martedì 3 dicembre 2019
Il Cda di Cir ha esaminato l’offerta arrivata dalla finanziaria di casa Agnelli per l’acquisto della maggioranza del Gruppo che controlla la Repubblica e L’Espresso
I giornali ceduti alla Exor: niente "spezzatino" per Gedi
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Un consiglio di amministrazione- fiume quello di ieri, a Milano, per Cir, holding controllata dai fratelli Edoardo, Marco e Rodolfo De Benedetti, chiamato a esaminare l’offerta di Exor, presieduta da John Elkann, per il controllo di Gedi, il gruppo quotato che edita fra l’altro Repubblica, Espresso, La Stampa, Il Secolo XIX, e una serie di quotidiani locali oltre a possedere Radio Deejay. Ad oggi, Cir detiene il controllo del gruppo editoriale con il 43,8% del capitale mentre Exor ha il 5,99% davanti agli altri azionisti di minoranza Giacaranda Falck (al 5,08%) e Carlo Perrone (5,02%).

La “rivoluzione” in corso ha visto nella serata di ieri la firma di un accordo vincolante che prevede che Exor rilevi da Cir il 43,78% di Gedi a 0,46 euro per azione con un esborso di 102,4 milioni. Al termine dell’operazione da realizzare tramite una società di nuova costituzione verrà lanciata un’Opa allo stesso prezzo. «Con questa operazione ci impegniamo in un progetto imprenditoriale rigoroso, per accompagnare Gedi ad affrontare le sfide del futuro – ha spiegato John Elkann, presidente e amministratore delegato di Exor, la holding della famiglia Agnelli –. Oltre a portare l’esperienza maturata nel settore, anche a livello internazionale, Exor assicurerà la stabilità necessaria per accelerare le trasformazioni sul piano tecnologico e organizzativo. Siamo convinti che il giornalismo di qualità ha un grande futuro, se saprà coniugare autorevolezza, professionalità e indipendenza con le esigenze dei lettori, di oggi e di domani».

Cir, fa sapere una nota congiunta, intende reinvestire nella nuova società, al valore corrispondente al prezzo dell’Opa, acquisendo una quota pari al 5% in trasparenza, «al fine di accompagnare l’evoluzione della società editoriale nei prossimi anni». «Passiamo il testimone – ha commentato il presidente di Cir, Rodolfo De Benedetti – ad un azionista di primissimo livello, che da più di due anni partecipa alla vita della società, che conosce l’editoria e le sue sfide, che in essa ha già investito in anni recenti e che anche grazie alla propria proiezione internazionale saprà sostenere il gruppo nel processo di trasformazione digitale in cui esso, come tutto il settore, è immerso». L’operazione dovrebbe essere completata entro il primo quadrimestre del 2020. Cir sarà rappresentata nel futuro consiglio di amministrazione. Era stato il timore che il quotidiano potesse essere ceduto ad altri soggetti a spingere Carlo de Benedetti a offrire lo scorso ottobre 0,25 euro per azione tramite Romed per il 29,9% di Gedi ai figli Rodolfo e Marco. Proposta tuttavia giudicata irricevibile.

Adesso l’obiettivo di Elkann è assicurare a Gedi condizioni di stabilità che consentano alla società di evolvere velocemente, compiendo scelte che non possono più essere rimandate. Il gruppo può esprimere un grande potenziale, a patto di fare alcuni passi necessari, dal cogliere in modo risoluto i vantaggi della rivoluzione digitale al completare l’integrazione organizzativa all’interno di Gedi, senza nessuna intenzione di vendere Repubblica separatamente (quindi nemmeno a Carlo De Benedetti, che pure con Elkann ha buoni rapporti) né di scorporare le radio. Così cambia la geografia della stampa italiana: torna al vertice di un grande gruppo editoriale la famiglia Agnelli-Elkann, tramite la holding Exor da essa controllata.

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