizioni che, nell’incertezza, determinano riflessi anche sull’attività economica degli operatori di settore e sulla sicurezza pubblica.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge “Delega al Governo per l’orientamento e la modernizzazione nei settori dell’agricoltura, dell’agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura e delle foreste nonché per il riordino della relativa disciplina”. Tra le altre cose il testo garantisce la revisione della normativa e degli strumenti per lo sviluppo dell'occupazione regolare nel settore agricolo in modo tale da contrastare i fenomeni di economia irregolare e sommersa, ridefinisce gli strumenti relativi alla tracciabilità, etichettatura e pubblicità dei prodotti alimentari e dei mangimi e semplifica gli adempimenti contabili ed amministrativi a carico delle imprese agricole.

Su proposta del Ministro della difesa Mario Mauro, il Consiglio ha deciso le seguenti promozioni: - a generale di corpo d’armata dei generali di divisione r.n. delle Armi di fanteria, cavalleria, artiglieria, genio, trasmissioni dell’Esercito in s.p. Massimiliano DEL CASALE, Carmine DE PASCALE e Leonardo di MARCO; - a generale di corpo d’armata del generale di divisione r.n. delle Armi di fanteria, cavalleria, artiglieria, genio, trasmissioni dell’Esercito in s.p. Riccardo MARCHIO’; - ad ammiraglio ispettore capo dell’ammiraglio ispettore r.n. del Corpo delle armi navali in s.p. Osvaldo BROGI; - ad ammiraglio di squadra dell’ammiraglio di divisione r.n. del Corpo di stato maggiore della Marina militare in s.p. Claudio GAUDIOSI; - a generale di corpo d’armata del generale di divisione r.n. dell’Arma dei carabinieri in s.p. Giuseppe ROSITANI.

Su proposta del Ministro della salute Beatrice Lorenzin, il Consiglio ha deciso la conferma del dirigente di I fascia dott. Romano MIRABELLI nell’incarico di Capo del Dipartimento della sanità pubblica veterinaria, della sicurezza alimentare e degli organi collegiali per la tutela della salute.

Il Consiglio ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Ardore, in provincia di Reggio Calabria, dove sono state riscontrate forme di condizionamento delle istituzioni locali da parte della criminalità organizzata.

Su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Graziano Delrio, il Consiglio dei Ministri ha esaminato quattordici leggi regionali. E’ stata deliberata l’impugnativa per le seguenti leggi regionali e delle Province autonome:

Su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Graziano Delrio, il Consiglio dei Ministri ha esaminato quattordici leggi regionali. E’ stata deliberata l’impugnativa per le seguenti leggi regionali e delle Province autonome: 1) Legge Regione Campania n. 5 del 6/05/2013, “ Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2013 e pluriennale 2013 – 2015 della regione Campania (legge finanziaria regionale 2013), in quanto contiene alcune disposizioni che si pongono in contrasto con i principi fondamentali della legislazione statale nelle materie della tutela della salute, del coordinamento della finanza pubblica, e della tutela dell’ambiente, in violazione dell’art. 117, secondo comma, lett. s), e terzo comma, della Costituzione. 2) Legge Regione Abruzzo n. 10 del 24/04/2013, “ Modifiche alle leggi regionali n. 29 dell’11.8.2011 (Razionalizzazione e rideterminazione dei Servizi di Sviluppo Agricolo), n. 2 del 10.1.2013 (Disposizioni finanziarie per la redazione del bilancio annuale 2013 e pluriennale 2013-2015 della Regione Abruzzo - Legge Finanziaria Regionale 2013), n. 3 del 10.1.2013 (Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2013 - Bilancio pluriennale 2013-2015), n. 6 dell'11.3.2013 (Misure urgenti per lo sviluppo del Settore dell’Agricoltura e della Pesca in Abruzzo), n. 143 del 17.12.1997 (Norme in materia di riordino territoriale dei Comuni: Mutamenti delle circoscrizioni, delle denominazioni e delle sedi comunali. Istituzione di nuovi Comuni, Unioni e Fusioni) e altre disposizioni normative, in quanto contiene alcune disposizioni che si pongono in contrasto con i principi fondamentali della legislazione statale in materia di coordinamento della finanza pubblica, in violazione dell’art. 117, terzo comma, della Costituzione.Inoltre, per le seguenti leggi regionali e delle Province autonome, ha deliberato la non impugnativa: 1) Legge Regione Lazio n. 2 del 29/04/2013 “Legge finanziaria regionale per l'esercizio 2013 (art. 11, legge regionale 20 novembre 2001, n. 25).2) Legge Regione Campania n. 6 del 06/05/2013 “ Bilancio di previsione della regione Campania per l’anno Finanziario 2013 e bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015. 3) Legge Regione Marche n. 7 del 30/04/2013 “Costituzione della società pubblica di progetto per la realizzazione della strada di grande comunicazione Fano-Grosseto.” 4) Legge Regione Marche n. 8 del 30/04/2013 “Promozione di azioni istituzionali contro la violenza sulle donne e contro le discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale.” 5) Legge Regione Piemonte n. 8 del 07/05/2013 “Legge finanziaria per l'anno 2013.” 6) Legge Regione Piemonte n. 9 del 07/05/2013 “ Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2013-2015.” Scadenza termine impugnativa ai sensi dell’art. 127 Cost.: 8/07/2013 7) Legge Regione Sardegna n. 10 del 29/04/2013 “ Disposizioni urgenti in materia di lavoro e nel settore sociale.” 8) Legge Regione Calabria n. 19 del 02/05/2013 “ Interventi di inclusione sociale, integrazione sociosanitaria e contrasto alla povertà per gli agglomerati urbani a maggiore concentrazione di popolazione.” 9) Legge Regione Calabria n. 20 del 02/05/2013 “ Modifica ed integrazione dell’articolo 59 ter della legge regionale 25 novembre 1996, n. 35, recante: «Disciplina per l’assegnazione e la determinazione dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica». 10) Legge Regione Calabria n. 21 del 02/05/2013 “ Modifica all’articolo 41, comma 2, della legge regionale 27 dicembre 2012, n. 69.” 11) Legge Regione Calabria n. 22 del 02/05/2013 “ Tutela e valorizzazione del patrimonio geologico e speleologico.” 12) Legge Regione Calabria n. 23 del 02/05/2013 “ Modifica della legge regionale 11 agosto 2010, n. 21 (Misure straordinarie a sostegno dell’attività edilizia finalizzata al miglioramento della qualità del patrimonio edilizio residenziale).

Deliberazione di sollevare per conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale avverso la delibera della Giunta regionale Abruzzo n. 218/2013c concernente “Determinazioni inerenti il rilascio di autorizzazioni di competenza regionale, a norma dell’articolo 109 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 recante norme in materia ambientale. Ripartizione tra le Direzioni regionali di competenza afferenti al mare”;

Il Consiglio ha avuto termine alle ore 11.35.

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