martedì 2 febbraio 2016
Il mercato ha un potenziale enorme: delle oltre 300mila organizzazioni non profit censite dall’Istat solo il 20% dichiara di fare fundraising in modo strutturato.
 I professionisti della raccolta fondi
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Sono preparati, agguerriti, professionali e professionisti: sono i fundraiser, gli specialisti della raccolta fondi cui oggi si rivolgono non solo le organizzazioni non profit, ma anche la pubblica amministrazione, gli Istituti scolastici, le Università e anche il mondo della politica. «I profondi cambiamenti del welfare comportano che la raccolta fondi non sia più limitata al non profit» afferma Luciano Zanin, presidente di Assif, l’associazione di categoria e di riferimento dei fundraiser «ed è il motivo per cui i nostri aderenti si aggiornano costantemente». Mercoledì scorso all’Assif Day 2016 – giornata di approfondimento, formazione e confronto sul tema del 'Mercato del lavoro dei fundraiser' – era visibile la crescita di questo settore, fatto di professionisti che ogni anno 'muovono' cifre a tre, quattro e anche cinque zeri, sempre con obiettivi principali la 'generazione di fiducia' e la soddisfazione: quella dei donatori e quella dell’ente beneficiario. Il mercato ha un potenziale enorme: delle oltre 300mila organizzazioni non profit censite dall’Istat solo il 20% dichiara di fare fundraising in modo strutturato. Le organizzazioni stanno imparando a gestire bene questa attività. Oggi chiedono sempre più raramente 'Mi serve qualcuno che mi trovi questa cifra in poco tempo' perché, spiega Zanin «il fundraiser, o meglio il fundraising, è un investimento che alle organizzazioni non profit chiede impegno: ha bisogno di tempo per dare risultati, ma può essere decisivo per loro e soprattutto per le persone o le comunità che esse servono». 'Ma ti pagano?', 'Non ho ancora capito che lavoro fai? Volontariato?' queste le ingenue ma preoccupate domande che alcuni dei relatori si sentivano fare da genitori e amici quando erano gli inizi delle loro carriere mentre oggi «una delle più grandi soddisfazioni è quella di poter finalmente dire, con la certezza di essere compresa, che lavoro faccio». Dal gennaio del 2013, grazie al lavoro di Assif, la professione del fundraiser ha ottenuto un riconoscimento ufficiale e legale essendo stata inserita nell’elenco delle professioni non regolamentate tenuto dal Ministero del Lavoro, quello in cui sono annoverate tutte le professioni che non hanno albo, ordine o collegio.
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