martedì 27 giugno 2017
Oggi a Roma la seconda edizione del convegno “Attiviamo Lavoro” di Assosomm organizzato insieme con The European House-Ambrosetti
Rosario Rasizza, presidente di Assosomm

Rosario Rasizza, presidente di Assosomm

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«Il 2017 è un anno importante per la somministrazione del lavoro in Italia, si celebrano infatti i 20 anni. Si tratta di una ricorrenza importante per i traguardi ottenuti fino ad oggi sia per i lavoratori che per le imprese e su cui riflettere per le grandi prospettive e opportunità future. Siamo lieti che le Istituzioni, con il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e i rappresentanti dei lavoratori, Susanna Camusso, segretario generale Cgil, Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil e Gianluigi Petteni, segretario generale Cisl abbiano risposto positivamente al nostro invito. Assosomm, come Associazione di categoria, da sempre attenta ai cambiamenti del mercato del lavoro e alle esigenze dei lavoratori e delle imprese, intende essere il partner delle istituzioni e delle parti sociali per costruire un dialogo continuo nella definizione della legislazione della somministrazione del lavoro nel nostro Paese. L’obiettivo ultimo è quello di contribuire al miglioramento continuo del funzionamento del mercato del lavoro e alla crescita e tutela dei lavoratori». Lo afferma il presidente di Assosomm Rosario Rasizza a margine del Forum "Attiviamo Lavoro" organizzato insieme con The European House-Ambrosetti. Durante l’incontro è stata presentata la ricerca I primi 20 anni del lavoro in somministrazione in Italia, realizzata da Assosomm e Inapp.

Nel 2016 sono stati più di 600mila i lavoratori in somministrazione in Italia. Riprende il trend di crescita positivo di questa tipologia di lavoro in Italia, dopo il rallentamento subito negli anni della crisi 2007-2009. Nel 2016 il peso del lavoro in somministrazione sull’occupazione complessiva è pari al 3,5%, con notevoli disomogeneità territoriali, si passa dal 4,7% del Nord al 2,7% del Centro e 1,8 % del Sud. Divario dovuto in larga parte alle differenti vocazioni economiche a livello geografico. La somministrazione continua in gran parte ad essere utilizzata nel settore manifatturiero (48%) anche se si registra, dopo la crisi, un aumento della quota di imprese di servizi e informatica. La bassa penetrazione della somministrazione nel Mezzogiorno è dovuta anche alla maggiore “concorrenza sleale” del lavoro irregolare.

«La ricerca ripercorre 20 anni di storia della somministrazione di lavoro in Italia, illustrando una
evoluzione virtuosa dell'Istituto dalla iniziale funzione di fornitura di manodopera degli interstizi
del mercato del lavoro a strumento di politica attiva e di servizio a tutto tondo per i lavoratori e
per le imprese», spiega Tiziano Treu, presidente del Cnel.

A livello europeo, secondo i dati più recenti forniti dall’Ocse, il lavoro in somministrazione incide
in media per l’1,8% nei 27 Paesi dell’Unione, con picchi che si registrano in Olanda, Francia e
Germania (rispettivamente 2,7%, 2,2% e 2%) e livelli più bassi in Grecia, Spagna e Italia (0,2%, 0,5%
e 0,9%).

La fotografia dell’ultimo ventennio evidenzia la trasformazione dell’istituto della somministrazione
di lavoro in una forma “stabile di lavoro” che permea in modo omogeneo il mercato del lavoro. Pur
rappresentando ancora un’importante forma per il primo ingresso nel mondo del lavoro, coinvolge
lavoratori appartenenti a diverse fasce di età, compresi gli over 50. Negli ultimi anni, soprattutto
dopo la crisi del 2007-2009, la somministrazione ha visto aumentare la quota dei lavoratori nelle
fasce di età più alte. Gli ultraquarantenni sono passati dal 20% al 33%, gli over 50 sono raddoppiati,
dal 5 all’11%. Sono diminuiti, sul totale, del 10% i lavoratori con meno di 30 anni. La crisi quindi
ha trasformato la somministrazione, da modalità di ingresso nel mercato del lavoro
ad opportunità concreta di occupazione anche per i lavoratori maturi.

