lunedì 28 ottobre 2013
​Quasi una impresa agricola italiana su tre è nata negli ultimi dieci anni. Di queste circa il 70% opera in attività multifunzionali: dall'agriturismo alle fattorie didattiche, dalla vendita diretta dei prodotti tipici e del vino alla trasformazione del latte in formaggio, dell'uva in vino, delle olive in olio, ma anche pane, birra, salumi, gelati e addirittura cosmetici.
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I giovani riscoprono l'agricoltura, e la rinnovano nel segno della multifunzionalità. Quasi una impresa agricola italiana su tre è nata negli ultimi dieci anni a dimostrazione di un profondo processo di rinnovamento che si è verificato nell'agricoltura italiana, dove il 7,2% dei conduttori ha meno di 35 anni con un totale di 58.663 imprese agricole guidate da giovani under 35, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Swg. Di queste circa il 70% - continua la Coldiretti - opera in attività multifunzionali: dall'agriturismo alle fattorie didattiche, dalla vendita diretta dei prodotti tipici e del vino alla trasformazione aziendale del latte in formaggio, dell'uva in vino, delle olive in olio, ma anche pane, birra, salumi, gelati e addirittura cosmetici. Ma ancora oggi per ogni agricoltore "under 40" ce ne sono 14 "over 65", eppure la vita nei campi dimostra di avere un fascino tutto nuovo capace di attirare un gran numero di giovani dai curricula più vari. Sono in costante aumento, infatti, i laureati in lettere nonchè i dottori in lingue o in economia che decidono di scommettere sul lavoro in campagna e reinventarsi produttori dopo che la crisi ha chiuso le porte dei loro settori. Ma un aumento record del 29% si registra anche nelle immatricolazioni negli istituti professionali agricoli e del 13% negli istituti tecnici di agraria, agroalimentare e agroindustria. La campagna torna prepotentemente a crescere nell'interesse delle giovani generazioni con una netta inversione di tendenza rispetto al passato quando la vita in campagna era considerata spesso sinonimo di arretratezza e ritardo culturale nei confronti di quella in città. A confermarlo è una analisi Coldiretti/Swg dalla quale emerge che il 38% dei giovani tra i 18 ed i 34 anni preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che fare l'impiegato in banca (26%) o anche lavorare in una multinazionale (28%).Il contatto con la natura e i suoi prodotti è diventato premiante rispetto all'impegno negli strumenti finanziari di un istituto di credito o nei prodotti fortemente pubblicizzati di una grande multinazionale. Venute meno le garanzie del posto fisso che caratterizzavano queste occupazioni sono emerse tutte le criticità di lavori che in molti considerano ripetitivi e poco gratificanti rispetto al lavoro in campagna.Per trasformare il desiderio di diventare agricoltore in realtà la Coldiretti ha elaborato un vademecum su come aprire una azienda agricola per rispondere alla domanda di campagna delle giovani generazioni. Per far nascere un'impresa è prima di tutto prioritario avere un'idea intorno alla quale sviluppare un progetto senza fermarsi alla semplice visione bucolica. Non accontentarsi delle ipotesi più tradizionali, ma considerare l'ampio spettro di opportunità offerte dal settore che ha esteso le sue competenze dalla produzione alla trasformazione e vendita di prodotti alimentari. E ancora, dalle agroenergie fino all'offerta di servizi alle scuole come le fattorie didattiche, ma anche alle pubbliche amministrazioni per la cura del verde.Confrontarsi con chi ha già fatto esperienze analoghe o simili, visitando direttamente le aziende in Italia e in Europa, contribuisce a focalizzare l'idea e ad individuare le migliori soluzioni. Dopo aver verificato la tenuta dell'idea e averla trasferita in un progetto concreto con la collaborazione di esperti, vanno individuate le opportunità concrete sul mercato in termini di località, aziende e professionalità.Non è raro trovare occasioni di acquisto soprattutto nelle aree interne o di montagna dove l'attività di coltivazione e di allevamento è più difficile, ma si possono cogliere opportunità per il turismo rurale. Inoltre occorre valutare le alternative dell'acquisto, dell'affitto o della semplice gestione aziendale considerato che sono molti gli agricoltori anziani che non hanno alcuna intenzione di cedere la propria azienda, ma sarebbero disponibili a collaborazioni. Da verificare anche le eventuali ipotesi di dismissioni di terreni pubblici da parte delle autorità pubbliche.Individuato il fabbisogno finanziario complessivo, soprattutto per i giovani sotto i 40 anni di età, occorre verificare l'esistenza di agevolazioni per lo specifico progetto considerato. Agevolazioni che per la maggioranza sono di natura comunitaria e vengono erogate attraverso le regioni con la consulenza dei centri Caa avviati anche dalla Coldiretti. Per l'acquisto della terra occorre verificare la possibilità di un mutuo presso Ismea nell'ambito dei finanziamenti della piccola proprietà contadina, mentre molte banche offrono condizioni specifiche anche grazie ad accordi con il Consorzio fidi Creditagri Italia, promosso dalla Coldiretti per la ricerca delle migliori condizioni di accesso al credito.Dal punto di vista burocratico sono tre i passaggi fondamentali: apertura di una Partita Iva presso l'Agenzia delle Entrate, iscrizione al Registro delle imprese, sezione speciale Agricoltura, presso la competente Camera di Commercio, e iscrizione e dichiarazione presso l'Inps. Una formazione di base in campo agricolo è importante, ma non decisiva anche perché - ha concluso la Coldiretti - sono numerosi i corsi di formazione professionale organizzati a livello regionale per acquisire competenze e avere la qualifica di imprenditore agricolo.
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