mercoledì 12 luglio 2017
Lo strumento ideato dal governo Monti per sostenere le piccole e medie imprese nel 2017 è stato poco utilizzato
I minibond sono passati di moda
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Hanno avuto il loro momento d’oro, ma adesso sembrano essere diventati meno appetibili. Per i minibond, obbligazioni emesse dalle piccole e medie imprese grazie ad una riforma del 2013 del governo Monti fatta per migliorare il loro accesso alla liquidità, il 2017 sembra essere l’anno della crisi. Nell’ultimo trimestre ne sono stati emessi solo 9 di cui due per un valore di 600 milioni di euro e altri sette di piccolo taglio, questi ultimi per un ammontare complessivo 15 milioni di euro. Dati in considerevole flessione rispetto a quelli del 2016 quando i minibond hanno fatto segnare un vero e proprio exploit legato anche alle maggiori difficoltà di accesso al credito bancario da parte delle pmi, oggi parzialmente superato.


Il bilancio complessivo di questo strumento, tracciato dal «Barometro minibond market trend» realizzato da Minibonditaly.it portale italiano dei minibond e da Epic Sim, piattaforma digitale che mette in contatto capitale privato e pmi, evidenzia un trend positivo dovuto al fatto che si tratta di obbligazioni con una validità media di cinque anni. In tutto le emissioni attive sono 245 per un ammontare complessivo di 11 miliardi. La stragrande maggioranza del totale emesso deriva da un basso numero operazioni con un taglio molto grande (25) vale a dire superiore ai 150 milioni. La fascia dei minibond con tagli da 50 a 150 milioni corrisponde al 10,3% del mercato e quella delle obbligazioni di taglio inferiore al 14,8%. La scadenza media è di 5,3 anni e il tasso medio di interesse il 5,3%. Il rapporto evidenzia che spesso sono proprio le imprese che hanno già fatto ricorso a questo strumento di debito a sceglierlo una seconda volta: è il caso ad esempio di Icop spa società di Udine specializzata in costruzioni edili e stradali che ha quotato la seconda tranche di un’emissione di minibond da 12 milioni e di Datacol srl gruppo specializzato nella commercializzazione di sistemi di fissaggio e montaggio anch’esso al secondo giro di boa. In particolare è tutto il sistema delle costruzioni a dare buoni segnali.


I minibond coinvolgono sulla carta 110mila imprese in quanto possono essere emessi da società (spa ma anche srl) con un fatturato annuo di due milioni di euro e che abbiano fatto certificare da una società di revisione il loro bilanci. Possono essere sottoscritti solo dagli investitori istituzionali. Esiste una sorta di mercato secondario sul circuito Extra Mot Pro dove accanto ai minibond classici si trovano quelli emessi da società più grandi che hanno deciso di approfittare dei minori vincoli.

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