«Quando si riflette sulle tematiche del lavoro - sottolinea il ministro Poletti - credo che nessuno abbia soluzioni compiute, preconfezionate, anche perché il mondo del lavoro sta cambiando velocemente. I cambiamenti, la tecnologia e l’innovazione viaggiano ad una velocità che noi non abbiamo mai conosciuto: questa velocità mette in crisi i nostri strumenti e la regolamentazione delle relazioni. Scrivere una legge, ad esempio, richiede 3 o 4 anni; quando si vara quella norma probabilmente il punto che richiedeva l’intervento del Parlamento è già stato largamente superato dalla realtà. Quindi mi sento di dire che abbiamo bisogno di guardare molto lontano per poter impiantare un quadro di riferimento; abbiamo bisogno di agire tutti i giorni per la tutela dei lavoratori. Lo studio che si presenta oggi si rivela quindi in questa ottica fondamentale: abbiamo bisogno di monitorare con accuratezza il panorama del mondo del lavoro e quindi di uno strumento di misurazione per comprendere ciò che è avvenuto e ciò su cui dobbiamo riflettere. Abbiamo avviato un confronto con le parti per il G7 del mondo del lavoro che ci sarà a settembre, pensiamo che il dialogo può aiutarci a capire come cambia il mondo del lavoro».

«In 20 anni - sostiene Camusso - il percorso di trasformazione delle politiche del lavoro non è stato scevro di criticità, perché la successione sistematica delle riforme ha messo in competizione tra di loro numerose forme di lavoro. E’ quindi innanzitutto questo il tema da affrontare. In 20 anni il percorso effettuato è stato lungo e in un certo senso positivo, ma non siamo soddisfatti, perché altrimenti non esisterebbe il sindacato che ha come fine primario il miglioramento delle condizioni del lavoratore. Ad esempio, ora abbiamo un contratto da rinnovare. Tornando al tema di oggi, le agenzie per il lavoro potrebbero essere erogatrici delle diverse forme di lavoro atipiche verso parità di condizioni con i dipendenti».

La somministrazione è anche uno strumento di integrazione sociale: due lavoratori su dieci sono stranieri, rispetto ad una media di 1 su 10 nell’occupazione in generale. Anche le retribuzioni registrano segnali positivi: negli ultimi dieci anni sono cresciute in modo sostenuto.

La ricerca evidenzia anche la funzione di accompagnamento al lavoro (a 48 mesi dall’attività di lavoro svolta in somministrazione il 71% dei lavoratori risulta occupata) e di rafforzamento delle competenze (quasi il 40% dei lavoratori somministrati ottiene attività formative verso il 6,5% della

generalità dei lavoratori).

«Dal Rapporto - evidenzia Stefano Sacchi, presidente di Inapp - emerge la vitalità della somministrazione, che ha superato la crisi espandendosi a nuovi settori e coinvolgendo nuove categorie di lavoratori. Da canale d'ingresso nel mercato del lavoro per i giovani il lavoro somministrato è oggi un lavoro a tutti gli effetti, caratterizzato da un fortissimo investimento in formazione, che è quanto serve per affrontare la quarta rivoluzione produttiva».

In conclusione si assiste ad una trasformazione importante del ruolo delle Agenzie per il lavoro (Apl) che
hanno sviluppato un’offerta di servizi sempre più ampia e completa che risponde alle esigenze dei
datori di lavoro e dei lavoratori in termini di maggiori opportunità di impiego e di tutele. Le Apl possono diventare veri e propri agenti di innovazione del mondo del lavoro: da propulsori nelle cosiddette piattaforme di lavoro, a essere un ponte tra imprese e istituzioni del sistema educativo e un supporto per la promozione e la gestione del welfare aziendale. La proposta avanzata dalle organizzazioni sindacali di settore di approdare ad un avviso comune su alcuni temi di interesse per la somministrazione di manodopera è stata accolta con favore da Assosomm, con riferimento, in particolare, all’introduzione di termini di pagamento certi da parte delle aziende utilizzatrici.

Il beneficio derivante da tale sistema avrebbe degli effetti positivi concatenati su più versanti: in primo luogo quello della tutela delle agenzie dal ritardo dei pagamenti da parte degli utilizzatori, garantendo un funzionamento corretto del settore; inoltre, ciò garantirebbe indirettamente il pagamento tempestivo delle retribuzioni dei lavoratori. Più in generale, tale impianto rappresenterebbe una tutela per tutto il sistema creditizio, innescando un virtuoso circolo di stabilità. Unitamente a ciò, l’equiparazione come crediti privilegiati dei crediti delle agenzie, nella componente retributiva e contributiva, alle retribuzioni spettanti ai lavoratori avrebbe un effetto rafforzativo di queste tutele.

Un ulteriore punto su cui Assosomm intende elaborare una proposta condivisa dal settore è
rappresentato dall’intervento del Fondo di Solidarietà per il pagamento delle retribuzioni spettanti
ai lavoratori somministrati in caso di fallimento dell’agenzia somministratrice inadempiente.
In ultimo, il superamento della distinzione legislativa tra i fondi destinati ai lavoratori somministrati
a tempo determinato e indeterminato nell’ambito del sistema bilaterale avrebbe come effetto quello
di garantire un utilizzo più efficiente delle risorse destinate al lavoratore per la formazione, le misure
di welfare e di sostegno al reddito.

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